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sellino rientrò in sala, e postosi sulle spalle il mantello, senza prender commiato se n'andò.

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Intanto erano sopraggiunti altri visitatori: Pazzino de' Pazzi, Geri Spini, Pandolfo de' Ricasoli, Cecchino de' Bardi, Betto Brunelleschi, Averardo de' Serristori e poco stante il servo annunziò la venuta di Maghinardo da Susinana colla sua moglie, una Tosinga.

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Il salone era tuttavia silenzioso tratto tratto s' udiva un bisbiglio, col quale ai nuovi venuti si dava contezza dell' accaduto. Corso sedeva taciturno; aveva la faccia bianca, il ciglio aggrottato e dimesso aveva proprio l'espressione dell' ateista abbattuto da qualche cocente sventura, e costretto perciò a riconoscere in cuor suo l'esistenza di Dio punitore dei delitti. In mezzo a questa lugubre scena si udì la squillante voce annun. ziare :

<< Ser Ciacco notaio! >>

Corso si levò su furibondo: il feroce pensiero di

abbrancare costui e sfracellargli il cranio alla soglia della porta gli sorse in mente e gli sparve ad un tempo; per lo che si adagiò nuovamente e stette più accigliato che mai. Gli sembrava che la costui venuta in quella congiuntura fosse un insulto. Il povero parassito s' era trovato di frequente a ricevere non belle accoglienze, ma truculenta come quella non mai. Buon per lui che a Corso diede giù immediatamente la vampa! poichè altrimenti quella sarebbe stata l'ultima visita alle ghiotte mense. La sua comparsa susseguita da quella di Scampolino giullare, cagionò d'altra parte un po' di bene, e fu quello del rianimarsi alquanto il discorrere e quasi anco lo scherzare della brigata la quale si giovò di questo appiglio per fare natural transizione a ciò che tutti costoro di molto bramavano l'andarsene. Infatti dopo un quarto d'ora

:

l'uno appresso l'altro i visitatori disparvero.

Tutto quel giorno ed anco il vegnente non ́s' aggravò di più il malore della fanciulla. Nella mattinata di poi venne un frate di Santa Croce mandatovi dal sere a prego di lei. Era fra Lodovico da Signa buono e sapiente religioso, al quale Piccarda, dopo ragionato dell'anima, mostrò la lettera di fra Masseo senza parola aggiungervi. Il frate lessela tacito e turbato, ma poichè ebbe finito videsi tutto rischiararsi nel sembiante e mettersi in atto di persona che maravigliando esclama

appunto mi pareva impossibile! Onde voltosi alla in. ferma favellò state lieta, sorella mia; questa è un'epistola falsa molto sottilmente egli hanno imitato il pugno di frate Masseo, ma non sì che la sozza menzogna non vi lasciasse il suo marchio da riconoscerla. Colui che scrisse questa carta ponvi a basso il nome di Santa Maria degli Angioli: ora il frate non potè certo inviarlavi di colà, mentre egli era quel giorno al convento della Vernia. Imperocchè appena frate Illuminato guardiano nostro s'accorse della innegabile innocenza di quel buon religioso circa ad un misfatto che voleaglisi ap

porre, e (avvenne questo accorgimento il giorno dopo la partenza di lui da Firenze), esso mandogli dietro subitamente un messaggio, il quale gli dicesse com' ei fa. cevagli abilità di tornarsene alla famiglia di Santa Croce o sì veramente, quando più il gradisse, di recarsi al luogo della Vernia. Il cavallaro raggiunse Masseo ad Arezzo; egli udito ciò, volse a mancina e incammi. nossi alla Vernia dove fin qui ha dimorato, e donde, un giorno o due prima della data di questa vostra epistola, egli a me pure inviommene una. Altri perciò che un turbatore della vostra buona coscienza, ed un ni. mico di quel religioso non può essere stato colui che la scrisse o scrivere la vi fece.

Il frate avea colto nel segno: lo scrivano era stato il trovatore pugliese, e messer Simone Donati il com. mittente.

Indicibile per questo schiarimento fu il raddoppiare della gioia nel cuore di Piccarda; e un' altra consola. zione il dì dopo a lei porgeva il Signore per opera di quel medesimo fra Lodovico. Al quale avendo chiesto se, come popolano di Signa, sapesse pur novelle della cara Giovanna, egli le narrò che quattro giorni innanzi erasi appunto recato laggiù per visitarvi la madre sua vecchia ed inferma, e v' avea trovato quella gente trasecolata in grande ammirazione per i prodigi che ope rava la santa pastorella. E com' ella avesse illuminato un cieco che tanto le si era raccomandato, e come mossa a' pietosi lai d' una povera nutrice avessele risuscitato il morto lattante; ed inoltre per celare la sua virtù si fosse racchiusa in una stanzuola solinga che i paesani, lavorandovi a gara, le avevano edificata in poche ore.

Ah, lodiamo il Signore, esclamò Piccarda a quest'ultime parole: aiutatemi, padre, che io giubbili a Dio nostra salute, perciocchè vicina è la mia reden. zione !

Ella si rammentava di quelle consolanti parole che

Giovanna la notte della fuga le aveva rivolto dinanzi alla porta del monastero « appena sarommi racchiusa nel romitaggio, e tu sarai nel regno dei cieli ».

Al sesto giorno Nella volle far paga un'altra pia brama della moriente, e questo si fu rivestirla del sacro abito che l'empietà e la violenza le aveano tolto di dosso. A questa quasi nuova monacazione Simone e Corso sarebbersi ferocemente opposti, ove avesser potuto; ma essi per buona ventura non eran più padroni di se me. desimi, non che della fanciulla. Essi stavano nelle loro stanze muti, immobili, colpiti di stupore come il men. tecatto non mangiavano, non dormivano, non veglia. vano, non erano vivi nè morti, due veri automi. Alcuna rarissima volta dimostravansi vivi per qualche ruggito di rabbia che mandavano dalla strozza; rabbia im. potente come quella del diavolo al momento della morte del giusto. Il demonio rugge perchè l' anima gli scappa per sempre dall' ugne; i Donati ruggivano perchè Piccarda si liberava per sempre dalle loro mani.

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Simone e Corso Donati sentivano anticipatamente il supplizio sempiterno del loro misfatto, il misfatto d'aver tolto via una monaca dal suo monastero: che sarà dei nostri rigeneratori che predicando libertà si accingono a divellerne per forza da' loro monasteri non una, ma centinaia e migliaia? Oh le lacrime degli innocenti son bevanda che inebria di furore la Giustizia di Dio. Rigeneratori! prima che essa scenda a far di voi terribil ragione, rigenerate voi stessi in quei lavacri di virtù, che il vero, il solo, il divino rigeneratore ci ebbe apparecchiati.

Al contatto dell' abito monastico, cosa mirabile, le carni della vergine quasi di repente s'ammorbidarono, si fecero biancorosate e graziose come quando era sana; ed anche di ciò ella colse novello contento. Ma la pienezza del contento, ma la gioia della libertà de' santi, cui la umana tirannide non le potè più impedire nè ra

pire una gioia che le dura ancora, e le durerà pe' secoli de' secoli, venne a rallegrarla nell' ottavo giorno (1).

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