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Le associazioni per l'Italia si ricevono in Firenze alla Direzione del Giornale, alla Tipografia Galileiana di M. Cellini e C., e presso i principali Librai.

Incaricati generali per le Associazioni:

Per la Spagna e Portogallo, Sig. Verdaguer, libraio a Barcellona,
Rambla del Centro;

Per il resto d'Europa: Sig. Ermanno Loescher, libraio a Torino,
Via Carlo Alberto, N.° 5.

a ragione può gloriarsi la patria di Dante, sarebbe da considerare quale sterile vanità d' abbellimento, o come transitoria necessità d'interessi, qualora non trovasse corrispondenza in altre opere egualmente magnifiche e generose.

La vista di ciò che i nostri Avi edificarono in onore della religione e della libertà, ne ricorda di continuo che si operavano insiememente cose stupende e degne di storia. Per noi quelle pietre annerite dal tempo parlano in suono d' incoraggiamento e di speranza, se prendiamo onore intero dalle azioni onde sono ispirati i monumenti; di rampogna e sconforto, se le opere dell'arte solamente ammiriamo.

I tempi corsero precipitosi e fecondi di grandi ammaestramenti a popoli e re, e l'Italia per virtù delle ultime generazioni tornata si-. gnora di sè darebbe prova di aver poco imparato ove con opere egregie non mostrasse di riconoscere le visibili beneficenze del cielo.

Nè per le stringenti necessità pubbliche deve

mancare alle opere civili; imperocchè, dove
l'antica dominatrice del mondo non men per
sapere che per armi, scompagnasse nel suo
ammirato risorgimento il cuore dalla ragione,
perderebbe la miglior parte di sè, il genio
onnipossente, la virtù generatrice d'ogni cosa
bella. Molto, è vero, fu fatto, e si fa per le
terre d'Italia ad onoranza di quegl' Illustri che
con grandi opere nobilitarono la nostra stir-
pe; ma ciò non è abbastanza. E Firenze, la
nostra Firenze (ed è pur forza il confessarlo)
non placò ancora l'ombra di Colui che l'amò
come nessun altro l'ebbe amata mai, nè can-
cellò pur anco la grave sua colpa antica.
Dante, o signori, Dante fu di
qua caccia-
to per maledette discordie; e a ricordo di
Dante non abbiamo che una povera casa, un
sasso e pochi marmi. Resteremo noi così
sempre? e ora massimamente che l'unità della
patria sta per compire il gran voto dell' al-
tissimo Poeta ?

È da queste ragioni che move la proposta che sono per farvi, la quale noi tanto più

abbiamo debito di accogliere e mandare ad effetto, quanto che dalla città che rappresentiamo aspetta il mondo civile una delle più giuste e solenni riparazioni che possa mai registrare la storia.

Poco più di un anno rimane per compiere il secentesimo della nascita dell' Allighieri. Cinque secoli abbiamo durato fra le funeste divisioni, o le ignominie della servitù; ed ora che l'Italia ritorna finalmente a libertà e giustizia, deve rammentare con universale riconoscenza il suo divino Cantore e costante Maestro.

Il Centenario di Dante, la celebrazione di questa festa nazionale, che deve essere ad un tempo scusa ed emenda del passato, testimonianza della presente libertà della patria ed augurio di felicità alle sorti future, è omai ben più che desiderio, dovere, più che dovere, necessità. E a dar questa prova ecco son pronte le altre città sorelle, le quali non aspettano che un invito, nè questo può esser fatto che da noi.

A tale fine io vi propongo la seguente forma di Deliberazione:

Segue il testo della Deliberazione, quale fu approvata all'unanimità nella seduta del 14 Novembre.

Essendo che Dante Allighieri, il maggior poeta dell'era cristiana e dell'incivilimento moderno, fu fiorentino;

Considerando che prima prova di civiltà è l'onorare la memoria. di quegli uomini che l'ingegno e la vita consacrarono in testimonio del vero ed in servizio della patria;

magno

Considerando che i tempi nuovi vaticinati dal Poeta apparvero; e mentre all'italica gente porgono certa fidanza di prospero avvenire, ci stimolano viepiù a rendercene degni;

pa

Considerando che la città di Firenze, ricca d'ogni gentilezza anco nei tempi delle maggiori sventure della tria, non può meglio che con un grand'atto verso il massimo Cantore provare che non venne meno al suo gran compito nella famiglia italiana, e mostrare al mondo che con Dante furono fecondati in lei tutti i semi dell'odierna civiltà;

Essendo che la voce d'ogni nazione domandi, il dovere e l'onore vogliano, e l'ombra magnanima del Divino reclami riparazione;

Il Municipio Fiorentino delibera ad unanimità di suffragi:

Art. 1. Sarà solennemente celebrato in Firenze nel mese di Maggio 1865 il Centenario di Dante Allighieri.

2.o È costituita una Commissione di cittadini fiorentini presieduta dal Gonfaloniere, della quale dovranno far parte il professore protempore alla cattedra di Dante nell'Istituto di Studj Superiori, e il presidente della Società promotrice per la statua di Dante, all'oggetto di studiare e proporre quanto per l'onore di questa città può occorrere per eseguire splendidamente la presente Deliberazione ;

3. La stessa Commissione avrà facoltà di proporre al Consiglio quelle persone che più reputasse idonee ad entrare nel suo seno.

Dopo l'approvazione della precedente Deliberazione, il Presidente ha proposto che la Commissione debba essere formata delle persone che esso designa.

Aperta discussione, la Commissione è stata composta come appresso:

GONFALONIERE, Presidente.

CAPPONI March. Sen. Gino, Vice-Presidente.
BARTOLOMMEI March. Sen. Ferdinando.
RIDOLFI March. Sen. Cosimo.
FRULLANI Cav. Avv. Emilio.
PROFESSORE pro tempore alla Cattedra di Dante
nell' Istituto di Studi Superiori.
PRESIDENTE della Società per lo scolpimento della
Statua di Dante.

BIANCHI Comm. Brunone,
FRATICELLI Cav. Pietro.
CORSINI Guido, Segretario.

Esperimentato il partito, è stata la Commissione come sopra formata, approvata con voti favorevoli ventiquattro, contrarj nessuno.

PARTE NON OFFICIALE

Proposte per la celebrazione

del Centenario di Dante Allighieri.

MODO DI CELEBRARE IL CENTENARIO DI DANTE.

Musicare i versi di Dante, e nel giorno solenne cantarli, sarebbe un de' più degni modi di celebrare la memoria di lui; perchè l' una arte all'altra è conveniente corona. Per risvegliare in altri quest' idea, diamo in luce una lettera, ad altro proposito scritta più mesi fa. Converrebbe certamente trascegliere i passi che più si addicono alla celebrità di quel giorno, e a più di un artista commettere che li accompagnino con armonie schiette, le quali non coprano, ma facciano risaltare, e quasi illustrino, la parola.

A Giovanni Salghetti.

Per saggio de' passi d'autori illustri, passi che a me pajono più accomodati alla musica, e da onorare in doppia maniera l'arte italiana, ecco quelli ch' io ho intanto trascelti da trentatrè canti de'cento di Dante. Avvertite che non tutte di questi canti ho notate le bellezze maggiori, sì perchè ce n'è di riposte da nou poter accostare a una moltitudine di uditori; sì perchè ciascuna arte bella ha la sua indole propria e i proprii confini: onde non è tutto musicabile quel ch'è poetico; nè tutto quel che in pittura piace e commove si può scolpire acconciamente; nè nell'arte stessa della parola, quel che riesce potentemente narrato, si può con pari efficacia dialogare. Se, nello scegliere con tale intendimento, io abbia colto nelle ragioni dell'arte e nel vostro talento, vedrete voi, che saprete certamente da voi stesso discernere quel che meglio vi torna.

L'uscire che Dante fa della valle pericolosa, e il riguardare dall'alto, collo spavento negli occhi e l'affanno nell'anima, quasi presentendo i nuovi pericoli che l'aspettano (4), fa contrapposto all'uscita d'inferno sulla pianura solinga, e alle serene imagini che lo allegrano, il dolce colore del cielo, il bel

pianeta, le quattro stelle, la fresca rugiada, il tremolare della marina, il giunco schietto che sull'onda commossa rinasce (2). E se dal proemio del Purgatorio ascendasi a quello del Paradiso, dalla letizia delle bellezze naturali il pensiero è rapito a veramente soprannaturale grandezza (3); e la musica che tenesse dietro a quel volo, solleverebbe con sè gli ascoltanti a intentata sublimità.

All'angusta lenta salita (4) per la prima scala del monte santo si contrappongono in forma che può essere ispiratrice alla musica le ascensioni di Beatrice con Dante dal monte alla regione luminosa (5), e per essa al ciel della luna (6), e da questo al pianeta dove appariscono al poeta coloro che fecero il bene non per puro generoso amore del bene, ma in parte per voglia di fama (7).

Pitture variate, la mesta ora della sera (8), il sorriso d' una valle fiorita, ove le anime operando pregano (9); e contrapposto a queste il primo entrare la disperata porta d' Inferno (10), il primo affondare gli occhi nel bujo sempiterno (11). A Caronte (12), e alla bufera agitante coloro cui travolse il tumulto de'sensi (13), alle Furie, le cui minacce, e le diaboliche sono represse dallo spirito sdegnato camminante sull'acque (14); avete di contro l'apparire dell'angelo navigante e volante (15); e i due che col suono delle verdi ali fanno fuggire la biscia insidiante alla valle de' pii (46).

I tormenti de' golosi (17), de' violenti (18), degli accidiosi invidi e iracondi (19), hanno riscontro nelle pene che purgano i pigri (20) e i superbi (21). I superbi in Purgatorio ridicono l'orazione insegnata agli uomini da Gesù (22), da Dante recata in parole semplici e affettuose: e al loro pregare, curvati sotto gran soma, s'oppongono le altere parole di Farinata che s'alza col petto e colla fronte, quasi avesse in dispetto l'Inferno e i suoi strazii (23). Dal fiero Fiorentino nemico agli avi di Dante, passate al Fiorentino amico di Dante, Casella (24); e questa imagine mite s'interponga tra Farinata e Sordello, anima amorevole nel disdegno (25); e Sordello vi farà meglio sentire Romeo (26), e Casella meglio sentire Carlo Martello, tuttochè principe, amato da Dante (27).

Ma se cercate luoghi d'affetto, avete l'apparire di Beatrice che, mossa da amore, raccomanda a Virgilio l'amico suo (28); e in Inferno Francesca (29), in Purgatorio la Pia (30), in Paradiso Piccarda (31). Piccarda apparisce cantando Ave Maria; e vi rammenta l'Ave che suona scolpito sulle labbra dell'angelo nel monte santo (32).

Avete in Paradiso danze armoniose e raggianti (33). E le parecchie comparazioni de' giri celestiali alle danze terrene mi muovono a interrogarvi se certe

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