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lupo

sare.

I' era volto in sulla favola d' Esopo, quando il

Lascia da banda le favole, c'è altro a pen

I've la voglio dire siccome recitolla a noi l'al. tro di un frate: anzi, frate Masseo in petto e persona. Un lupo incontrò un agnello sviatosi dal branco, e preso dalla tentazione della gola pensò magnarselo: poteva andare per le corte, stendere la sua branca e assaggiarlo; ma no, volle dare a divedere d'essere un uom perbene, e che se faceva quel peccato d'annettersi la roba altrui aveva le sue buone ragioni. Olà, gli disse, brutte cose io sento; tu dicesti male del fatto mio, e non una, ma cento volte, specialmente in questesso mese, l'anno pas Oh Dio, disse l'agnellino, s' io non ero nato allora! Tu mi mangi tutta l'erba del campo. L'erba? non ne ho assaggiata un filo peranche. alla mia pozza. Non bevo acqua, messer mio dolce, perciocchè il latte della mia madre mi è cibo e bevanda. Finiamola, disse il lupo mentre lo afferrava e sbranava io per questo non rimarrommi senza desinare, comecchè tu mandi in fumo ogni mia ragione. Messere voi mi sembrate il lupo d'Esopo...

sato.

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Tu bevi

Taci là, margutto. Dimmi piuttosto se questo mio ritrovato non ti sembri sottile, maraviglioso?

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Egli è tale che quando le sorvegnenti generazioni chiameranno antico questo tempo, lo crederanno una favola come questa d'Esopo . bello, ingegnoso, voglio dire, e degno al tutto di essere figliuolo della mente e del cuore di Simone Donati.

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Il giorno appresso dopo il mezzodì la città era piena d'un fatto spaventoso: la piazza di Santa Croce e la prossima via che si stende tra Porta Peruzza e Porta San Piero, mareggiava di foltissimo popolo. Tutti i frati avvelenati! poveri frati ! gridava uno; ed un altro esclamava morte al cuciniere! Ed altre voci: anzi è stato

il beccaio che attossicò la carne: -- no, chè oggi mangiavano magro oh come boccheggiano, poveretti! paion pesci fuor d'acqua. Son fatti verdi come ramarri; quattro sono scoppiati di già; tutti in termine di morte. Al. tri correvano in cerca de' medici, altri dagli speziali a pigliar il mitridato, che allora si aveva per un antitodo infallibile. Gli scalpellini al rovinio, al tambusso de'nar. ratori rimanevano storditi col mazzuolo alto in mano e la subbia puntata nella pietra; tutti ad imprecare ai beccai e a' venditori di comestibili in generale.

Allora era medio-evo, cioè tempi ferocissimi, e spesso ingiusti; nulladimeno que' Fiorentini commiserarono tutti ad una voce i poveri frati: oggi nel secolo della civiltà, della lealtà e del progresso che cosa si direbbe da alcuni se un fatto somigliante intervenisse? Oh, lasciateli morire senza pietà! Ci risparmieranno così la paga che ora a momenti dovrem loro dare, allorchè gli sopprimeremo. E qualche altro direbbe lasciateli pur fare, che fanno bene: comprendono da per sè che il tempo del loro finire è già maturo anche per la Toscana; dove l'abolizione totale delle corporazioni religiose ha un profondo addentellato nelle leggi, nelle tradizioni, e nel sentimento pubblico!!

Per buona sorte, come a Dio piacque, nessuno de're. ligiosi di Santa Croce rimase vittima nè prima nè poi: il veleno era in sì lieve quantità, mescolato poi coll'al tra innocua sostanza, che fu vinto tostamente dai far. machi in tempo apprestati. Tornando a Lippo sarebbe stato un vero ridere (se pur si fosse potuto ridere in mezzo a sì nero attentato), chi avesse visto il mariuolo in refettorio contorcersi in mille atti, per simulare d'aver anch'egli bevuto il tossico. Primo di tutti rompendo il silenzio della mensa esclamava: ohimè, dolente me, ch' io mi muoio! oh datemi l'assoluzione in articulo mortis! E così stravolto ed attoso s'alzò ad afferrare l'ampolla dell'olio che in un attimo l'ebbe vuotata. Il

guardiano si sentiva egli pure un cotal malessere in petto e trasecolava de' frati che davano in gemiti e fuggivano da mensa. Solo frate Masseo non sentivasi nulla di sconcerto, ed ora all' uno ora all' altro col guardiano recava sollecito per le celle i suoi soccorsi.

Il guardiano nella sera stessa fece sue indagini se caso fosse o malizia quel fatto: frugò ogni stanza, ogni cella; e in quella di frate Masseo con suo duolo infi. nito, e maraviglia di quello, trovò una presa di veleno mortalissimo. Il raggiro di Simone era riuscito a vin. cere la prova.

Frate Masseo due ore innanzi giorno la mattina seguente, accompagnato da un converso, prendeva la strada del Valdarno superiore per recarsi nell'Umbria al convento di Santa Maria degli Angioli: egli però era

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uando accade che alcuno debba passare per una strada melmosa, egli s'ingegna a tutto uomo di percorrerla colla maggiore prestezza

quasi in punta di piedi, affine di non lor. darsi i calzamenti; così facemmo noi nel percorrere questa storia d' iniquità e di sangue. Quindi innanzi però, grazie al cielo, più consolante materia ci si offre alla mente e ci rallegra il cuore; noi usciamo, almeno per un poco, dalle case nefarie dei Donati, e teniamo dietro alle orme della cara donzella.

Chi in una giornata d' inverno mirando l'oceano fremente in burrasca potrà avvisarsi, che dimani o posdimani abbonaccerà gl' irati flutti, e porgerà a chi ne abbia vaghezza un'ora di soave diporto? Malagevole il darselo a credere; perciocchè l' uomo più al dolore dei

disastri adusato che non alla gioia, nel fremito straziante di quelli se li va immaginando di quasi interminabile durata, chè il loro furore vede e sente, il termine a lui si cela, nel modo stesso che all' ansante pellegrino, ascendendo le alpi, si nasconde la lor vettá ne' grigi nuvoloni che quivi dimorano. Il giorno della coraggiosa risoluzione fu giorno, quali ci mena il dicembre, pieno di tempesta e di pioggia; ma Colui che impera alle nuvole e ai venti calmò d'un colpo la bufera: all'entrar della notte il cielo era un immenso zaffiro il. luminato di candido lume. L'istante del commiato colla fidissima sua Nèlla fu di brevi parole; in quei giorni che eran corsi dalla subitanea partenza di fra Masseo avevan meditato, ragionato e stabilito ogni cosa a dovere. La mente ispirata di Piccarda vide esser quello il momento di eseguire la volontà di Dio, e le sembrava errore e bestemmia il pensare che l' Onnipotente, il Giusto per eccellenza, fosse per negarle l'aita necessaria ad eseguire i suoi comandamenti. Gli ordini di Dio sono senza replica chi può senza colpa differirne l'esecu zione? e quando Egli comanda, ignora forse la fiac. chezza o i bisogni degli umani? Ogn' indugio in quegl' incontri è un intervallo mostruoso di ribellione. Si baciarono dolcemente, e Piccarda a mezza notte usciva del palagio paterno. Dalla parte diretana raggiando la luna disegnava sulla strada e negli opposti edifizii la lista ombrosa dell' infame torre: non si gloriò e nemmeno si lagnò d'avervi tanto patito in quella notte: pensò anzi, e grave duolo la prese al cuore, che altri ivi dentro avesse provato com'è duro il morire di lac. cio o di fame : un' onda pienissima di tristezza le ebbe amaricato il cuore alcuni momenti, in pensando che dentro le latebre di quel palagio si erano maturati consigli d'odio fazioso, d'ambizioni smodate e d'ingiustizie: che tante volte a que' petroni muscosi i suoi congiunti,

Piccarda Donati

Disp. 26.

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