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sto cherico, e più grande sempre in somiglianti contigenze la vedranno i secoli futuri. E dico come non solo dagli uomini fia per più grave riconosciuta quella col pa, ma di certo lo sarà altresì da Iddio giusto giudica. tore, e più perciò nel fallace padre che nello inesperto figlio agramente punita. Al padre dice Iddio per le Scritture: da te chiederò io ragione del sangue tuo. E qui avvi un bellissimo latino ma ora non mi sovviene.

Un'altra cosa, prima di passar oltre, è mestieri av. vertire ove io dica alcunchè del prete non vo' intendere, com'è chiaro, de' preti veramente: chè buoni ed ottimi sono quasi tutti: è da intendere solo di questo mascalzone vestito da prete.

Ancora dunque con maestro Belacqua. Egli poichè in compagnia de' suoi pensieri ebbe percorso alquanto cam. mino, scorse adagiata nel pendio di un colle una bella chiesa. A lui pareva ora d'essere una spezie di prete, intantochè veggendo una chiesa gli sembrava di vedere alcuna cosa sua. Che cura è quella? — dimandava al primo incontrato. Cura? l'è una piovania quella, l'è! È giovane ancora il Sere? Anzi vecchio e travagliato dal mal di morte.

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Non volle sapere di più; diede il buon giorno all'uomo, uscì dalla strada maestra, e prese la callaia del poggio. Di poco s'era inoltrato quando vide sparsi per i tramiti della oliveta molti villani occupatissimi a gliere le olive: non erano ancora mature, correva novembre, ma vi dico che menavano tuttavia le mani a buono, e aveavi tanti uomini o donne a cogliere, quanti erano olivi. Vedeva affaccendato scorrere qui e colà un vecchietto rubizzo il fratello del Sere che di. ceva ai coglitori : sbrigatevi per amor del cielo! Va più oltre e la callaia costeggiava un tratto immenso di bosco. Formicolava, intronava tutto quanto di centinaia di colpi, che pareva l'arzanà de' Viniziani. E un giovinetto vestito alla cittadina urlava ai mozzatori: tirate via ma.

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scagni paga doppia e un fiasco a testa! E quelli zom. ba a bòtte rinterzate sulle querci, sui castagni e su i cipressi, i quali tratto tratto balenavano e tra-ta-thumb: ove poi fosser quercioli e pali, due colpi, una stratta e in terra. Andò più oltre, e giunto alla canonica si mise ad osservarla in giro, come colui che volesse farne la compera ammirò le mura, le belle finestre, la bella loggia, e il bel giardino, oh al giardino appunto vide cosa degna di riguardo. Una donna calava giù da una finestra un grosso fardello di biancheria, un' altra l'accoglieva di sotto e stendeva su le braccia in modo affettuoso, pur prima che i lenzuoli fossero a lei; in modo affettuoso, dico, che la sembrava un santo in atto di pregare alla croce di Cristo. La donna della finestra era la fantesca del Sere: la donna dell' orto la massaia del villano. Belacqua rise, e dato volta venne alla porta di casa.

Per attingere più agevolmente le notizie per la faccenda sua pensò d'infingersi amico del prete, e tra perchè v'era tanta gente che usciva ed entrava senza badare e senza essere badata, e perchè il prete era a termine di non riconoscere le persone, si mise anch'egli là dentro per fargli una visita. Oh qua vide poi l'ar. raffio! La cognata vuotava l'armadio di una stanza, la sorella si pigliava le sarge della cassa; un' altra sorella contendeva con un altro fratello su d'una roba nuova, e asseverava e giurava come a lei e non ad altri il prete l'avesse promessa da sano: un altro nipote frugava due forzieri che da altri già erano stati frugati; una terza sorella celavasi frettolosa e guardinga sotto la veste una zimarra per farne farsetti, e giustacori a' figliuoli; chi correva a tastare le soffitte, chi impugnata una lama rovesciava alcuni mattoni che sembravano nascondere alcunchè; chi a levare la cera di chiesa facendola in pezzi per recarla allo speziale. . . . io credo che così avranno adoperato appena le genti di Danesmarche e di

Gozia quando spiranti furore correano le nostre contrade. Come il nostr' uomo affacciossi all' uscio della camera, il povero sacerdote stava per terminare: e tanto è vero che il prete assistente gl' intuonava allora allora con voce sospirosa: « partiti, anima cristiana, da questa vita in Nomine Dei Patris omnipotentis, eccetera » con tutto il resto che nel libro era scritto. Allora fu vista una ribalderia che coronò tutte le altre, e ruppe a mezzo l'orazione del sacerdote: fece fremere di sdegno anche Belacqua! La più vecchia d'infra le sorelle del moribondo, alzatasi da rovistare ad un armadio, e fattasi presso al letto quando vide il naso affilato, la lacrima foriera di morte, il respiro singhiozzante, quando vide, dico, che moriva davvero, volle fare l'affettuosa, e al fratello che più non udiva così favellò: oh quanto patite, fratelmo! o che affanno vi opprime al petto! lasciatemi alleggerirvi alquanto. Sapete che cosa fece la sgualdrina? Gli tolse di sopra una preziosa sargia di lana e seta che valeva fiorini più di quindici, e con quella addosso via sgattonò (1). A suo tempo Belacqua con sua grande consolazione seppe quanto gli era mestieri sapere: cioè che il piovano oltre ai poderi della chiesa n'aveva un altro di pinguissimo provento costituente la dote d'un benefizio semplice che il patrono di questo era un cavaliero d'una terra là, di là da Pisa. Il maestro guardò la scarsella e la trovò rifinita, ma non iscoratosi torna indietro, corre a Firenze, a Pisa, e finalmente alla terra del patrono perviene.

A sera incominciata il cavaliero accolse il viaggiatore nella sala da studio, e a lui che la dimanda timido esponeva, rispose, beffardo: vi credete che i benefizii vadano al palio? faceste ragione che qual primo giunga a chiedere ei debba acquistarlo senza manco? Poi colla

(1) Fatti veri accaduti il 12 dicembre 1855, in una parrocchia della Toscana, i quali comprovano la verità esposta sopra da Eusebio, che i secolari son ghiotti delle robe de' preti e delle chiese.

carità che altri userebbe se al famelico invece di dar pane sonasse la chitarra, egli si trasse avanti alcune carte, e i suoi sonetti, dacchè un uomo di lettera era, si accinse a declamare. La qual cosa al suo termine giunta, e vi volle molto, quegli diede commiato al chieditore con un: vedremo. Belacqua intese il gergo, si attristò, e col danno e colle beffe la dimane riprese la strada. Seppe dipoi che il patrono, dopo aver veduto le cose da vedersi, e considerate quelle da considerarsi, ad un altro cherico il benefizio suo concesse. Fuvvi qui. stione; chi disse bene, chi male: lascio la cosa nel suo essere e vado innanzi.

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... e con cera di baccelliere domandò: ha egli benefizio alcuno? p.

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Consumerei un gran pezzo di secolo se tutte voles. si noverare le ricerche, gli artifizii, e le menzogne, i regali e i viaggi di Belacqua; trasvolo ogni cosa, chè più grave materia mi cresce dinanzi. Diremo solamente, che per lo primo anno di studio la faccenda del pagare

potette da lui con facile modo rimediarsi ; imperciocchè ito d'agosto al semenzaio a prendere il figlio per le vacanze, gli fu intimato dai maestri ch'ei non osasse ri. condurvelo più. Pagasse quant' era da pagare, se moneta avea; se no per amor di Dio gli rimettevano il debito, purchè il figliuolo altrove collocasse.

Quale la colpa sua perchè meritasse lo sfratto? Erano due le cagioni: il cherico Berto non avea avea quello che aver doveva, e troppo di quello onde al postutto doveva esser privo. Gli mancava principalmente la vir. tù dello intendimento, avvegnachè prima per figura rettorica io abbia detto, lui aver messo un grandissimo talento: chè altra faccenda è servire le messe e accendere le candele, ed altra lo intendere nelle grammatiche e nelle scienze. Troppo aveva poi malizia e certe altre taccherelle e tendenze che per lo migliore si tacciono. Le quali due cose poste in sodo, io deggio anche farvi sapere come quel convento di maestri si fosse uno dei migliori delle nostre contrade. Il sere nárrommi più fiate che con quella gente non si faceva a fidanza: lì si passano i giovani per lo cribro, e quelli che non sono trovati da ciò si rimandano a casa. Ma un altro semenzaio non la guardava tanto per la sottile, e quanto ragazzame di ributto poteva raccogliere, tanto per le scuole lieto e pe' dormitorj ne distendeva. Berto l'anno appresso trovò misericordia e alloggio in questo secondo: Belacqua sperò bene, e bene a ragione, perchè l'osteria era proprio pel fatto del suo figliuolo.

Io non mi intendo di studi da preti, nè voi intendereste per iscienza ch'io ne avessi il perchè non m'è dato divisarvi lo studio a cui il cherico fu posto; soltanto posso dire che sei stanze messe in fila avea ciascheduno di questi semenzai; la prima stanza recava l'uno scritto in sulla soglia; la seconda il due e così va discorrendo in ciascuna poi un maestro sedeva insegnando, e i fanciulli dopo un anno dalla prima passava.

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