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neanche il perchè . . . io dunque ti dico e sappi che Lippo s'è fatto frate de' frati minori.

Manetto sorrise, come chi sorride ad una celia dell'amico, e per tutta risposta sporgendo il vaso disse a colui dagli da bere a Calandrino! se non che questa volta ti se'ingannato; io non sono quello del canto alla Macina.

Farinata vedendo che non era creduto lo guardò torvo, pur mentre a lui mesceva, e nel prontuario delle sue formole di giuramento andava cercando la più ener. gica e sonante, che accompagnò con un pugno sul desco. Sarà vero, diavol credici!...

Dicoti nuovamente che Lippo è frate; e ciò è

vero come..

- Lascia il giurare, che non si dee e non si può per tattere come queste: ci credo, via.

E se ti rimane alcuna dubitazione andianne a Santa Croce, ed ivi lo vedrai in ossa, carne e tonaca. - Ma oh, come mai? sai pure il discolo, il . . . che era. Ebbene, come si fec' egli da messa?

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Uh, bescio, ti par egli? da sacca si fece. Per la messa, credo che richieggasi il saper leggere, ed egli dove imparò mai a leggere? Le son cose queste da signori, non da servitorelli come siamo noi. È uscito già dal noviziatico, e credi pure in poco tempo andò molto innanzi nell'arte della sacca. Quantunque giovincello, atante com'è, lo mandano alla cerca faticosa della campagna, e ti so dire io se la sa fare il mariuolo ! È il tempo del grano? se tu lo vedessi all' aia! Innanzi tratto e' fa una spezie di diceria o di storia, e afferma che chi più daranne ai frati e più se ne troverà nel granaio; che chiunque indegnasse di dar loro abbondevoli elemosine, tristo e gramo quel tale; perciocchè gli scemerebbe il grano pur sotto gli occhi, ed il poco rimastovi n' andrebbe tutto in crusca e tritello. E poi a narrare le diverse e spaventose punizioni dei lavoratori che stettero in sul tirato coi frati : quello

nel tal luogo, là lontano, diventato serpente, l'altro por. tollo via il diavolo, a questo cascaron morte di un tratto le vacche a' presepi, e i porci nelle stipe; e via discor. rendo. È la stagione del vino? dell' olio? della lana? del cacio? E lì le solite esortazioni a chi dà, le solite minacce a chi non dà.

Ma perdonatemi, amico (interruppe dolcemente un commensale solitario, che alzatosi di là se ne venne in confidenza ad assidersi presso i due servi): perdona. temi, io sono di campagna e vedo i frati tutti i giorni alla cerca; non li vedo però adoperare nella maniera di cotesto vostro figliuolo. Se mai forse, qualcheduno fra mille !

Ed io vi dico che son tutti così. Ma voi, messer mio, non dovete ora sbalestrarmi fuori del seminato; sedete accanto a noi, se vi piace, ma state in silenzio. Con cinque o sei boccali in corpo vi vuol proprio uno come me a non uscire di filo. Or che si diceva?

Dopo pensato alquanto, continuò:

Ma la maggiore sua destrezza l'adopera in altra faccenda, che più strettamente gli preme; vo' dire nel divisarsi ben bene in mente le tappe dove fermarsi. Allorchè la mattina congedasi dal palagio del castaldione, o dalla casa del prete, dove ha cenato una buona cena e dormito un sonno savoroso, egli già fermò in sè dove a sesta attaccherà la labarda, dico dove poserà la sacca e pianterassi a desco; così la sera, così la dimane per iscegliere la miglior cucina, e il miglior fiasco, ti dico e saramento che egli ha proprio naso da can levriere. Poi per lavorare di discorso meglio che mai; chè men. tre cionca e addipana.

e

Chieggovi perdonanza se di nuovo il dir vostro interrompo, soggiunse il forestiero; ripeto come io vedo i frati tutti i giorni; essi chieggono e pigliano quello che si dà loro, senza cotesta laida maniera, e divota. mente ringrazianvi a nome di Dio e dei Santi fondatori

senza più. Per mangiare poi non gli ho visti giammai trasmodare in ghiottornia, ma si gli ho visti cenare un aglio dal montagnuolo con fine appetito, come se fosse una starna.

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Alle guagnele, voi mentite per la gola! Io vi giuro che la cosa è così. Per lavorare poi di discorso lascialo stare frate Lippo. Figuratevi che oggi sia a desinare dal castaldo maggiore de' miei signori; e' sa che costui è in lizza col vicino possessore; e allora, pur mentre cionca e addipana a bocconi rinterzati, eccolo a tirare il discorso sopr' esso al castaldo concede tutte le ragioni, e dice che l'altro ha il torto; parla co'villani, dà la ragione a coloro e il torto al padrone: parla col padrone e giura che i villani gli voglion male, e lo proverbiano, e gli imbolano l'anima. Lo credereste? con questo barcheggiare, i gonzi vogliono un bene dell' anima a frate Lippo: chi se lo strappa di qui, e chi di là. Per lo andare poi è cosa da ridere; non dico, sapete, che non sappia passeggiare, chè per questo va diritto ed impettito, e poi è mio figliuolo; ma vo' dire il modo suo dell' andare cercando. Egli va di traverso come il granchio. Partesi di qui e va colà: si riparte di colà e torna qui, o non molto di lungi, poi ritorna là presso; e così con questo andare a modo di spola da telaio, o a modo di bifolco nel campo che ara, egli stassi molto tempo fuori alla campagna, e non lascia la più meschina casuccia da visitare. Evviva frate Lippo!

Il vostro brav' uomo, riprese il campagnuolo, è a quanto ascolto una rarissima eccezione della regola. Guardate il melo all' autunno; esso fa bella mostra di sè con tutta quella infinità di pomi rubicondi e belli; alle sponde, come le chiamano i villani, vi troverete però qualche mela guasta dal verme, qualcuna soltanto: sarà per questo men bello e buono il melo? Così potrà dirsi del vostro Lippo. I frati se ne stanno in convento a salmeggiare ed orare, e non sanno nulla di

quello alla cerca interviene essi quasi non hannovi colpa, comecchè a dir vero dovrebbono informarsi e dar fiere punizioni e rampogne a chi le si merita. Ma torno a dire; di quelli da mettersi a pareggio di Lippo, avravvene uno ogni mille, e fra soli dodici apostoli scelti e chiamati da Cristo, fuvvi Giuda ladro e micidiale. O per questo andò a monte la redenzione degli uomini? Non fu buono egualmente il collegio apostolico a illuminare e salvare l' universo? Queste disorbitanze null' altro provano, fuori solamente come ogni consorteria d'uomini abbia il suo volgo, nel modo stesso che ogni più nobil metallo ha la sua scoria.

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per avventura senza vocazione? E i frati che hanno occhi che dicono il vero non se ne addiedero ? Non ven. nero in alcuna sospizione e l'accolsero ?

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Ma mi volete far bestemmiare? non volete intendere ch'egli è più gargo del fistolo, e la sa più lunga di lui? E poi che vocazione? che è la vocazione? Ci messe una parola il mio padrone... - Farinata qui si morse i labbri per la stizza d'aver nominato il padrone; aveva proposto di volerlo tacere, ma in vino veritas.

Oh, non ti maravigliare allora ; vestitosi senza vocazione ne farà di queste e dell' altre. Senza vocazione! Ah, badate, io non sono beghino, ma quante volte mi torna in mente la tremenda storia d'un cherico senza vocazione, e tante abbrivido e aggriccio tutto addosso. Ma dite: che importava egli dunque si vestisse di quella lana ?

Gli uomini, rispose dottorevolmente Farinata, hanno sempre uno imperchè nell'operare; dunque io avevo ed ho un fine, un imperchè dico che Lippo aveva un fine che lo spronava a pigliare quella via, a scalzarsi ne' piedi; bel gusto, eh, l'andare scalzi! che bell'utile ne viene al mondo!! Gusti da sciocchi. Il pa. drone... (qui un altro morso di labbra che fecesi spicciare il sangue) il padrone . . . al padrone non caleva nulla di ciò, e lo lasciammo fare a suo grado.

Il novello heauton_timorumenos seguitò a indragarsi con se medesimo per queste involontarie manifestazioni, maledisse il vino bevuto, imprecò al servente dell'ostiere quasi lo avesse ingannato sulla qualità, e per cansare poi ogni pericolo di recidiva voltò di bordo, e richiese il campagnuolo volesse dire che cosa mai avvenne di quel cherico.

Il campagnuolo, per chi nol sapesse, era un agiato possidente, uomo di salda fede e d'ottimo costume: egli veniva spesso in città per ispacciarvi le sue derrate, o provvedersi delle cento cosette che alle famiglie sono

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