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naia di passi era lungi la turrita cerchia della città allorchè giù inoltrandosi nel ripido sentiero chiuso fra due muri, movea le briglie a destra per pigliare larga la volta ad un angolo della strada.

Ah, ti trovassi alfine! - esclama repente, dalla cupa cogitazione risensato.

Infrattanto svoltato l'angolo vede tremo a dirlo si vede dinanzi a poche spanne il micidiale, che soletto, inerme, venia su cavalcando . . . Un'ondata di sangue bogliente senti balzarsi al celabro Giovanni: una mano di ghiaccio strinse il cuore al suo nemico.

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Muori, scellerato! urlò Giovanni, oltre fie. ramente scagliando il cavallo e già alza la spada in atto di ferire. Ma quel tapino non veggendo più scampo, ratto come folgore s'era gittato dal suo destriere, e in terra genuflesso, facendo croce delle braccia in sul petto, gridò a lui:

Perdono! Gesù oggi, in quest' ora, morì per noi... Qual portento, cristiani, qual portento! Ai solenni e pietosi accenti, al pensiero di cotanto giorno, alla vista della croce, l'animo cadde e la mano allo indragato garzone scese anch' egli di sella e- ti perdono, sì ti perdono per amor di Gesù disse e baciollo, si bacia. rono: e amplessi e lagrime e nuovi baci, accenti no, chè la picna degli affetti lo contendeva ad entrambi: parlarono i cuori col palpito. Lo scudiero che appresso seguiva Gio. vanni ripose il costoliere nella vagina e credeva sognare a tal vista; ma più ebbe a trasecolare quando udì il suo signore con fermo accento ordinargli accompagnasse il riconciliato nemico alle case del genitore Gualberto; pregasse questo volesse ei pure accoglierlo a mercè, anzi per figlio in luogo suo, dacchè Iddio nettamente fuori del secolo il chiamava. Obbedì il sergente: un altro amplesso scambiaronsi di tutto cuore i favoriti dalla grazia divina e dettosi addio, Giovanni rimontò il colle di S. Miniato.

Che pàrvene? interrogò l'Abate; e Rossellino a lui :

io vi dico, padre, che costui per solo questo sovrumano atto di virtù cristiana e cavalleresca meritavasi da Dio il reame celestiale, e perpetua lode e benedizione dagli uomini.

La lode degli uomini spesse fiate è bugiarda, il perchè Iddio volle da se medesimo rendere quest' omaggio, e del gesto virtuoso il grado significare al giovanetto. Il quale con presti passi e di lietissimo cuore, come poscia recitava, entrato nell'augusto tempio del monistero, e dinanzi all'altare gittatosi genuflesso, cancellò sul petto le braccia nella foggia medesima che a lui si era prostrato l' uccisore di Ugo: quindi nel volto del crocifisso le pupille fissando orò: Signore, come ora ho perdonato all' inimico, e tu perdona a me ribelle tuo figlio Signore. Ma novello prodigio rompe la preghiera di Giovanni. L'immagine dell' uomo-Dio, lo credereste? tuttochè effigiata in legno piegò il sacro capo a dimostrazione d'assenso, e tale mandò un sonito come se un legno da altro legno per violenza si spiccasse. I monaci nel coro meditavano i lunghi e fieri dolori con i quali Cristo Signore ne redense: balzarono, videro il miracolo e laudando e ringraziando Iddio, si tolsero in mezzo l'avventurato e magnanimo cavaliero.

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Al mattino vegnente il vecchio Gualberto fu alla Badia, e poverino imprecava al figliuolo, minacciava con orribile giuramento i monaci; ma tutto indarno. L'inclito suo figlio appresentoglisi con le lane della penitenza e con la testa rasa, come colui che da Dio aspettava centuplicata la sua sostanza.

Anche Gualberto non molto tempo appresso era mo. naco e il perdonato uccisore di Ugo, giusta il voto di Giovanni, rimase erede dell' universo avere di quei felici disprezzatori del mondo.

Nell'anno 1060 della salutifera Incarnazione un romito errava in questi monti in cerca d'una caverna. In. spirato da Dio si fermò in questa ombrosa valle, quivi

pianse a lacrime infinite le follie della età d' insania. Nè a ciò contento, partorì a Cristo molti figli, che dell' odore di lor santità rallegrarono la Chiesa travagliata allora dalle cupidigie dei simoniaci e dai lordumi dei nicolaiti: poi pieno d'anni e di meriti Giovanni di Gualberto volò al guiderdone dei giusti, e santo fu salutato.

Il padre Abate alzossi dallo sgabello e voltosi con grande carità a Corso: voi sarete ora ben convinto, gentil cavaliero, che la grazia di questa vocazione concedela Iddio come, quando e a cui gli piace, chè ammirabili sono le vie sue; e concedela altresì a quale il candore dell'anima abbia turpato nelle frenesie del mondo. Guai a chi vi resistesse, o a chi per contrapponimenti bri. gasse che altri vi resista. Se a voi, nobil fanciulla, oggi la voce del Signore si fa sentire, deh! per carità dell' anima vostra, posciachè per prudente consiglio sarete certa quella esser voce di Dio, non vogliate indurare il cuor vostro; rispondete pronta con Samuele: eccomi, o Signore.

Il servo di Dio ordinò a Fra Ugo che conducesse gli ospiti a visitare i luoghi memorevoli del romitaggio, e tutti poscia a Dio raccomandando, tolse commiato e se ne venne alla cella.

Tale si era Vallombrosa nel secolo decimoterzo, e tali erano i suoi monaci.

Ed ora, sento alcuno con ghigno volteriano in. terrogarmi, ed ora com'è Vallombrosa? Ha essa tuttavia le celle d'assoni e i tetti di stipa?

Signori filosofi e statisti, non ridete, chè anche a questa vostra illiberale dimanda i monaci di Vallom. brosa e di tutto il mondo possono pienamente rispon dere: qui frattanto di passaggio pigliatevi questa risposta da me che non son monaco nè frate.

Vallom.

brosa non ha più i tetti di paglia e di stipa, e i mo. naci suoi non veston più quelle ispide cappe, perchè le nostre case ordinarie non sono più come allora coperte di graticci e senza vetri alle finestre; e perchè i cittaPiccarda Donati Disp. 18.

dini più non vanno vestiti di ferro, di cuoio e d'osso, come ai tempi di Corso Donati.

Vi sembra irrazionale la mia spiegazione? Oh, rechereste atroce torto a voi medesimi, ove non vi riuscisse farne la logica applicazione supplendovi le idee intermedie che io, per non farvi da maestro, tralascio. Ed aggiungo che neanche la Chiesa è oggi un rozzo incastellato di legname come quello del trecento, ma risplende invece di marmi e d'oro.

L'oro nelle chiese de' monaci? Non era meglio lo spendessero in opere di filantropia? lo mettessero in tanto pane per saziarne gl'indigenti ?

di

Questo zelo farisaico, vi rispondo, ebbe solenne smacco da tale, che in fatto di vera filantropia sapeva infinitamente più oltre che non ne sappiamo io e voi tutti da Cristo Redentore. La Maddalena in segno riverenza avea vuotato un vasello di prezioso spigo. nardo per odorargli la chioma e i piedi, e un apostolo umanitario fece in termini la oltraggiosa osservazione che voi, odierni umanitari, andate facendo. Voi dunque avete solo il pregio dell'imitazione, chè il trovato è tutto di quell' apostolo, cioè di Giuda Iscariote. Leggete il Vangelo e sentirete la risposta di Cristo.

I monaci della Vallombrosa non hanno più nem. meno quelle inospite foreste, nido di lupi e d'orsi; non più quelle sodaglie al monte, nè quelle lande paludose alla Maremma: al monte e al piano vedonsi ora fecondissimi campi e agiate abitazioni, vi si vede l'opera benefica del monachismo quel monachismo che oltre a mille altri vantaggi, diboscò una gran parte d'Europa mutandola in ubertose contrade. Con ciò i nostri mo. naci fecer opera filantropica al sommo ed italiana, conciossiachè porsero di tal modo il pane a migliaia di lavoratori, e procacciati più ricchi proventi, si misero in grado d'esser larghi co' milioni de' poveri, a cui per tanti secoli hanno cavata la fame. Se poi si obiettasse, che

la soverchia opulenza facciali mal rispondenti allo spirito de' loro istituti, perdonate ch' io vi dica, o riformatori, come voi non abbiate la minima autorità d'inge. rirvi nel fatto loro; non più di quella che i monaci pretendessero avere nell' interno delle vostre famiglie: essi in tal punto umiliansi unicamente dinanzi ai decreti della Chiesa di Dio, la quale sola presiedè alle loro istituzioni. Ella infatti allorchè veda come alcuno istituto, per tralignare, riesca inutile e dannoso, non manca al suo dovere e francamente lo abolisce. Se non che prima di venire al doloroso taglio quella buona madre suol tentare ogni argomento d'ammenda, e con molta ragione; chè in annullare istituti benemeriti della religione, e della umana civiltà vuolsi andare ben lenti.

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Nulla però di meno i moderni Licurghi finiranno di sbandire monaci e frati da tutte le terre d'Italia, schianteranno affatto queste magnifiche creazioni che

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