Page images
PDF
EPUB
[ocr errors]

d'altra parte non darovvi giammai lode di cotesto vostro adoperare, diceva il popolano siete de' priori; se il dì fosse di quarantotto ore parvi egli sarebbe lungo di soverchio alle gravi incumbenze dell'ufficio vostro ? perchè adunque converrete alle loro orgie? e palperete le costoro piaghe, affinchè fatti superbi di vostro favore si lievino su a malmenare noi che chiamano i cani del popolo ?

[ocr errors]

E il cavaliere : Se poni mente con dirittura di giudicio alle opere mie io tengo il modo degli antichi: bonis ut faveant, malis ne noceant: il popolo io prego che sia buono e saldo stia e non iscomunisi nè sciarrisi per gare da questi grandi, e simile i grandi io scongiuro e conforto che non covino infingimenti e non vadano se.

[graphic][subsumed]

minando menzogne, perciocchè empirebbono i granai dei loro figliuoli (1): raccomando sovrattutto che non op

(1) Dino Compagni, Cron.

pressino i piccolini! Per lo che tu mi vedi e a questo codazzo dove al mio grado rimangomi, e più sovente nelle botteghe degli artefici e per le piazze fra loro mi vedi.

Voi siete umile e debole di troppo; l'andare a' versi di tutti non è buon divisamento, a mio senno. Sedete tra' priori: chè non fate novelli e più severi ordini per infrenare cotesti infingimenti e quelle lor brutte malizie ? Perchè ripeterollo, trattenersi fuor di Palagio, donde solo un' estrema necessità può dipartirvi? Perchè usare alle orgie e briachezze di questi malvagi?

Ecco Lapo sempre ai rimedi estremi. Non vedi, amico, che piccola è quella favilla che a distruzione mena un gran regno? Da cotesti più fieri ordini che verrebbe oggimai di meglio? Scoppierebbe subito l'incendio della maladetta guerra civile, dalla quale Iddio ne scampi e pure ti è conto a prova che più si consuma un dì nella guerra che molti anni non si guadagna in pace (1). Queste fratellevoli letizie, cui ti piace nomare orgie sono forse avvedimento e rimedio a tener lungi il divampare della rabbia intestina. Appellavansi Malefami i Donati: erano odiosi più che gli altri tutti d'infra i grandi e i cittadini grassi; ascolta però quali fragorose salutazioni ricevono ora dal popolo! ve' come tutti s'aggreggino in un amore ed affratellinsi! Lapo; se una cosa oggimai la nobilissima, ma non prosperevole nostra patria può sostenere in piedi, e della fede e dello amore rivestirla, questo si è la discretezza che i rettori in ogni caso con ambedue le parti deggiono usare. Quan. do poi mestier fosse, tu sai bene che io pure so scagliare la rampogna, intantochè soverchio frustatore alcuna fiata ti parvi.

Troppo siete buono voi, messer Dino Compagni;

(1) Dino Comp, loc. cit.

li baccanali non vorranno mai partorire la pace, e dicevalo, tuttochè buffone, anche Orazio :

Ludus enim genuit trepidum certamen et iram,
Ira truces inimicitias et funebre bellum.

E il secondo verso non potè udirsi intero, perciocchè i danzatori, umettata largamente la gorgia, ripresero l'altissimo trambusto, e con esso il cammino. La cavalcata fu astretta a fare almeno cinque o sei di quelle soste e a ciascuna di esse la brigata dei Tintori, i menestrelli, i giullari e i trombetti aveano qualche nuovo squarcio di musica o qualche ballo appositamente divisato, o giuochi o armeggiamenti o qual ch' ella si fosse altra rappresentazione. I gentiluomini n'erano stufi, perciò messer Forese, giunti che furono alla Badia, comandò ai paggi di scorta che senz'altro sfilassero giù direttamente alle case in porta S. Pietro. Vennero finalmente in vista del palagio di messer Simone sulla cui facciata sorgeva la torre maestra, decorata in quel giorno con fasce e padiglioni bianchi e vermigli: in mezzo ad essi era effigiato lo stemma di famiglia. Di fianco alla torre aprivasi un portone con pilastri a gran bugne, quasi in. gresso di cittadella.

La brigata biancovestita per la più parte si dispose in due ordini lungo i sedili di pietra che costeggiavano la base esterna dell' edifizio; indi il re fattosi innanzi si cavò di sotto le vesti un bel nastro di raso vermiglio, e datone l'un de' capi al suo sergente lo tirò a traverso al portone, che ne rimase come abbarrato. Intanto il corteggio scavalcava, e Forese colla sposa si fè avanti alla barriera del nastro. Qui la compagnia intonò un certo cantico, nel quale ricorreva frequente il rozzo intercalare:

Se brami entrar colla tua cara sposa
Dacci lo scotto per la Neghittosa.

Laonde per cessare la noja era già mezzodi

[ocr errors][merged small]

ai primi inviti comprò il passo dal re della commedia. Il quale con grande umiltà d'inchino, ad onta della sua corona reale, accolse ed accettò la borsa del riscatto : poi a regola della cerimonia offerse allo sposo un coltello. Forese recise con esso il nastro nel mezzo, entrò con Nella e dietro loro i cavalieri e le donne.

La compagnia si recò tostamente alla Neghittosa. Era questa una delle più rinomate taverne là ad un canto del corso degli Adimari presso la loggia de' Cavicciuoli, e la chiamavano di tal nome per essere il convegno di tutti i neghittosi, cioè degli uomini nati per la digestione e per le novelle. Il re vi aveva fatto apparecchiare un lautissimo pranzo, e la brigata senza por tempo in mezzo invase tutte le stanze dalla cantina al solaio: ma tutti non trovarono dove assidersi, onde si doverono metter le mense anche sotto la prossima loggia. Dopo mezz'ora di confusione e di lotta inevitabile per collocarsi ciascuno accanto a' più amici fra gli amici, furono a sedere: molti destrissimi valletti gli servivano, e fino dai primi messi incominciò come per incanto un discreto silenzio. Anche il rimanente della città strepitava di meno, chè gli animi di tutti erano in patinis: questa tregua durò un paio

d' ore.

Quando poi de' vini e de' cibi fu sazia la voglia, Fi renze si commosse a più vigoroso movimento, a grida e voci più allegre che mai. La moltitudine dirigesi in massa alle sponde dell'Arno: un conflitto navale sta per eseguirsi. Sono più di dugento barchette tutte adorne di bellissimi teli bianchi, rossi, gialli e cilestrini. Trenta di esse hanno la vela e i padiglioni gialli, accalcate di giovani tutti in belle vestimenta di drappi gialli. È la brigata de' Beccai, che formatasi in borgo San Lorenzo vuol provarsi nella lotta arnina colla brigata de' Tintori : questa si è raccolta sopra altrettanti navicelli parati a bianco.

Tre giorni innanzi una lunga pioggia aveva di molto accresciuto l'acqua del fiume, per forma che essa aggiugneva a bagnare bastantemente l'una e l'altra sponda e offriva così ai legnetti un piano vasto e regolare. Il luogo del combattimento era lo spazio dell' alveo che si stende tra il ponte a Rubaconte e il ponte Vecchio; l'or. dine poi fu questo: gli scalmi de' gialli si furon posti in linea parallela alla sponda sinistra del fiume, e di fronte ad essi lungo la spalla destra quella de' bianchi. Ad un terzo dell' alveo di qua e di là era stato inalberato un grosso tronco d'abete, e sopra vi sventolava lo stendardo che a ciascuna delle squadre apparteneva. L'uno e l'altro stendardo aveva in mezzo la propria insegna quello de' bianchi portava in campo bianco una porta rossa, la quale significava Por S. Maria, centro dell' arte de' merciai e setaioli: l'altra insegna aveva il campo giallo con dentro un becco nero; la stessa che distingueva l'arte de' beccai dalle altre minori arti della città. Le altre barchette cariche di spettatori s'erano attelate traversalmente al fiume dalla parte superiore; e di sotto, lungo le pile del ponte Vecchio, stavano pure in riga traversale una ventina di navicelli, che aveano l'uf. ficio di prestar soccorso ai trabalzati nell'onde e di ri sospingere nella mischia le barchette che giù calassero. Le sponde di tutto il lung'Arno e le spallette dei ponti erano gremite di popolo.

:

La vittoria di questa naumachia doveva aggiudicarsi a quella delle due brigate che avesse fatto maggior nu mero di prigionieri; e quando non fosse accaduto di farne dovrebbesi incalzare oltre lo stile avversario la maggior parte de'palischermi nemici. Guiderdone al valore era un palio di sciamito a frange d'oro avente in mezzo l'arme di parte guelfa, e inoltre due fiorini d'oro per ciaschedun vincitore. Non avevano arme offensiva, in capo tenevano una cervelliera di cuoio per ischermirsi alquanto dai colpi delle pugna, nei quali principalmente

« PreviousContinue »