Page images
PDF
EPUB

giorni si travagliarono intorno la città, ma non la poterono avere; per lo che si sfogarono a fare enorme guasto nel suburbio ardendo dal fosso Arnonico a Pisa tutto il borgo, dov' erano eleganti case e giardini nobilissimi. Di questa sodisfazione, qual ch' ella si fosse, parve contento il comune fiorentino, onde senz'altro richiesto di pace dai Pisani, vi assentì (1293), a patto che si disfacesse il castello di Pontedera, e ai Fiorentini dessero in Pisa libera franchigia di loro mercanzie.

--

Corso continuandosi coll'Alighieri - io vorrei, disse, che tu ripensassi la poca cavalleria e mal guernita che il comune ci diè per quella impresa: i fanti erano di recente deletto e mal sapeano giuocare e attelarsi negli ordini; arrogi a questo sconcio che essi erano male in arnese e gli usatti avean laceri, di che sostenevano grande tribolazione in quel terreno pantanoso che intornia la città

[ocr errors]

Perchè avean lacere le vestimenta e gli usatti, tu e gli altri capitani dovevate incuorarli all' assalto dicendo loro che, vinta la pruova, si sarieno ben rivestiti e calzati delle spoglie inimiche.

Ma tu, Dante, non ricordi le ardue mura e le gagliarde torri che ricingono Pisa; tu non sai come dentro vi ha prode gente d' arme, destrissimi arcadori e fonditori, in specie ottocento cavalieri tutta bella e valorosa gente e bene a cavallo: dimmi, in fe' di Dio! ad una irruzione che soli costoro avessero fatto sulle nostre deboli masnade, chi ne avrebbe sostenuto il fiotto?

E Dante Un Leonida e soli trecento di quei petti, che alle Termopile abbarrarono il passo a Serse e all' infinito esercito suo.

Ma io lascio il freno al tuo dire. Si vedrà ora che cosa saprà fare l'Asino di Porta; egli ragghia e invita il popolo a tornare a tenzone con l'aquila di Pisa :vada vada, chè forse la grifagna gli dipelerà il viso;

forse egli nemmeno ci riporterà l'ossa, e saría meglio: chè di tal modo avvierebbonsi a fine molte altre guerre, le quali ...

-Le quali uccideranno questa nobile patria! fiero interruppe Dante

[ocr errors]

e qua è appunto la mira della mia visita e del mio ragionare: voi ascoltate, chè le mie parole di gran sentenza vi faran presente.

Quivi egli segnato nell'aspetto di quel diritto zelo che in cuore a' generosi smisuratamente avvampa, domandò:

-E fino a quando superbia, invidia ed avarizia incenderanno i vostri cuori, o Donati? E fino a quando per voi l'un l'altro si roderà di quei che un muro ed una fossa serra? Quando darete fine alla maladetta discordia che tra voi rugge e le altre nobili famiglie, alla quale tuttodì accrescete esca? Gli Adimari vostra mercè, o Simone, sono in tira co' Tosinghi; per voi i Rossi odiano a morte i Tornaquinci; tra i Bardi e i Mozzi ha grande tenzone; i Gherardini vorrebbono spenti i Manieri, e questi costoro ; de' Cavalcanti co' Bondelmonti non è da dire il rovello, parte poi di questi odiano i Giandonati; è gara tra' Visdomini e i Falconieri, tra’Bostichi e i Foraboschi, e questi pur co' Malispini hanno lotta tu, Corso, bolli di odio contro i Cerchi, tu dileggi messer Vieri appellandolo Cavicchia, e l'Asino di Porta... che farebbono i nemici, vivaddio? E pure gli è tuo cognato messer Vieri! Che più: tra voi stessi, tra Donati e Donati, tra voi e i fratelli di madonna Gemma (1) va crepitando incendio alto di rabbia! Come che di ciò pianga e che n'adonti volete la morte di questa inclita patria? E voi l'avrete ! La bella vittoria di Campaldino avea composto la più paurosa divisione ond'era agitata la città nostra: la parte ghibellina vi fu quasi al tutto morta e disfatta (2); pertenevasi a' guelfi vin(1) Moglie di Dante stesso.

(2) Dante medesimo in una Epistola.

citori il fondare e mantenere giusto, libero e tranquillo reggimento; spettava a noi godere i dolci frutti di pace, la quale per nostro procaccio e con tanto travaglio avea fatto ritorno nella bella contrada, di che al cuore nulla pietà par che vi prenda. Oh, bello il dì di santo Barnaba! Tuttora lordo di polve, di sudore e di sangue, avvegna diochè immenso e moltiforme spettro di morte mi funestasse lo sguardo, ecco, io gridava quel giorno, e alla mia voce tenevan bordone quanti hanno in petto viscere di patria carità: « ecco ora il tempo accettabile nel quale << surgono segni di consolazione e di pace! In verità un << nuovo dì comincia a spandere la sua luce mostrando << da oriente l'aurora che assottiglia le tenebre della <<< lunga miseria. Il cielo risplende ne' suoi labbri e con << tranquilla chiarezza conforta gli auguri della perpetua << pace. Asciuga, o bellissima, o Fiorenza mia, le tue la << crime e gli indumenti della tristizia disfai. Coloro che << amano la iniquità saranno confusi. Voi i quali sop<< pressi piangete sollevate l'animo, imperciocchè presso << è la vostra salute (1). » E voi, o crudeli, affogherete nuovamente la città in un Arno di lacrime e di sangue Ah! spietati, che per gara d' uffici vi dividete e abominate l'un l'altro, in uno concordi nel fare ingiurie ai popolani con batterli e con altre villanie: ma badate qualche valente uomo afforzerà questo popolo sì depresso; farannosi ordini di giustizia contro a voi, oltraggiatori potenti. Se quel gigante dalle mille teste, dall' urlo tremendo, si sveglia; o se nella sua afflizione griderà al Signore: excita potentiam tuam et veni guai a voi, anime prave!

?

Ma voi, messer Dante, siete guidato da uno spirito troppo iracondo: vedete tutte le cose tinte in nero, disse dolcemente Simone. E Dante a lui di rimando.

E voi scambiate lo sdegno con l'ira. Lo sdegno

(1) Dante in un' Epistola.

dei forti animi è un affetto appieno distinto dall'ira, la quale i vili dentro consuma: leggete il libro del Maestro di color che sanno, e vedrete lo sdegno tuttochè gagliardissimo, non potersi chiamare ira, la quale egli pone e chiama un appetito di far vendetta che paja vendetta; e lo sdegno un affetto magnanimo, anzi un vero indizio di virtù, che procede da costume ottimo come la pietà. Gli uomini valenti sono disdegnosi quando veggiono il vizio in onore e la virtù in dispetto: egli hanno a schifo le arti malvagie e i perduti che le adoperano; ma gli animi abietti e quei che consumano la vita senza fama e senza voglia di fama, non sono sdegnosi mai, sono iracondi. Lo so e me lo dice il cuore: i tristi la virtù che veggiono in altrui coprono di nomi odiosi che l'assomiglino al vizio: ma che vale? « Io, quanto posso, gli errori della << gente abomino e disprezzo, non per infamia o vituperio << degli erranti, ma degli errori: io grido alla gente che << va per mal cammino, acciocchè per diritto calle si « dirizzi (1). » La mia voce sarà molesta nel primo gusto, quando poi fia digerita lascerà nutrimento vitale. Ma basti questo su ciò. Io dico, seguitando, come nel cimiterio di Certomondo avrei creduto sepolta l'empia discordia ahi! che ora si è mostrata novellamente e gavazza correndo la terra nostra, e agita le ceraste e le anfesibene, e con orrende fiaccole tutto vuol ridurre in cenere! Ahi! la città nostra è piena d'invidia sì che già trabocca il sacco. Oh patria mia !

[ocr errors]
[ocr errors]

Oh! quanto in te la iniqua gente è pronta
A sempre congregarsi alla tua morte,
Con luci bieche e torte

Falso per vero al popol tuo mostrando !
Alza il cor de' sommersi, il sangue accendi,
Sui traditori scendi

[blocks in formation]
[ocr errors]

Perchè, o Corso, ti fai caporal ministro della discordia, di quella feroce Erina? Ma la tua famiglia, alle guagnele, è nata per questo che adoperi il disfacimento di Firenze? Ahi, Aldruda Aldruda, di quanto male fosti madre! Che speri, Corso? E quando pur tu fossi riuscito a soverchiare tutti gli altri grandi, che avresti fatto? Avresti guadagnato vieppiù il vituperevole nome di Malefami a tua casata: tu avresti ridotto in frantumi e in cenere quasi tutta questa dolce patria; tu venuto a man degli avversari tuoi, saresti poscia sommerso nell'onda dell'Arno per te colorato in rosso. Ecco la tua gloria, la tua potenza e utilità che vai sempre agognando. Ecco che la istoria scriverebbe il nome tuo insieme con quello di Catilina - sì di Catilina, perchè essa direbbe : << un cavaliere della somiglianza di Catilina romano, ma << più crudele di lui, gentile di sangue, bello del corpo,

[graphic]

<< piacevole parlatore, adorno di belle maniere, sottile << d'ingegno, coll' animo sempre intento al mal fare (col

« PreviousContinue »