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volto l'altare: non fu posto mente per avventura al bel pensiero che guidava la costruzione delle chiese primitive; amavano allora i fedeli che l'altare fosse piantato per modo che e sacerdote e popolo orassero rinvolti la faccia ad oriente, simbolo magnifico del verace Oriente che venne a sfolgorare la sua luce sopra i sedenti nelle tenebre e nell'ombra di morte. Ammirarono le fanciulle la severa politezza del tempio: nemmen quivi un'anima vivente; se non che dopo pochi istanti udirono un monaco che dietro l'altare ammaestrava favellando in que.

sta sentenza:

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« Se tu vuoi pienamente acquistare quello a che << tu intendi, due cose ti sono necessarie di fare. L' una << si è che tu in tal modo ti cessi da tutte le cose transi<<torie, che tu non le curi più che se elle non fussero. << La seconda, che in tal modo ti dia a Dio, che non dica << nè facci se non quello gli aggrada fermamente. La << prima cosa acquisterai così, cioè con ogni modo che << tu puoi fa' te medesimo vile pensando che nulla sei:

<< credi ogni persona essere migliore di te e più piacere << a Dio. Ciò che tu vedi o odi delle persone religiose << pensa farsi con buona intenzione, eziandio che paresse « il contrario, però che spesse volte l'umana sospezione << è ingannata. Non giudicare niuna cosa, non parlare « di te niuna cosa che importi lodi, anzi t'affatica più << in celare le tue virtù che i vizii. Di niuna persona << parla male quantunque sia vero e manifesto; più vo« lentieri poni le orecchie tue quando alcuno è lodato, << che quando è vituperato. Quando tu parli con altrui << sieno le tue parole rade, vere, acconcie e pesanti, e di << Dio. Ciò che a te o ad altrui congiunto interviene non << curare: se è cosa prospera non ti rallegrare, se è av<< versa non ti contristare ma tutto reputa nonnulla e << loda Iddio » (1).

Piccarda fermò la mente su quest'ultimo periodo, non perchè il pensiero le giungesse nuovo, era anzi il pensiero suo prediletto; e per quanto il sermone del mo.. naco si continuasse per una lunga ora ella non intese più oltre, ma tutta s' immerse nel rugumare la beltà consolatrice di esso pensiero.

Dopo la preghiera uscirono di chiesa a dimandare l'elemosina. Piccarda figlia di messer Simone Donati gentiluomo fiorentino chiedeva la elemosina! Queste possono appellarsi similitudini in miniatura dell' abbassamento del re dell'eterna gloria: volle partecipe farsi al miserabile retaggio de' figliuoli del fango, come la virtuosa nostra donzella volle partecipare al pane de' poveri di Cristo. Se il padre iniquo avesse veduto allora la sua figlia in quella ruvida gonna, a quel freddo e digiuna e stanca di insoliti viaggi, chiedere un boccon d'elemosina, oh certo si sarebbe . . . . intenerito? No, i genitori fatti sullo stampo di Simone Donati non s'inteneriscono che alla vista dell' oro, non sorridono ai figli non a per.

(1) S. Bern., Pist.

sona del mondo, se non quando e' siano molla al dolce pensiero d'un subito e ghiottissimo guadagno. Messer Corso poi avrebbe tagliato con un colpo di scimitarra la mano alla sorella e al frate, perchè l' una non pigliasse, l'altro non desse'il tozzo che egli, contradicendosi, avrebbe chiamato vituperoso a casa Donati.

L'elemosina di pane e formaggio che le fanciulle ricevettero dal portinaio si recarono a gustarla nelle vicine capanne dei lavoratori.

Di buon grado in quel dì medesimo avrebber voluto ricondursi a casa; ma la brevissima giornata inver. nale e i preghi dei contadini, al cui sguardo sagace non era sfuggito la nobiltà del tratto di Piccarda, le tolsero di proponimento. Aggiungi che l'aria disponevasi a ver. sare di nuova neve, le vallicelle e gli anfratti s'empivano di vaganti e soffici nubi cenerognole. Il monte di S. Michele era allora una viva immagine dell'Atlante virgi. liano :

Atlantis, cinctum assidue cui nubibus atris

Piniferum caput et vento pulsatur et imbri:
Nix humeros infusa tegit, tum flumina mento

Praecipitant senis, et glacie riget horrida barba 1).

Spento il giorno, la campana chiamava i religiosi alle preghiere vespertine: anche i villanelli accorsero alla chiesa com' eran usi. Piccarda vi stava da lungo tempo, soavi erano state le illustrazioni e i carismi che il suo spirito ricevè in orando, di che più gagliarda forza vigoreggiolle in petto per sostenere le lotte future.

Dopo la preghiera di parola i canonici vennero a quella della mente uscirono dal coro in silenzio a due a due e si recarono quasi in fondo ad uno de'quattro corridoi terreni ed interni che ricingono il chiostro. Colà non era clausura e gl'intervenuti alla chiesa, uomini e donne, avean tenuto dietro ai monaci. In quella stanza

(1) Aen. IV, 247.

buia e paurosa udissi intanto il percotere del ferro sulla pietra focaia accesa una candela e poscia un' altra, furon poste nel pavimento dinanzi al semicerchio, che di sè avevan fatto i romiti dalla parte superiore. Il più vec chio di loro si staccò dalla cintura di cuoio una chiave e si diede a girarla in una serratura, che appariva nello spazzo accanto ad un lungo lastrone di pietra serena: il lastrone diè un sussulto e si riversò da una banda. Gli occhi degli astanti erano tutti intenti laggiù ad una tomba che si era scoperta a'loro sguardi. Steso dentro un vacuo quadrilungo si vedeva un grosso scheletro umano; al fianco aveva uno stocco lunghissimo e rugginente.

La pia donzella, com' era naturale, si pensò fosse quello il loculo d'alcun martire che pure ivi fosse stato sacrificato dagli antichi, uno sfuggito alla strage di S. Giusto e là dai deciani raggiunto; per lo che si trasse innanzi in ginocchio e segnandosi della croce baciò divotamente l'orlo del sepolcro. Guàrdati dal farlo, o pellegrina, favellò sollecito il monaco; codesto carcame fu scaldato da un' anima che geme nell'inferno! Quivi entro non hanno emblemi di sostenuto martirio per Cristo egli forse intinse quel ferro nel sangue de'mar. tiri di Cristo. Alza gli occhi alla scritta e leggi se sai : invece del salvifico ichthys vi troverai l'orribile sacra agl' iddii mani.

Tremò tutta ed insieme la prese un gran cordoglio per quell' atto d'involontaria idolatria: alzate le pupille ad un piccolo marmo, che a sette piedi d'altezza stava incastrato in una bugna del muro, lesse queste parole: DIS MANIBVS

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(1) Esiste tuttora il marmo e il sepolcro nel luogo stesso.

La poveretta non si era giammai trovata in tanta confusione di spirito quanto era quella in che travolge. vasi allora : che sarà mai? e se non è martire, nè confessore, nè cristiano che vorrà dire questo rito sepol crale? Intenderebbero i monaci alle incantagioni? Uh! tolga Iddio che pur vi pensi. Vorranno forse insultare alle ossa dell'infedele dannato? Ma nè questo pure è da pensare i religiosi conversano con Dio, non ponno avere alleanza con Belial: e poi ciò che tu vedi o odi delle persone religiose pensa farsi con buona intenzione, eziandio che paresse il contrario, però che spesse volte l'umana sospezione è ingannata; lo ci ha detto stamane il monaco in chiesa. Sconsigliata che movesti qua den. tro il profano tuo piede, togliti l'amara punizione. Oh che sarà mai, mio Dio? soccorretemi d'aiuto e di vostro lume santissimo. Queste le rapide riflessioni di Piccarda; presso che altrettali quelle della compagna.

Tutti quanti stavano in piedi col guardo chino alle ossa il silenzio di quella adunanza era alcuna volta lie. vemente interrotto da qualche sospiro o singhiozzo, che i frati mandavano e s' ingegnavano raffrenare. Dopo mezz' ora che alle smarrite fanciulle parve un secolo di tor. mento, il priore che aveva ammonito Piccarda, ad un tratto, come svegliatosi da profonda cogitazione, ripigliò con solenne voce il parlare :

Agl'iddii mani! Sventurati: orrore e maledizione al sarcofago che non ha inciso il salutare Nome di Cri. sto! Gl'iddii mani ebbero a madre la mania, a padre il figliuolo di Cam. I Romani superbi del crescente imperio, dando requie per un momento alla spada vittoriosa, impugnarono in Campidoglio la penna de' legislatori ; s' avvisarono di farla da savj sacrando nelle dodici Ta. vole un articolo alla religione de' mani (1): malaccorti essi ed i greci da cui tolsero in prestanza l'Idea! Eran

(1) Deorum Manium jura sancta sunto. XII Tab.

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