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Per non recare soverchia noia a chi non fosse amante di udire il diario monotono della costoro convivenza sì nel rustico tetto che per i boschi della pastura, me ne passerò di volo, limitandomi ad accennare che il viver loro era una gara santissima di umiltà e d'ogni altra virtù, un esempio da cavare le lacrime; e l'ammirabile damigella spesso le traeva ai campagnuoli di Bellavista. Passeremo piuttosto a dire d'un breve pellegrinaggio che le buone amiche con pio intendimento intrapresero. Sopravvenne l'inverno: una mattina dopo rese le grazie a Dio a fatta la usata preghiera, Piccarda aperse la finestra della cameretta e vide ingombra di neve la finestra e la campagna tutta. Come di trovata fortuna ne ringraziò Iddio il quale ci dà la neve come fiocchi di lana per darci poi più abbondante la lana; che allorquando contrista la nostra carne colla brina e col ghiaccio ch' Egli spesso ci riversa davanti a pezzi, come pezzi di pane, lo spirito nostro si purga e diventa degno di salire al cielo. Ed il purgato spirito provoca poi il dolce fiato dello Spirito eterno, il quale sodisfatto della sommissione fa lieta puranche la carne nostra, e allora si discioglie la ghiaccia, rifluiscono l'acque pei rivi, la terra nuovamente s'ammanta di verde (1). In quella mattina non potevasi ragionare di spinger fuori le agnelle; la neve nella notte era caduta strabocchevole, e per giunta allora il rovaio bruciava le gote. Di che la famiglia s'acconciò di buon animo intorno ad un gran fuoco le donne si posero a filar lino, gli uomini a la vorar manichi da marra o a tesser corbe per le ulive: i fanciulli poi erano tutti intenti a far lacci e altri cotali ingegni da pigliare uccelli. Presso alla capanna dello strame era una querce che per l'annosità aveva perduto

(1) « Dat nivem sicut lanam. mittit crystallum suam sicut buccellas... flabit spiritus eius et fluent aquae. »

Ps. 147.

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quasi tutti i rami: essa aveva il tronco ricinto intorno dalle vermene d' un'ellera grandissima, la quale faceva bella mostra di sè con le sue fronde verdeggianti e colle molte pannocchie di corimbi, che giù da quella pendevano come i grappoli dell'uve alle pergole. Gli uccelli vernarecci si adunavano quivi in gran moltitudine, massime quando avveniva loro di non trovare per terra di che vivere di ruspo, nè per gli alberi di coccole: quella era una mattinata opportuna, per la qual cosa i ragazzi vi tesero lacci, ragnuole e vergoni col vischio, e fecero numerosa preda di merle, di tordi, di palombi, di storni e di tutti que'volatili che attraggono all'ellera. Piccarda frattanto era discesa all'ovile con Giovanna per dare la foglia alle pecore, e favellavano del bel racconto che loro avea fatto la sera innanzi il buon vecchio Marco, capo di famiglia, intorno al martirio che a tempo di Decio imperatore soffersero certi ferventissimi cristiani agricoltori di quello stesso contado; e aveva narrato come Iddio avesse fatto glorioso di miracoli il lor sepolcro, come sopra le loro ossa fosse stato eretto un tempio che appellavasi, e appellasi tuttavia di S. Giusto a Monte.Martiri.

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Oh! quanto mi sarebbe dolce, disse Giovanna, il veder l'eremo di S. Giusto. Pensate: morirei più volentieri dopo vedutolo, e meglio che mai se mi fosse dato vivere e morire nascosa in un eremo qualunque. Ma, se cel consente la massaia, perchè non potremo farvi un pellegrinaggio? In mezza giornata vi si giunge comodamente a detta di Marco: pognamo occorra spendervi un intero giorno perchè ora fa la neve; ad ogni modo due o tre giorni basterebbono pel viaggio e per una discreta permanenza.

Si aggiugne che per due o tre giorni a quanto sembra non potremo cacciare le agnelle fuori del chiuso : la neve è troppa, e pare che vorrà anzi crescere che sce

mare.

Potremo ad un medesimo tempo visitare il santuario della Badia Vecchia che non è molto discosto di là, come jersera pure ascoltammo. Egli è dedicato al l'arcangiolo Michele, e stanvi a guardia i monaci di Camaldoli.

massaia.

Bene! s'interroghi, se vi piace, l'animo della

La massaia ne fu lietissima: si profferse di guidare da sè al pascolo il gregge se il tempo fosse da ciò; diversamente l'avrebbe custodito e pasciuto nell' ovile : stessero pur di buon animo e pigliassero di giorni quanto più fosse in lor piacimento. Altra difficoltà costei non proponeva tranne il rigor della stagione, soverchio cer. tamente per la delicata sua padrona che tanto le stava a cuore. Come farete, signora mia? le disse piena di sollecitudine. Piccarda e Giovanna risposero insiemeSe Dio ci aiuti tutto anderà bene. Si copersero le spalle ed il capo di grosse lane, si posero in piede robuste suola, e invocato il Nome di Dio partirono.

mente :

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Altri forse potrà notare di non dicevole a due vergini l'andarsene sole per sentieri foresti ed ignoti: noi risponderemmo che queste due bennate erano, tali che aveano ad amatore peculiare l'angel di Dio che custodivane il corpo, come a quelle più antiche e fortissime vergini de' secoli di carnaggio cristiano le quali gridavan balde ai tiranni: la vostra sozzura non può contaminarmi! E senza ricercare ne' secoli luttuosi quando il moriente politeismo faceva suoi conati sanguinosi contro la croce di Cristo, che si inalberava a mano a mano sulle rovine de' templi di Roma e di Bizanzio, noi abbiamo tuttodì dinanzi agli occhi la prova del celeste scudo che protegge le virtuose fanciulle, nelle suore che vanno mendicando il frusto del pane. Corrono atrocissimi per loro i tempi, pur vanno tuttora.

Il monte S. Giusto è situato fra le valle dell' Ema e quella della Greve a nove miglia da Firenze e forse

altrettante o poco più dalla casetta dov' era Piccarda. Una chiesa di bruno macigno poggia sublime nella ignuda vetta, ed essa vetta si incatena con altre quasi orizzontali tra levante e mezzodì per lunghissimo tratto. E là dove quelle cime discendono alquanto avvi un altipiano che i paesani appellano Rulliana, per ciò che dicono un Rullo condottiero romano v' avea possessioni, ovvero piantovvi una volta gli accampamenti: rullana castra. Durante la persecuzione che sopra è detto, cioè a mezzo il terzo secolo, mentre i mandarini imperiali davano la caccia per la campagna fiorentina a chi professasse la fede del Nazzareno, molti s'erano rifuggiti lassù, massime campagnuoli che non avevano schermo nè sicuro rifugio negli agresti casolari. Di questa fuga non è da prender maraviglia nè scandalo; imperciocchè la persecuzione scoppiò sì violenta e con apparato sì satanico che credettero i fedeli esser venuto il tempo accennato dall'Evangelio, quando la tentazione sarebbe stata prepotente per forma che gli eletti, se pur fosse possibile, sarebbero stati indotti ad errare. Anche Paolo il primo eremita fuggì a que' tempi medesimi nelle solitudini egiziane. Decio sbrigliò il furore degli idolatri e in tutte le provincie dell'imperio, specialmente poi nelle italiche, gli ammise contro i cristiani senza restrizione e senza pietà. I soli demonî poterono inventare ciò che a tortura di quei fortissimi adoprarono i carnefici (1). Alcuni, spiace notarlo, si lasciarono vincere dalla furia di tanta tempesta e rinnegarono la Fede: quanto al fatto nostro questi furono la più parte cittadini della sorgente città. La gente del contado si limitò a riparare nei recessi delle selve e de' monti, pronti d'altra parte ad offrire il collo alla scure se rinvenuti, e questo accadde precisamente ai cristiani ricovratisi a quel monte. Un Giusto era forse il capo e condottiero del santo drappello; di qui la dedica

(1) Godeau, Histoire eccl.

del tempio a S. Giusto forse chiamaronlo a principio il tempio o la tomba de' giusti, perciocchè di tal modo per antonomasia si appellarono i martiri: tutto questo che poco monta è peranche ascoso nel buio de' secoli.

Comecchè penosissimo fosse il muover de' passi per l'alta neve, viaggiavano di lieto animo le buone amiche, ma più e più fiate udiron ripetersi dalla gente che s'affacciava sugli usci delle casipole : anderete a morir di freddo venite qua dentro al fuoco: sostate alquanto, foresotte! e simili altri inviti ai quali rendevano grazie cortesi e proseguivano. Dopo quattro o cinque ore giunsero a quella radice del monte che si volge alla strada maestra. Là era un casale di povere famiglie che gua dagnavano la vita col dissodare le piagge, dalle quali ritraevano buona raccolta di fieni. Ai costoro preghi non poteron resistere che non entrassero a ristorarsi d'un po' di fuoco e di pane, poichè s'erano dipartite senza briciolo di viatico, come quelle che in tutto all' amorosa provvidenza del celeste padre s'affidavano. Refiziatesi alquanto, e non ismarrite per la crescente inclemenza del l'aria e del suolo, piene di fede in Dio si misero su per lo scosceso sentiero. Allorquando cominciarono a trovare alcun ripiano il sole sfolgorò d' improvviso, e quei dossi apparvero lumeggiati a sprizzi vivissimi come di diamante. Quel fenomeno di natura parve avesse voluto Iddio spiegare dinanzi agli occhi delle pellegrine a dimostramento del candore vivo di fede, ond'erano belli que' prodi che ivi giacquero: come Iddio la fede stessa e il sangue e l'ossa de' martiri si piaccia ricoprire d'inestimabili gemme nel soggiorno della mercede!

Scalmate, rubiconde giunsero a suo tempo alla porta della chiesa: alto silenzio quivi dentro, e per gli ampi spiani montagnuoli. Un vecchio romito stava seduto sulla porta di fianco che era dalla banda del sole. Mirò d'oc chio languido le giovani, fece un piccol moto colle mascelle; voleva per avventura uscire in esclamazione di

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