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glio, l'altra rispetto ai frati di Santa Croce, ove deve vestire la cocolla. Tu gli dirai, esempligrazia, che si disponga a farsi frate e subito, perchè prima di tutto il padrone vuol così; poi tale tu ed egli n'avrete guiderdone di pecunia da poterla sparnazzare a cianfa e a bizzeffe. Già fin d'ora a lui assegno lo stipendio che hai tu adesso, e a te lo raddoppio: sei contento? Se ti dicesse; che m'ho a fare io dei danari mentre debbo vivermi frate? e tu a lui prometti, che due anni o tre circa dopo la sua vestizione, dietro mio consenso però, potrà uscire un bel giorno dalla sua cella, e andatosene in campagna co' suoi zanzeri ad un podere che allora gli donerò per soprassello, si trarrà la tonaca e gitteralla sur un broncone per ispauracchio dei colombi. Va' non pensare, che gli entrerà in dosso una gran vocazione subito.

Lo credo io! Messere, siete buono ma non mi aspettavo tanta grazia.

Taci ed ascolta il resto. Ciò fatto, bisogna pigliarla bene co' frati. Il ragazzo è astuto abbastanza che saprà finger bene e abbindolargli pel verso: ma tu dal canto tuo non istare colle mani a cintola, aiutalo di consiglio e di parole. Figurerà presso loro essere gran tempo che si sente internamente chiamato a fuggire il secolo, sè aver sempre dispettato questa divina chiamata; ma ora esser fermo di seguirla senza indugio per una visione avuta da S. Francesco. E qui gli si compone una istoriella che, per mo'd'esempio, dormendo egli jernotte, S. Francesco tutto glorioso gli apparve e dissegli forte sdegnato: che è cotesto tuo ricalcitrare alle benigne mie voci? sappi che sei dannato se intra un mese la santa mia divisa non vestirai. I frati, ve n' ha degli scaltri ma v' ha pure dei Calandrini, la beveranno, e Lippo sarà frate.

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- E garbato, per Giove! Ho inteso il vostro comandamento, non dubitate, signor mio, sarà messo a

seguizione prontamente e diligentemente: fra un mese vi do Lippo in tonaca e mantello.

Qui per ultimo padrone e servo rinnovarono con giuramenti le scambievoli promesse, e uscirono ciascuno a' fatti loro.

Farinata mantenne la parola. Un mese dopo questo concertato all' un' ora di notte, sonato il cenno del riposo, un fraticello era guidato da un altro frate per i corridori del convento della Vernia. Col mento in sul petto, colle ciglia basse e modeste rase di baldanza, direbbe Dante

entrò il novizio nella cella assegnatagli, e poichè n'ebbe chiuso l'uscio alzò la fronte con un riso maligno, e mise un gran sospiro dicendo: laus-Deo ! per istasera è finita la faccenda, e la parte non l'ho portata male il primo giorno. Intanto protendeva lungo le pareti la lampadetta di ferro per osservare se v'avesse alcun chiodo o checchè altro per appiccarvela: non v'era nulla, onde egli dovette posarla in terra. Quattro pareti di poche spanne, un giaciglio coperto d' una schiavina di lana greggia, un mazzo di funicelle disciplinari erano il contenente e il contenuto di quella stanza. Lippo voleva fra sè fare il buffone su quella sua stranezza di stato, e cominciava a gettarsi giù il cappuccio dalle spalle, e foggiarne un certo fantoccio bizzarro; e quindi palleggiarlo in mano in guisa che coll'azione del lume mandasse sulla parete il contorno di stranissime figure. Poi s' arrestò d'un tratto guardando il lettuccio: ne alzò la schiavina e trovovvi sotto un trapunto ben duro: si pose immobile a guardarlo colle braccia incrociate sul petto, pensò, pensò, e finalmente data una grande scossa di capo olà disse, o Lippino, tu vorresti un bel podere e tutte quell' altre cose a ufo? Per ora bisogna fare lo gnorri, poi si riderà, si beerà, e si dormirà morbido: allegro! E trattasi la tonaca la distese sul giaciglio: indi avvolto ben bene il mantello in forma d'origliere lo collocò al capoletto, e coricatosi tirò a sè la schiavina colla quale si ricoperse.

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Dipoi dando in una risata così a mezza gola: e adesso chi spengerà il lume? disse. Allora annaspato qua e là colle mani, trovò il cappuccio; lo ravvolse un poco e lanciatolo alla lucerna con esso la spense. Un quarto d'ora dopo russava gagliardamente.

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n messaggio per ordine di Nèlla aveva preceduto nella notte i due viaggiatori al luogo del rifugio l'amore ingegnoso della donna trovò alla perseguitata fanciulla un asilo che per ogni parte tornavale graditissimo: l'asilo fu Bellavista, cioè la casa stessa di quei buoni contadini dove abitava Giovanna, la pia pastorella dal soave cantare. Per tal modo poteva dirsi tuttavia sotto il tetto dei Donati, chè di loro come vedemmo era quel podere, e parimente veniva a non essere defraudata e per conseguente a non irritarsi di più la brama di vendetta, che ardeva in petto al padre e al fratello. Insensati! s'argomentavano mortificarla coll' ufficio del pascolare le greggie; pensavano farla così ricredere di ciò che chiamavano errore, ostinazione e perfidia.

Il valletto precursore annunziò agli agricoltori che in quella stessa mattina la figlia di messer Simone Donati loro padrone sarebbe giunta colà, e avrebbe preso stanza appo di essi che madonna Nèlla altra loro pa

drona raccomandava caldissimamente alle cure delle donne la nobile giovine: questa essere di sì sovrana virtù da degnarsi per avventura di por mano alle basse faccenduole della casa rusticale; non la stornassero da quegli atti d'abbassamento sì dolci al cuore di lei, non ne tenessero ragionamento co' vicini, custodissero anzi costante silenzio intorno all'esser suo e alla sua dimora lunga o breve che fosse per riuscire: e cose altre simili tendenti tutte a minorare lo smacco ond' era vittima Piccarda. Ma quello che tacque il primo servo lo fece manifesto il secondo, il quale sentiva acutissima trafittura per tanto dispregio che vedeva fare. Il buon Giannozzo narrò loro raccomandando segretezza, quantunque a lui poco ne calesse come uomo che omai non poteva temersi congedo dal servizio, e di più fosse persuaso che tanto i contadini non l'avrebber tenuta; e disse dell' inumano operare di Simone e di Corso, dell'inferno in che s'era mutato da un mese il palazzo; disse dei pianti, delle lamentanze, della immeritata e fiera punizione d' una fanciulla, che era quanto fior di belli costumi e di pietà fosse in Firenze. Piccarda, al cui cospetto facevasi l'altra filippica correggeva amorosamente, piegava a buon senso i detti, le operazioni; ma con tuttociò la famiglia dei villani stette sbalordita di tanta efferatezza, e per quanto grande, il sentimento di riverenza avessero verso i padroni e i loro comandi, protestarono fin d'allora che in questo poi non avrebbono obbedito messer Simone, ma avrebbono riguardata lei qual loro signora e niente af. fatto come fancella. La pia Nannina, o questa sì struggevasi tutta nei sentimenti di compassione all'avvilimento in che dai parenti s'era voluta ridurre la donzella; si scusava di non aver parole che valessero a mostrarle la devozione a cui si sentiva portata verso di lei; faceva profferte, promesse carissime ed affettuose. Quelle due anime erano temprate all' unisono e di leggieri si può congetturare che l'una formava a vicenda la giocondità dell' altra.

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