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Ma anche il corpo è necessario tenerlo sano : mens sana in corpore sano. Chi vuol morir presto non faccia esercizio: Socrate in casa ballava e saltava per esercitarsi.

Poco oltre l'entrar della sera il palazzo Donati di nuovo risuonò d'alto schiamazzo: Simone e Forese tenzonavano fieramente. Ecco il fatto in due parole. Quel vecchio ingordissimo, come vedemmo si era sentito scoppiare di bile quando ebbe trovato in Piccarda un proponimento ed una fermezza che non si attendeva: lo scappargli di mano l' appoggio di casa Tosinga fu per lui un pensiero che lo fece trascorrere ad eccessi incredibili; aggiungivi ora la perdita che si minacciava del patrimonio di Nèlla, e il suo furore sali oltre il superlativo. Maledisse i figliuoli, desiderò per sè e per loro la morte; e se le forze gli fossero bastate avrebbe fatto in pezzi Forese nell'atto che esigeva la sostanza della moglie. A mezzo però al furore Simone arrestossi; pensò un istante, si diè col dosso della mano sulla fronte e corse ad uno stipo. Trasse fuori una scrittura e con rapido e palpitante occhio si mise a percorrerla. Dopo letto alquanto uscì in un grande : ah! e posta una pagina dinanzi agli occhi di Forese leggi qui, ribaldone, gli disse. Forese lesse e rimase muto. Quella scrittura era il testamento di messer Andreuolo padre di Nèlla, il quale concedeva pieno dominio del suo retaggio al suocero della figlia sua, dominio è retaggio da scadere a lei e al marito soltanto dopo la morte di esso suocero. Forese annichilato confuso riferì all'istante a Nella come non si poteva partire altrimenti: qui nuova e inenarrabile angoscia, nuovi e più larghi pianti che intronarono la casa per tutta la notte. Simone incitato anche dallo smacco che per amor di Piccarda avrebbe voluto fargli Forese, stette più che mai incrollabile a non volerla più in casa : Corso non aprì bocca in quella sera se non due o tre volte allorquando laconicamente ripetè al padre il giuro: ve lo

romperò io il petto se alla dimane la troverò qua den. tro. La buona cognata poi moveva sì pietosi lamenti che avrebbe intenerito un cuore di porfido: pregava, cercava blandire la fierezza del vecchio, quella non meno aspra di Corso, affinchè non si precipitasse così vituperosa risoluzione: scongiurava fossero almeno più miti !

Ottener compassione e favore in quella notte da Simone e da Corso era più malagevole che l' ottenere oggi dall' ebreo il denaro in prestanza senza usura. A sì smisurato pregare fu accordato soltanto che la fan. ciulla venisse allogata per guardiana di mandrie dove meglio Nella avesse stimato collocarla: ma guardiana di mandrie!

Un'ora innanzi giorno la fanciulla chiese congedo dall' inesorabile padre; ei non volle vederla, e il congedo fu che partisse. E partì senza rammarico a piedi con Giannozzo, e a suo tempo giunse là dove Nèlla ebbele indicato doversi incamminare.

Quel giorno sì per casa Donati fu un giorno di silenzio funereo. Simone che si pensava sfogare il suo animo con quell' acerba cacciata stette a principio più conturbato e lacerato di prima: ma presto passa la puntura del rimorso allo scellerato che vi ha fatto il callo. Come un atto di virtù invigorisce l'animo dell' uomo dabbene e lo addestra ad esercitarne de' più ardui, così un delitto indura il malvagio a perpetrarne de' più gravi: accresce quello di tal guisa più splendide gemme alla sua corona di gloria, e questo aggiunge più pesanti anella alla catena che gli circonda il collo, e della quale il capo sta saldo ai macigni roventi d'abisso. Simone scossosi dal cuore il molesto pungiglione, discese in quella stessa mattina ai cortili: fece cenno della mano ad un uomo che là quieto strigliava un grosso palafreno da lancia. Colui fattogli un inchino subito, signore risponde, e levatasi certa sopravveste talare, tosto con aria brava e fidente lo segue. Percorre il vecchio un lato

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del cortile ed entra in un androne oscuro, indi in una gran sala dove custodivansi i foraggi. In fondo ad essa era un uscio chiuso: Simone accenna col dito l'uscio ond' erano entrati, e l'uomo lo chiude: accenna quest' altro, e l'uomo trattasi incontanente una grossa chiave di sotto le vesti, lo apre. Entrano. Simone accenna nuovamente all' uscio, e l'altro lo spranga.

Il vecchio Donati a quei muti ordini fatti con sembiante sì duro e accigliato che metteva spavento, potrebbesi paragonare a Caron dimonio che con occhi di bragia accenna all' anime che si gettino giù nel nero pali. schermo; se non che a guardarlo in viso più avea del Caronte colui che riceveva, di colui che dava quegli ordini. Alcuni critici hanno biasimato un celebre scrittore moderno, perchè ama di fare costantemente co' più foschi colori la prosopografia del ribaldo, e bella di celeste venustà quella dell' uom virtuoso. E dicono, che soventi volte sotto un aspetto da berroviere trovasi un'anima d'angiolo; e che talora sotto gli onesti sembianti ascondesi un'anima di demonio. Ragione o torto che si abbiano, per me poco rileva: quel che certo si è, questo sgherro di Simone aveva orribile anima e corpo. Se lo spirito del male volesse spaventare di sue apparizioni qualche servo di Dio non potrebbe meglio riuscirvi che assumendo la forma di questo nostr' uomo. Chiunque vedeva quegli occhiacci sanguigni di basilisco, quelle gote scerpellate dal vaiolo e sovrattutto quella fronte che n'era straziata da larghissime cicatrici, le quali sembravano altrettanti marchi d'infamia impressivi con un ferro rovente; e quel muoversi impetuoso e spavaldo della erculea persona, e quel riso da tigre oh quel riso chiunque avesse avuto la sventura di vederlo pregava caldamente Iddio che glielo cancellasse dalla memoria.

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Poichè per lunga ora colà in silenzio furono stati l'uno meditando, l'altro attendendo un comando, il Piccarda Donati

Disp. 13.

vecchio si scosse, e d'impassibile e duro che fino a quel l'istante erasi mostrato nel volto, si animò tutto: e passandosi una mano sulla fronte, indi ambedue stendendole sulle ardue spalle del famiglio disse piano e sospettoso, come chi ordisce una frode: Farinata !

sgherro.

Dite, signor mio, dite, comandate

rispose lo

Un servigio importante mi è d'uopo da te; mi sarai fedele ?

Qual dimanda, messere, qual dimanda esce ora dalla vostra bocca! perdonatemi ma l'è una vergogna questa vostra dimanda. Farinata finchè gli bastino queste buone braccia, e queste pugna che paion di ferro, è stato sempre e sempre sarà il vostro fideli servus e prudes, dice il vespero.

Tu hai gli scherzi; altro che ciance vi vogliono ora, se ami il tuo signore, che ti ha fatto tanto bene, che ti ha tratto dalla miseria!

Io non ciancerò, ma le vostre sospizioni me le tolgo in mala parte seguo a dirvi che voi sapete chi sono e se le mi riescono le imprese: e inoltre ci ho quel mio Lippo che vien bravo quanto me; per lavorar poi d'imbolío e' vale un tesoro : non dico che lo farebbe a voi, ma volendo vi porterebbe via un anello di dito così per vezzo senza che ve n' accorgeste neanche. Per ferire a ghiado, sangue freddo, vedete, come me. Per sostenere una puntaglia, egli ha solo diciott' anni, ma sfido chiunque. Vi abbiamo a servire di qualche forfatto? Via! dacchè la Signoria ne fa poche delle giustizie, ve n'abbiamo a servire ?

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Se le facesse tutte guai a te, Farinata!

Dite, dite, aprite il vostro talento: s' ha a levar di mezzo qualche importuno? s'ha a bruciare qualche cosa ai nostri nemici? volete scoprire alcun segreto? debbo io - qui abbassò più la voce accostandosi all' orecchio di Simone debbo io... senza veh!... e senza metter paura?

Niente, niente di tutto ciò, anzi da ora in là bi sogna smetterle queste troppo ree azioni; e per farti vedere che ti do esempio al miglioramento della vita, ti dico e voglio, sai che? che tu facci frate il tuo Lippo.

Alla strana inchiesta non potè Farinata ritenersi dall' esclamare un sonoro, come? E chi fosse stato presente al dialogo avrebbe potuto vederlo gittarsi a sdraio sul cassone della biada con quel suo ridere sghangherato

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e pien di spavento che sopra è detto: orrendo sempre, tanto più orrendo ora perciò che poca luce rischiarava la stanza.

Piano con cotesta voce, che tu possa... uomo da forca! Tu fai le maraviglie? Io non ci vedo maraviglia nè difficoltà. Mi è duopo che si porti ad effetto questa cosa, e a te commetto di prendere le vie conducenti allo scopo. Poi saprai tutto. Due ragioni d'argo. menti devi far giocare, l' una ragione rispetto a tuo fi

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