Page images
PDF
EPUB

L'ITALIA "DONNA DI PROVINCIE,,

Questo studio fu stampato, la prima volta, nel periodico veneziano « La Scintilla an. V. n. 23: - or si ristampa rifatto.

[merged small][ocr errors]

AHI SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO,
NAVE SENZA NOCCHIERO IN GRAN TEMPESTA,
NON DONNA DI PROVINCIE, MA BORDELLO!
Purg. VI, 76-78.

Si crede comunemente, anche da' più valenti commentatori dell'Alighieri, che l'appellazione «donna di provincie,» ond'è chiamata l'Italia in questo luogo del Purgatorio, sia venuta in mente per primo a Dante, quasi come una rimembranza del «princeps provinciarum facta est sub tributo» di Geremia (Tren. I, 1). Ma è poi vero questo?

1

Mi ricordo che, quando, undici anni fa, consultava i tomo VI delia collezione muratoriana «RERUM ITALICARUM SCRIPTORES,» m'avvenne di leggere nel Boncompagni, De obsidione Anconae, questi magnanimi sensi, on l'egli esprimeva tutto il suo sdegno nel vedere,

1 Faceva allora alcuni studi per comporre il mio pendio della storia d'Italia nel Medio Evo.

[blocks in formation]

come Italiani aiutassero Tedeschi all'assedio feroce d'una città italiana. « Pur troppo accade spesse volte, egli scriveva, che molti levino la face della discordia, che li riduce poi all'estrema rovina e alla servitù.... giacchè son io fermo a non credere possibile che l'Italia diventi tributaria di qualcuno, se ciò non provenga da perversità e da livcre degli Italiani: sta in fatti scritto nelle Leggi: «Non è provincia, ma donna di provincie (l'Italia). » 1

Queste parole mi facevan subito pensare a Dante, e pareami che lor rispondesse, com'eco fedele, il preludio dell'invettiva all'Italia, ch'egli fa nel sesto del Furgatorio; meravigliandomi a un tempo che nessun commentatore avesse illustrato, col luogo del Boncompagni, 2 il famoso verso: «Non donna di provincie, ma bordello. »

Se non che, dicendo il fiorentino scrittore come l'aforismo, che afferma l'Italia non essere provincia, ma donna di provincie, stèsse scritto nelle Leggi; credetti di prima giunta poter trovare, tra le leggi giustinianee, quella che il Boncompagni, con generosa fiducia, credea bastare

1 Contingit quippe multotiens, ut multi facem attollant, quae eos trahat postmodum in exitium et servitutem... nam opinio in hanc me trahit sententiam, ut non credam, Italiam posse fieri tributariam alicui, nisi Italicorum malitia procederet ac livore in Legibus enim habetur: Non est Provincia, sed Domina Provinciarum. » (De obsidione Anconae, R. I. . tom. Vi p. 930.)

2 Maestro Boncompagni ottenne per primo la scuola di lettere latine (che allora eran dette scientia literalis o grammatica ars), nell'Università di Bologna, sul 1218. V. il Muratori nella prefazione all'op. cit.

a strappar la «clava d'Ercole » di mano a' Tedeschi, che tentavano di far perpetuamente serva e tributaria l'Italia.

2

Due anni appresso, leggeva nella « Letteratura Italiana» del Gaspary, queste parole: «Nel Corpus Iuris, dove si sarebbe inclinati a cercarla (questa sentenza), giusta il modo di esprimersi di Boncompagno, mi dice un insigne giurista che non la si trova.» Ma, come il mio, così quello del Gaspary era un solenne inganno. E in vero noi dovevam pensare che, meno che in ogni altro corpo di leggi, sarebbesi dovuta cercare questa sentenza in quello delle leggi di Giustiniano, così sollecito di mettere alla pari tutte le parti del suo impero; secondo ch' espressamente dichiara nella Prammatica Sanzione, ove dice di voler che, non solo le leggi anteriormente pubblicate, cioè Pandette e Codice, ma anche le recenti, fatte da lui, cioè le Novelle, «fossero obbligatorie per la stessa Italia, come per le altre parti dell'Impero; affin di formare, concedendolo Iddio, un solo stato, ove l'autorità delle sue leggi si estendesse.» 3

1 Federico Barbarossa, interrompendo sdegnosamente l'altisonante discorso di quelli ch'erano stati inviati a lui dal senato romano, nella sua prima discesa in Italia, nel 1154, dicea: «Legitimus possessor sum: eripiat quis, si potest, clavam de manu Herculis. (Ott. Frising. De gestis Friderici II, in R. I. S. VI, 721).

2 Vol. I, p. 416: vers. dello Zingarelli. Torino 1887.

3 ... etiam per partes Italiae obtinere, ut, una, Deo volente, facta republica, legum etiam nostrarum ubique prolatetur auctoritas (c. 11). Vedi il Savigny, Storia del Diritto Romano nel Medio Evo; vers. del Bollati; Torino, 1859: vol. I, p. 383: e C. Hegel, Storia della costituzione dei Municipii Italiani: vers. it. Torino, 1861: p. 94.

« PreviousContinue »