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Figliuolo, e dal Padre e dal Figliuolo procede lo Spirito Santo; cosí dall' intelletto vien generata la volontà, e dall' intelletto e dalla volontà insieme procede la memoria. E come il Padre è Dio, il Figliuolo è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e tuttavia non son tre Dii, ma bensì un solo Dio in tre persone; così l' intelletto è anima, la volontà è anima, la memoria è anima, eppure non son tre anime in un corpo, ma un' anima sola avente tre dignità o proprietà; e in queste tre dignità l' uomo porta mirabilmente impressa nella sua natura l'imagine divina. » (1) Il medesimo presso a poco dice S. Agostino, il medesimo S. Bonaventura in più luoghi; nel Breviloquio per esempio la discorre così: «Perchè la forma beatificabile, ossia l'anima umana, è capace di Dio per la memoria, per l' intelletto e per la volontà, e ciò è essere ad imagine della Trinità per la unità nell' essenza e la trinità nelle potenze; era quindi necessario che l'anima umana conoscesse Dio e tutte le cose, e per questo fosse insignita dell'imagine di lui, » (2) In quell' ammirabile opuscolo poi intitolato: Itinerario della mente in Dio, dopo di aver fatto per così dire l'analisi delle operazioni di queste facoltà dell'anima, soggiunge: «Vedi adunque come l'anima a Dio è vicina, e come la memoria ci conduca nell' eternità, l' intelligenza nella verità e la potenza elettiva nella somma bontà, secondo le loro operazioni. Ma, avuto riguardo all' ordine, all' origine e all' abitudine di queste potenze, siam condotti perfino alla stessa beatissima Trinità. Perocchè dalla memoria nasce l'intelligenza, come prole di essa; essendo che noi allora intendiamo quando la similitu dine ch' è nella memoria, risulta nell' acume dell' intelletto, il quale non è che il verbo. Dalla memoria e dalla intelligenza spira l'amore, siccome nesso di ambedue. Queste tre cose, cioè mente generante, verbo ed amore, sono nell' anima in ordine alla memoria, all'intelligenza ed alla volontà ; e sono consustanziali, coeguali e coeve, aventi scambievole circoinsessione. Se adunque Dio è spirito perfettissimo, egli ha memoria, intelligenza e volontà; ha verbo genito, e amore spirato; i quali es

(1) Liber de Dignitate condit. hum. c. 11.

(2) Pars. II. cap. IX.

sendo prodotti l'uno dall' altro, di necessità si distinguono non essenzialmente, non accidentalmente, dunque personalmente. E perciò qualora la mente considera se stessa, si eleva per sè, quasi per ispecchio, a speculare la Trinità beata del Padre, del Verbo e dell' Amore, delle tre persone, coeterne, coeguali e consustanziali, per modo che qualsivoglia delle tre è in qualsivoglia delle altre; l' una però non è l' altra, ma esse tre sono un solo Dio. »> (1)

Anzi, noi non abbiamo forse nell'antico Testamento meglio adombrato l'augusto mistero della Santissima Trinità che nelle facoltà appunto dell' anima nostra, come appare eziandio dall'esposta dottrina del Serafico Dottore; nè più apertamente rivelato che in quelle parole usate da Dio medesimo nella creazione dell' uomo: Faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram facciamo l' uomo a nostra imagine e somiglianza. Poichè per le parole in plurale facciamo e nostra s'intende la pluralità delle Persone; e per quelle altre in singolare imagine e similitudine l'unità di essenza. Ed in questo sono pienamente d'accordo i sacri espositori. (2)

Che più? i filosofi-teologi da questa qualsiasi similitudine tra le facoltà in atto dell' anima umana e la Trinità delle divine Persone si sforzano eziandio di farci in qualche modo comprendere la processione delle medesime divine Persone; benchè ciò sia sempre alla picciolezza di nostra mente uno de' più alti ed incomprensibili misteri. Valga qui ad esempio l'illustre Padre Giuseppe Romano della Compagnia di Gesù. Egli, dopo di avere spiegato i termini metafisici sostanza, essenza, sussistenza, persona ecc. prosegue cosi : « Insegna la fede e dietro il suo lume la ragione trova conveniente, che la sostanza divina si termini in una triplice sussistenza; ciò che i teologi procurano di far comprendere a questo modo. L'operazione che nella creatura è accidentale, in Dio è sostanziale: in

(1) Cap. III. pag. 71.

(2) Osserva fra gli altri il Bellarmino che Iddio nell'antico Testamento non rivelò espressamente il mistero della Santissima Trinità, perchè gli Ebrei n'erano incapaci; o più perchè essendo allora usciti dall' Egitto, ove adoravansi più dei, e dovendo entrar tosto nella Cananea, ove pure regnava l'idolatria, non prendessero da ciò occasione di adorare nelle tre divine Persone tre Dii distinti.

fatti essa è atto, e puro atto è la sostanza divina, perchè in lui nulla è semplicemente in potenza. Le operazioni interiori di Dio non sono che due, quella dell'intelletto o la cognizione, e quella della volontà o l'amore. Dio è il sommo vero; egli si conosce perfettamente, e in questa cognizione ei vede tutto ciò che può conoscersi la cognizione in generale è imagine della cosa conosciuta ; e la cognizione perfetta è ritratto adequato del proprio obbietto. Dio conosce perfettamente se stesso; egli dunque col suo intelletto produce l' imagine adequata di se medesimo. Dio solo può rappresentare se stesso; e un' imagine che lo rappresenti qual egli è, sarà Dio essa stessa; sostanziale, sussistente come Dio: ecco dunque due sussistenze in seno alla stessa sostanza ove interiormente si compie questa fedele rappresentazione; l'intelletto che si conosce e l'idea che esso forma, l'imagine che esso produce, la parola con cui parla a se stesso. Questa produzione è vera generazione, perchè si definisce la generazione: origine d'un vivente dall'altro come da principio congiunto in somiglianza di natura. Ora la parola o il Verbo di Dio è vivente dal vivente perchè Dio da Dio; nasce da un principio congiunto, perchè si produce nel seno stesso di colui da cui procede; si origina in somiglianza di natura, perchè produce in forza della cognizione di cui è proprio rappresentare adequatamente l'obbietto conosciuto : tal produzione è dunque vera generazione. E il principio o la sussistenza da cui procede, appellasi propriamente Padre; e quella che nasce dicesi con egual proprietà Figliuolo. Veniamo all'operazione della volontà. Il Padre ama se stesso, perchè egli è sommo bene ed è sommamente buono ; ma si ama ciò che si conosce, dunque ama se stesso nella sua imagine o nel suo Figliuolo: e per la stessa ragione questi che ha una sussistenza propria ama se medesimo nel Padre che lo genera. Quest' amore non è atto transeunte, non è modificazione accidentale, ma operazione eterna, sostanziale; e perciò sussistente ancor essa e vero Dio, fiato, sospiro di Dio, Spirito Santo Dio. Procede da entrambi come da unico principio, ma non può dirsi generato, perchè l'atto della volontà non è ordinato a produrre un' imagine della cosa che si ama, come quello dell'intelligenza; sicchè lo Spirito Santo tut

tochè simile al Padre e al Figliuolo e consustanziale ad entrambi, non procede per generazione, ma per semplice spirazione. Finalmente il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo sono tre persone distinte, perchè la persona è la sussistenza individua della natura ragionevole. Una sostanza dunque in tre persone, ecco la somma della credenza cattolica su questo adorabile mistero. »> (1)

3.

Iddio arricchisce l' uomo di doni anche soprannaturali,

per cui lo rende a sè somigliante.

Ad onta di tanta virtù ed eccellenza dell' anima umana, da noi già considerata, avvi tuttavia un' altra cosa che la rende di gran lunga più preziosa e cara, non già nell' ordine di natura, ma bensì in quello della grazia, la sua elevazione cioè allo stato soprannaturale. Iddio, nel crear l' uomo, destinollo alla beatitudine eterna, la quale consiste nella visione e fruizione del sommo bene; ond' essa è del tutto soprannaturale, di maniera che, come diremo più innanzi, avesse ad essere all' uomo medesimo come di premio, di mercede, di corona, e corona di giustizia delle sue opere buone. Il premio però soprannaturale richiede eziandio meriti soprannaturali, che l'uomo colle sue forze non potrà acquistar giammai. Egli ha bisogno adunque d' un aiuto divino e soprannaturale, mediante il quale venga elevato al di sopra delle sue forze naturali e posto in istato di grazia soprannaturale, affinchè per tal modo possa conseguire appunto il suo nobilissimo fine. In quella guisa perciò che Iddio per sua infinita bontà destinò l'uomo alla beatitudine soprannaturale, lo arricchì pure ad un tempo di codesto dono ed aiuto soprannaturale; il quale consiste nella grazia santificante, per cui egli addiviene accetto a Dio e a lui simile; ed è la prima e più necessaria condizione, affinchè dotato egli del libero arbitrio possa

(1) Elementi di Filosofia ecc. tomo 2. pag. 180.

operare il bene soprannaturalmente. Così presso a poco la discorrono i teologi.

E che in realtà Iddio abbia arricchito il primo uomo della grazia santificante, si fa manifesto da molti passi della santa Scrittura, sopratutto da quelle parole dell' apostolo Paolo agli Efesini: «Rinnovellatevi nello spirito della vostra mente; e rivestitevi dell' uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.» (1) Se, come bene osserva il Bellarmino, vien raccomandato all'uomo di rinnovarsi, una volta dovette dunque esser nuovo. Se codesta rinnovazione consiste nel rivestirci dell' uomo simile a Cristo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità, fummo adunque una volta, cioè nel nostro primo genitore Adamo, uomini nuovi, creati secondo Dio appunto nella giustizia e nella santità; o, ch' è la cosa medesima, Adamo fu sì adornato da Dio della grazia santificante. Sicchè l'uomo nella sua innocenza portava impressa una doppia imagine di Dio, la naturale cioè espressa, come vedemmo, nelle naturali facoltà dell' anima, e la soprannaturale consistente nella grazia santificante. Ovvero, come spiegano comunemente i Padri ed i Dottori della Chiesa, per la imagine di Dio vien designata la natura dell' uomo, e per la similitudine la grazia da Dio concessagli, e la corrispondenza da parte dell' uomo a codesta grazia ; onde disse nel crearlo: Facciamo l' uomo ad imagine e somiglianza nostra. — « Quello spirito, così fra gli altri Agostino, si dice fatto ad imagine e somiglianza di Dio, in cui è la cognizione della verità e l'amore della virtù. L'imagine perciò consiste nella cognizione, la somiglianza nella dilezione: ha l'imagine perchè è ragionevole, la somiglianza perchè è spirituale. » (2) La qual grazia santificante, o giustizia originale, è la base di tutti gli altri doni soprannaturali vuoi dell' anima, vuoi del corpo di cui Dio lo volle adornato, affinchè sempre più si avvicinasse a lui, e meglio potesse ottenere il supremo suo fine. Frà quali doni evvi 1°. Una sublime scienza nell'intelletto, di maniera ch'ei fosse principio e capo di tutto il genere umano

(1) 4. 23-24.

(2) De Spiritu et Anima, cap. 10.

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