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grembo, che diede loro la vita. Quindi nasce la maggioranza d'Italia sulle altre nazioni di Europa; imperocchè, sebbene, geograficamente parlando, ella sia un semplice membro della Cristianità europea, tuttavia come seggio del Cristianesimo perfetto, ha una dignità singolare, che viene ancora accresciuta dagl' influssi della sua cultura. E veramente la civiltà moderna risulta da due principii insieme accordanti, cioè dall' idea cristiana e dall' idea classica, che furono entrambe un dono italiano; nelle quali soltanto io colloco il primato essenziale e perpetuo della mia patria. L'Italia per tal rispetto non è parallela alle altre genti e ha sovra di esse quella sopreminenza, che nasce dal suo culto e dalla sua stirpe, e che compete dirittamente a ogni dialettico regolatorio verso i contrari ubbidienti alla sua azione. Essa è adunque dialettica, sia rispetto alla sua religione universale e conciliatrice in sommo grado, sia riguardo all' indole del suo legnaggio, alle nobili arti e alle dottrine, di cui fu autrice, maestra e propagatrice; imperocchè la scienza pelasgica, come ho avvertito altrove, fu la semicattolicità del mondo paganico, e il pelasgico ingegno tramezza dialetticamente fra quelli delle altre schiatte. Che in virtù delle lettere classiche la nostra penisola tuttavia primeggi moralmente in Europa, io non ne voglio altra prova, che il fatto e il testimonio degli stranieri medesimi. Qual è la base della gentile educazione non solo in Europa, ma in ogni paese cristiano, se non lo studio di quell' antichità romana e greca, che perciò appunto tutti esaltano col nome di classica, e che io chiamo volentieri pelasgica, per accennare al ceppo comune dell' ellenico e latino legnaggio? Non è a questo doppio fonte che tutti attingono le prime notizie, non solo della storia, della erudizione, delle arti venuste, delle lettere graziose, ma eziandio del decoro e della grandezza civile? Non è a tali esemplari che ricorrono in ispecie gl' intelletti privilegiati per accendersi alle ardite e belle fantasie, alle azioni generose e magnanime? Chi può affidarsi di giungere senza tal guida alla cima della perfezione nell' esprimere il bello, che è la propria forma e la veste naturale del vero? Qual è la letteratura moderna, la scuola architettonica, pittorica, scultoria, degna di onore, che sia nata, cresciuta, giunta al suo colmo, senza lo studio dei vetusti modelli, e di quell' arte rediviva, non figliuola, ma sorella dell' antica, che venne inaugurata in Europa dall' ingegno italiano? E italiana per titolo di origine e per ragione di eccellenza

non si dee dire la moderna musica, come nostro è l'idioma universalmente assegnato alle sue più amabili ed elette armonie? Anche le scienze traggono dall' antichità colta i principii dei loro annali, e talvolta le loro glorie più illustri, i nomi più segnalati. Platone non è tuttavia sommo nella prima di esse? Ippocrate non è ancora senza compagni per la fecondità de' pronunziati e l'autorità delle conclusioni nell' arte medica? E quali sono i moderni, a cui, fatta ragione dei tempi, Aristotile, Archimede, Ipparco, Apollonio, Pappo, Eratostene, Tolomeo siano inferiori nelle naturali e matematiche discipline? Qual è in fine l'esempio insigne di virtù pubblica, di valor militare, di prodezza cittadina, di amore alla libertà, di carità verso la patria, onde si vantino i popoli moderni, che non sia stato suggerito, nudrito, avvalorato, promosso dalle memorie della Grecia e del Lazio? Mi si trovi un solo libro, che come ricca sorgente di eroica imitazione negli ordini della vita civile possa gareggiar colle pagine di Plutarco e di Livio. So che duole a taluni che da tali letture ed esempi s'informino i teneri animi dei giovinetti, sotto pretesto che noi siamo cristiani e non pagani; quasi che l'antichità pelasgica nelle sue buone parti, (le quali prevalgono di gran lunga alle ree,) non sia cristiana naturalmente, ovvero che la Providenza non l'abbia preordinata, come un apparecchio di quegli ordini divini, che doveano essere compiuti e sublimati dall' Evangelio. La nostra cultura è talmente indivisa da quella, e l'unione ne è cosi intima e stretta, che si riflette nel seggio, nella lingua e persino nei riti solenni della religione; il cui risedio s'innalza sull' antica Roma, gli oracoli suonano nella romana favella, i promulgatori, gli apologisti, i maestri, le diete grecamente o latinamente parlarono e scrissero, e in fine i templi medesimi, la musica, l'iconografia, le cerimonie hanno in tutto o in parte una pelasgica origine. Ma questi censori dell' educazione classica, per buona ventura, hanno pochi seguaci ; e non è molto che una nazione a noi vicina, benchè avvezza ad astiarci e ad inimicarci quasi in ogni cosa, udi predicare in pubblico parlamento la necessità degli studi classici per l'instituzione elementare1; il che torna a dire che al parer della Francia medesima i suoi figli debbono

1 « Sans les langues anciennes on ne connaît pas l'antiquité, on n'en a « qu'une pâle, qu'une imparfaite image; or l'antiquité, osons-le dire à un siècle orgueilleux de lui-même, l'antiquité est ce qu'il y a de plus beau au monde,

apprendere nel lor tirocinio a esser greci e romani prima che francesi, e che la Grecia e l'Italia son quasi la patria comune di tutti i popoli europei. Imperocchè l'educazione contiene virtualmente la civiltà tutta quanta, e ne determina l'indole, l'indirizzo, il valore, come l'origine tien le prime parti in ogni esplicamento dinamico, e come il germe è la pianta, il ragazzo è l'uomo, la puerizia è tutta la vita; laonde il temprare all' incudine dell' antichità classica l'ingegno dei fanciulletti è quanto l'iniziarli e connaturarli al genio nazionale dei Romani e dei Greci. L'uomo civile insomma per essere perfetto dee correre successivamente nella sua giovenil disciplina, e abbracciare simultaneamente nell' età matura tre gradi etnografici distinti, e quasi appartenere a tre patrie diverse, che abbisognano l'una dell' altra e fra loro consuonano. Il primo di questi gradi è uno, antico, comune, italogreco; l'altro, è vario, secondo le varie nazioni, moderno, esprimente il genio particolare e proprio di ciascuna di quelle; il terzo in fine è unico, come il primo, ma perpetuo, cosmopolitico, riposto nei cristiani e cattolici ammaestramenti. Fra questi vari componenti il primo e il secondo sono umani, terreni, naturali; l'ultimo è divino, trascende la natura, congiunge la terra col cielo e il finito coll' infinito. Ma l'elemento pelasgico e l'elemento religioso sono specialmente nostrali; perchè l' Ellade e la Giudea furono rivelate e per così dire incorporate all' Europa moderna, mediante l'opera iniziatrice degli Italiani o più tosto della loro metropoli. Tanto che Grecia, Palestina, Italia, sono tre nazioni e tre civiltà littorane del Mediterraneo, unificate in Roma centro di questo mare, e mediante il senno e l'eloquio romano conquistatrici dell'

<< Indépendamment de sa beauté, elle a pour l'enfance un mérite sans égal, « elle est simple. Or, messieurs, s'il faut au corps des enfants des aliments « simples, il en faut aussi de simples à leur âme. De même qu'on ne doit pas << blaser leur goût par des saveurs trop vives, on ne doit pas surexciter leur « esprit par la beauté souvent exagérée des lettres modernes. Homère, << Sophocle, Virgile doivent occuper dans l'enseignement des lettres la place « que Phidias et Praxitèle occupent dans l'enseignement des arts. (Très-bien.) « Et puis ce ne sont pas sculement des mots qu'on apprend aux enfants en « leur apprenant le grec et le latin, ce sont de nobles et sublimes choses; « c'est l'histoire de l'humanité sous des images simples, grandes, ineffaçables. « (Vive approbation.) » (Rapport fait par M. Thiers à la chambre des députés en 1844, au nom de la commission chargée de l'examen du projet de loi relatif à l'instruction secondaire.)

altro mondo civile. Ma Roma essendo capo della penisola, e il principio religioso che vi s' incarna costituendo il nesso dialettico degli altri due componenti, e accordando per via dell' Idea universale e perpetua il genio dell' antichità comune con quello delle modernità particolari, ne segue che l'Italia per tutti questi rispetti è la nazione dialettica per eccellenza.

Le prerogative italiane, essendo fondate principalmente nella religione, c'invitano a considerare la natura di questa, come sistema di civiltà universale, che sovrasta alle speciali culture e tutte le abbraccia. La religione, la quale in sè stessa è l'Idea creatrice, che produce, contiene ed accorda i diversi e i contrari, mediante l'unità e l'onnipotenza dell' atto creativo, se si considera in ordine agli uomini, nei quali si effettua e si concretizza, è composta, come ogni forza cosmica, di una essenza interiore e di una forma sensata, cospicua, estrinseca, che la rappresenta. Il misto, che risulta da tale interiorità ed esteriorità insieme accoppiate, quasi anima e corpo, in una sola persona, è la Chiesa, che è la religione individuata, parlante e visibile sopra la terra. La perfetta nozione della Chiesa, come società perpetua e cosmopolitica, non potendo risultare da un luogo o tempo speciale, dee comprendere, oltre l'atto presente e passato della società ecclesiastica, le virtualità destinate a esplicarsi nell' avvenire, e agevoli ad argomentarsi colla scorta della logica induttiva e vaticinatrice da quelle che sono attuate. A tal ragguaglio la Chiesa vince di ampiezza non solo tutte le aggregazioni speciali, che in ciascuno stato si comprendono, ma gli stati medesimi, e le loro leghe, e le confederazioni politiche delle città, dei dominii, dei popoli, e le congiunzioni morali delle civiltà e delle stirpi; onde più vasta di Europa e di ogni altra porzione del genere umano, essa è il grado supremo della dialettica, il contenente e il vincolo assoluto di tutti gli ordini che all' uomo appartengono. Ciascuno di questi ordini, è verso la Chiesa ciò che è la parte verso il tutto, l'individuo o la specie verso il genere, il contenuto verso il contenente : la società ecclesiastica li comprende nel suo seno, ma non è alcuno di essi, poichè altrimenti non potrebbe far l'ufficio di vincolo comune e di ricettacolo, come l'Idea assoluta non sarebbe in grado di racchiudere e collegare le idee relative, se con qualcuna di loro s'immedesimasse. E sovrastando di estensione agli altri consorzi, la Chiesa egualmente se ne disforma per ragione di essenza, cioè per la natura di quel nesso e di quella

comprensiva, che la privilegiano. Gli altri moventi si trovano bensi nel gran corpo della cristiana repubblica, ma non costituiscono la natura di essa, come Chiesa; giacchè nella scala dialettica ogni grado superiore, ricettando e riducendo a conserto gli ordini sottostanti, dee essere naturato e qualificato in modo più eccellente. Così la Chiesa, essendo il comignolo della piramide dialettica in ordine al vivere comune degli uomini, dee differire specificamente dalle società di altra sorte, dee vincerle d'idealità e di perfezione; onde il principio che l'informa non può essere politico, nè economico, nè scientifico, nè altrimenti circoscritto fra i limiti del tempo; ma divino e religioso solamente. Il che torna a dire che l'anima della società ecclesiastica è l'Idea creatrice, produttiva e comprensiva di tutto il reale e di tutto lo scibile; la quale, compenetrandola colla unità propria, ne fa un ente organico, un individuo, una persona; giacchè la Chiesa non può essere un semplice aggregato, un corpo meramente collettivo, una fortuita accozzaglia, un' incondita e sciolta moltitudine. Mediante il concetto religioso, la Chiesa unisce spiritualmente gli spiriti ed i cuori, mettendo in atto una concordia, che per estensione, intimità ed efficacia è al tutto impossibile negli ordini civili e negli altri gradi inferiori; giacchè l'assunto di ordinare quando che sia una confederazione politica, industriale, commerciante, scientifica, di tutti i popoli della terra, è una veglia da lasciare a coloro che sognano. E quando si potesse effettuare, non basterebbe all' intento, perchè partorirebbe una congiunzione prettamente estrinseca, o se interiore, versante nelle opinioni, non negli affetti, e quindi assai meno penetrativa e tenace dell' union religiosa, che abbraccia tutte le parti dell' animo e s'inviscera in ciò che la natura umana ha di più profondo e recondito. Perciò il solo consorzio efficace ed universale, che non ripugni alle condizioni immutabili dell' uomo e del globo terrestre, è quello che consiste nell' unione spirituale degli animi, e si fonda in un sistema comune di credenze, espresso da certi riti e comunicazioni esteriori; la quale, lasciando un campo larghissimo a tutte le differenze legittime degl' individui e dei popoli, riduca il simbolo comune a quei soli punti capitali, che debbono essere uniformi e invariabili, come invariabili e uniformi sono la ragione e la natura umana nella loro essenza. Ora l'unica dottrina, che adempia queste condizioni, è il cattolicismo; il quale, evitando gli estremi egualmente viziosi della strettezza e della

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