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ci offende, e gradatamente può giungere al punto da generare nausea e ribrezzo. Non è quindi maraviglia se in tutti gli stati della vita, e in tutte le età è vivissimo il desiderio di comparir belli e sotto amabili foggie mostrarsi e incaparrare l'altrui animo colla piacevole illusione degli occhi; perciò a misura che le nostre espressioni applicano agli astanti belle qualità o deformi, si veg‐ gono a gioja atteggiarsi i volti od a tristezza; quindi non isdegnò la legge Salica di colpire con pena que' modi di discorso che, spogliando un individuo d'ogni pregio fisico, coll' imma→ gine della massima sordidezza lo coprivano.

Con maggior apparenza di ragione più leggi condannarono i medici, i chirurghi, le levatrici, i quali, eccettuati i casi in cui debbono notificare alla pubblica autorità i fatti che in forza delle loro funzioni giungono a conopalesassero le malattie da essi trattate o i difetti corporali non apparenti, e che la persona ammalata avesse interesse o volesse tenere nascosti.

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Infatti l'imputazione vera, e molto più se falsa, di difetti corporei invisi

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bili ci espone ad un ridicolo tanto più pungente e quindi tanto meno perdonabile dall' amor proprio, quanto che mentre resta campo alla malignità d'esagerarli, ci è non di rado impossibile di difenderci, e quasi ci sembra d'essere d'abituale menzogna tacciati (1).

Il semplice scherno sopra difetti visibili, benchè non accompagnato dal timore di lucri cessanti o danni emer genti, può riuscire pungentissimo, come lo dimostra la giornaliera esperienza, perchè al dispiacere risultante dal difetto s' unisce la certezza di non potersene liberare, e spesso di non avervi colpa; quindi un semplice motto sopra questi difetti, a guisa di scintilla applicata a polve nitrica, diviene talvolta occasione d'estremi disordini, e dimostra l'estrema sensibilità al ridicolo principalmente nelle donne e nei re (2).

(1) La duchessa di Montpensier, inacerbita contro Enrico III, perchè questi aveva levato il velo che qual cuno de' di lei difetti segreti copriva, lo molestò durante tutta la vita, e fu la prima a rallegrarsi pubblicamente del regicidio commesso nella di lui persona.

(2) Guglielmo il conquistatore, re d'Inghilterra, alquanto grosso di ventre, stava da alcuni giorni a letto per malattia nel 1087. Filippo I, re di Francia, disse scherzando: Quando partorirà costui ? Gugliel

La falsa imputazione di difetti corporei può essere fonte di gravissimi danni emergenti e lucri cessanti per le persone cui vengono imputati; dite, per es., d'un chirurgo che gli trema la mano, d'un giovine che non è stato vaccinato, d'un servo che è soggetto all' epilessia, ecc., e farete perdere al primo tutte le clientele, al secondo il diritto d'essere ammesso in un pubblico stabilimento, al terzo l' eventua→ lità d'essere accolto al servizio di qualche ricca famiglia, ecc. Al tempo dei Longobardi chi avesse imputato alla giovine d'essere affetta dalla lebbra, sarebbe stato causa per cui le promesse sponsali senza effetto rimanessero (1)..

mo, cui venne riferito tal detto, accertò che andrebbe a farsi purificare ed a ricevere la benedizione nel duo mo di Parigi con dieci mila lancie invece di torcie. Infatti, appena ristabilito, portò il ferro e il fuoco nel regno francese, prese ed abbruciò Mante, e senza dubbio avrebbe spinto più oltre la vendetta, se una caduta da cavallo non gli avesse tolto il potere se non la voglia di farlo. (Hume, Histoire d'Angleterre, tom. 11, pag. 169, 170.)

(r) Canciani Barbarorum leges antiquæ, ecc. ↑ tom. I, pag. 76, col. 2.

Fece ingiuria gravissima al popolo longobardo il pontefice Stefano III, allorchè, per distorre i principi fran cesi Carlo e Carlomanno dal prendere in mogli le figlie di Desiderio re de' Longobardi scrisse loro: «< Quale

2

Nella II parte cercheremo i soddisfacimenti dovuti per ferite od altro che diminuiscono la bellezza fisica.

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§ 2. Sorgenti intellettuali.

Le forze intellettuali, fonti primarie di ricchezze e d'ogni maniera di piaceri gentili, servendo a misurare la distanza tra l'uomo e i bruti, ciascuno pretende mostrarsene a dovizia fornito, e tanti gradi di dolore risente, di quanti, con espressioni villane, viene depresso verso gli animali più stupidi o verso gli esseri insensibili che l' opinione volgare riguarda come immagini della stupidezza (1).

« scioccheria da nè men nominarsi, che la vostra il« lustre gente de' Franchi, la quale su tutte le nazioni « primeggia, e che prole reale qual voi siete, risplen<< dentissima e nobilissima, contaminar, si voglia, il «< che non sia mai, colla perfida e fetentissima gente « de' Longobardi, immeritevole del nome di gente, « certo essendo che da essa ha avuto origine la schi« fosa malattia della lebbra ». (Epist. 45.)

Con queste false imputazioni il pontefice tendeva 1.° a privare il regno longobardico de vantaggi che poteva sperare dal progettato matrimonio tra le reali famiglie contraenti; 2.° diminuire il commercio de' Longobardi colle altre nazioni; 3, torre alle vergini longobardiche l' eventualità di passare a nozze con altri popoli, ed ai giovani l'eventualità d'unirsi a belle straniere. (1) Quando Alfieri parlando de'popoli Germanici disse: Pur m'attalentan quelle oneste zucche, volle addolcire il sentimento d' un'offesa che deprime l'intelletto con una lode che adesca l'animo.

L'intensità del desiderio di dare prove di forze intellettuali, e quindi il risentimento contro chi ce ne vorrebbe sprovvisti, può constare dai seguenti fatti.

1.° Parecchi scrittori poco favoriti dalla fortuna ricusarono i suoi doni piuttosto che rinunciare la gloria a cui le loro letterarie produzioni davano diritto (1)..

2.o A spese degli oratori, de' poeti, degli attori drammatici vivevano presso i Greci e i Romani più individui detti laudiceni, pagati per applaudire i pezzi teatrali e le aringhe pubbliche (2).

(1) Per esempio, Corneille ricusò uno stato agiato per non cedere il suo Cid al cardinale Richelieu che aveva la manía di voler comparire poeta.

(2) Questi lodatori venivano da appositi maestri istrutti nell' arte d'applaudire di concerto e con armonia. Si collocavan essi sui due lati del teatro presso a poco alla maniera che i nostri cori si collocano all' opera; e allorchè la rappresentazione era terminata, essi intonavano i loro concerti d'applauso, e servivano in tale modo di stimolo al restante dell' assemblea. Questi applauditori non mancavano mai d'offrire i loro servigi agli oratori, ai poeti, agli attori, più d'una vana che d'una solida gloria desiderosi.

Tullio mostrò la sua disposizione à cambiare beni materiali con concerti di lode, allorchè avvisato che era differita l'udienza in cui doveva parlare senza essersi preparato, diede la libertà al suo schiavo Eros che gli recò questa notizia inaspettata e gradita.

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