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tardo per la Pigrizia, raro per lo numero folpetolo, per, tani? dubbj molli da tanti Ereticisi sb piqirols ing atino toho i

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o Onnipotente eterno Dio, & for 1 on si toca 31 Provide alla fua malizia ch' erain pericolo di mancare, e sbanda. fi, di un tal foccorfo, non perche ella nel foffe degna, ma per, men Tua liberalità, e grazia, mandandole quefto ajuto puramente gratuito. 32 Si raccoffe forto alla fua infegna, e di molto disviato, ch' era, ritorno a battere il buon fentiero.

& 33 Defcrive la fituazione di Calaroga Patria di San Domenica, confiderandola come Occidentale rifperto all'Italia, da cui però viene i Zeffiro vento fecondo, giufta il dir de' Poeti: Et rejuv vigel genitabilis aura Favonii, Luch.34 Dell Occano.

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la lunga carriera, che fa il sole quando abbiamo i gio. di più lunghi, perchè in tale ftagione dell'anno il sole viene a tramontatci fopra 1 Mare alla chicdrittura fta Calaroga, che poi via via abbaflandoff tramonta affai più in giù verfo Mezzogiomol.

36 Non fempre, ma in quei mesi dell' anno, nei quali il So. le è ci apparisce collocari dietro al territorio di detta Città. 37 Perchè non effendo allora feoperta America fi credeva, che quel Mondo di là foffe difabitato.

38 Appartenendo tal Città al Regno di Caftiglia, nella cui ar me in un quarto v'è un Leone che ha fotto di fe una Rocca, o Caftello, e in un altro quarto ha un Caftello, che ha fotto di fe un Leone.

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39 Cicisbeo ma qui fi ufa in miglior fenfo, cioè di amatore appaffionato della Santa Fede. La Crufca porta più elempi, sne quali questo vocabolo fi ufa a fignificare un amor buono, e fanto Vedi di quefta voce il Salvini nei fuoi difcorfi Accademici, e il Re di nelle annotazioni al fuo Ditirambo.

&

40 Vale generofo, e bene fperimentato combattitore.imo, at d 41 Santamente implacabile con gli Eretici we

42 Saremmo di quefta voce tenuti alla rima, che ce ne fazun dono sforzato, fela Crufca non fi moftraffe ritrofa a paffarla, c hel 1 fuo gran Vocabolario con tante altre latine la aiponeffer 43 Ch'effendo egliancora nell'utero della Madre fecela Profetef fa della futura fua Santità. Allude al fogno, ch'ella ebbe, men tre di lui era gravida, effendole parfo, che partorirebbe un cane bianco, e nero con nna fiaccola accefa in bocca, fimbolo dell' Abito dell'Ordine, e dell' ardente zelo del Santo Patriarca ALS

44 La mutua falute, di cui fi dotarono al fagro fonte, credo ef fere quefta, che la fede diè al Santo Atleta la grazia, e il Santo Atleta efibì alla fede la fua difeła. '45 La Comare. ng bibeh

46 Secondo, che porta il rito del Santo Battefimo.51q or 16) 47 Coftei fogno, che San Domenico avesse una ftella in fronte, ed una mella nuca onde rimaneva illuminato l'Oriente e l'Occidente. 48 Desi Frati eredi dello Spirito del Santo Patriarca. $3 49 In costrutto, spiegano in effetto: forse meglio©fi direbbe, ineli la costruzione ancora del nome, qual era in fatti: prendendoli ecoArutto quafi in fimil fignificato nel Can. 28. del Purgat, con Scon rifa Udite avevan l'ultimo costruito

50 Pof

so Poffeffivifi chiamano da i Gramatici quei nomi, che fignifi cano poffeffione; per efempio da Padre paterno, da Re reale, e dal Dominus latino Dominicus; e così questo bambino fu nominato perch'era, e farebbe stato tutto del Signore.

51 Un coltivatore dell'orto della fua Chiefa Ambafciatore ed intimo amico. surt

Cioè della povertà Evangelica da Crifto configliata, dove diffe: Si vis perfectus effe, vade, & vende omina, qua habes: &, de pauperibus, & fèquere mer Quefta parola medefima Crifte for. ma le tre brime con minor grazia di quella, con cui replicò l' Arfofto tante volte Mandricardo in quella fua celebre ottava. 54 Cioè per fare porazione e mortificarmi.

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$5 Felice in realtà, com' éra nel nome.

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6 Perchè Giovannas interpetrafi Grazia, o dono del Signore. S' 57 Non per 1 gles ricchezze, nè per le mondane dignità, per le quali ottenere ciafcun'ora con affanno fi travaglia tornardin r 2658 Comentatore, de' Decretali

O

R

59 Gran Legislag oʻgran Medico Fiorentino

600 Ma persamore della verità Evangelica, e Teologica, ch'è la verace manna dell'anima,

61La Vigna della Chiefa, che perde prefto il verde, e fi fec cafe il vignajuolo è sun birbone.

62Alla Sede Apoftolica, la quale verfo i poveri di lodati cofumi fa in altri tempi più benigna, che non è ora, non mica per colpa di lei, la qual è fempre l'ifteffa ne' fuoi dogmi; ma ben per colpa di colui, che vi fiede, il quale degenera da i fuoi fanti Antecefforiad zom

63 Non chiefe, dico, di poterfi comporre con difpenfare in ufo 5 pio per lo mal acquistato, o poffeduto folamente la terza parte, o la metà.koduteez OMAKONE

64 Nè il primo Benefizio, che vacaffes quale glie l'offeriffe la forte, o pingue, sofcarfo.

65 Ne de penfoni, odecime, che fon dovute al poveri di Dios, ma dimando folo licenza di poter combattere contro il Mondo depravato dall'Ercfie: verfo per vero dire poco graziofo tutto composto di voci latine nulla eleganti.

06 Seme, cioè la Fede, ch'è feme di grazia, e di gloria.

67 Per quefte 24 piante chi intende i 24 Libri della Bibbia, e chi una cofa, echi un'altra, leggendo quafi tutti i Comentato ri fiçoer non ti fafcian. Noi feguitando le note degli Accademici della Crufca, intenderemo quelle due corone di anime gloriofe, dodici per corona, che aveano meffo in mezzo Beatrice, cil Poeta, tanto più, che poco di sopra le ha nominate piante: Tu vKOJ Saper di quai piante s'infiora Questa ghirlanda, e fono veramente plante di tali feme.

68 Coll'ufizio Appoftolico di facro Inquifitore, e di autorità Pontificiad munito.

36910fpinge fuori dal Monte quafi fpremendolo, o fpinge nel corfo inalzandolo...

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o In Tolofa, dove imperverfava Erefia degli Albigefi

71 Più

71 Più vegeri, e rigoglio. 72 Qui carro di due ruote, quale ha defcritto nel Canto. 24 dal Purgatorio, effer il carro della Chiefa.

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73 Guerra civile tra Criftiani, ma Cattolici gli uni, Brezici gü altri propriamente fignifica o lite, einimicizia, o travagliola fac cenda di molta noja, o cola che può intrapresa partorire del difparen, 74 Dell' altra ruota, cioè di San Francesco, come per la pri. ma intefe la ruota di S. Domenico.

75 Verlo

fo di cui San Tomato fimoftrà, lodandola, sì, coxtele, 76 Poco prima, che io qui veniffi,

77 Ma oramai la regola di San Francesco non fi offerva più e non fi feguon più i faoi efempi ; ma la carreggiata, o il fol di quefta benedetta ruota ec.

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78 Formola proverbiale, che fignifica è il male, dove prima era il bene, prefa dalle botti, che ben cuftodite col loro vino fan no la grama, che le confervas e trafindate fanno la muffa, fe be ne ciò talora proviene dalla qualità diverfa del vino; ond' è nato il proverbio: Buon vin fa gruma, e trifto vin fa muffa. II Da. niello l'intende diverfamente, e ftima, che quigromma ha dal ja, tino gruma, che appreffo Ennio, e Nonnio è una certa milure, oke fifla in terra fa, che le ftrade si drizzino a dritta linea, ed è iftromento de' mifuratori de' campi ; e spiega il fegno, fu cui per dritta linea fi andava, per non effer frequentato, è ricoperto, e guafto.O che muffa! 79 Pone le dita de' piedi, dove prima poneva il calcagno; cammina a rovefcio.

:

Ro Altri leggono dalla ricotta, e la costruzione viene più regolata 81 Il loro vivere tralignante, e indifciplinato, thig de 82 Si lagnerà a torto.

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83 L'arca, cioè il luogo nell'arca, e nel granajo di quel Pau dre di Famiglia, che non ci vuol altro, che grano eletto". Allude alla parabola della Zizania, dove si dice: Colligise primum Ziza nia, triticum autem congregate in horreum menn

84 La nostra Religione, frate per frate, ne troverebbe qual cheduno, in cui fiorifce l'antica offervanza, e vi fi legge la fan. tità dell'istituto; ma non farebbe già questo da Cafale, di dove fu Fra Uberto Miniftro Generale dell' Ordine, che allargò la rego la, nè da Acquasparta del Contado di Toai, di dove fu Fra Matteo Miniftro pure Generale, che troppo la xistrinse.

85 Il Daniello intende ciò di due Frati, che non la regola, ma la Sacra Scrittura interperrando, uno libettino ge ricavava fenten. ze troppo larghe per lo coftume, el'altro rigorista troppo strette. Ma questa è un interperrazione troppo larga, cioè troppo ge merale. fon lo fpirito, e l'anima.

87 Volge Bagnarea, piccola Città tra Orvieto, e Viterbo,

Patria di S. Buonaventura. E qui da offervare la trafcurata inav vertenza dei più celebri Efpofitori di quefta Cantica, che l'uno fu le fallaci orme dell'altro il piede ponendo in fallo questi Città, ch'è fitusta dalla Marca tanto diftante, la ripongono nella Marca, e mi difpiace, che fiafi in quefto lafciata ingannare an che la diligenza del Volpi.

8 Di Miniftro Generale, di Cardinale, e di vefcovo. e terrene cofe alle destre Leifiniftre cure delle caduche

Peterne, e celefti.

Due de i primi compagni di S. Francefco,

1 Cordone,

cioè Abito religiofo; Sinecdoche.

9z Ugo di nazione Saffone, Canonico Regolare del Monaftero S. Vittore preffo Parigi, Scrittore illuftre.

93 Pietro Comestore. Scrittore dell' iftoria Scolaftica.

94 Che compafe 12. Libri di Dialettica

95 Natan Profeta < buon faito che riprefe David del doppio cccato di adulterio, e di omicidio,

95 San Gio: Crifoftomo Patriarca: Metropoli è la Città, o la hiefa principale in tutta la Provincia, e di qui Metropolitano, 97 S. Anfelmo Normando, Arcivescovo di Canturbia.

98 Donato Maeftro di San Girolamo, che compofe una Gramatica 99 All infima delle arti liberali, ch'è la Gramatica

000 Rabano Mauro Tedesco, Abate di Fulda, e poi Arcivefeoo di Magonza.

rors Del Monaftero detto Florenfe.

e lodare

102 Inveggiare propriamente invidiare, da cui inveggia nel Can6 del Purgatorio per affio, per inveggia; ma quì in buona aite, o per emulare, e imitare, o per commendare 103 San Domenico bravo Campione della Chiefa ro Che lodo, e fe panegirico di San Francefco e il prudente o, e difcreto parlare. Pretende forfe il Poeta d'infinuare il lo evol costume disquei tempi, che un Frate di San Francefco face a il Panegirico di San Domenico, e un Frate di San Domenico uello di San Francefco: latino quì fignifica ragionamento, il fuo ire affepnatos

os E meco moffe a lodarlo tutti quefti miei compagni,

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In questo Canto induce il Poeta San Tommaso a folvergli il fecondo de dubbj moffigli di fopra nel decimo Canto

Mmagini 1 chi bene intender 2 cupe
Quel, ch' io or vidi, e 3 ritegna l'image,
Mentre ch' io dico, come ferma rupe

Quindici ftelle, che in diverfe 4 plage

Lo Cielo avvivan di tanto 5 fereno,
Che 6 foverchia dell' aere ogni compage.
Immagini 7 quel Carro, 8 a cui il feno.

Bafta

Bafta del noftro Cielo e notte e giorno, Si ch' al volger del temo non vien meno: 10 Immagini 9 la bocca di quel corno,

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Che fi comincia in punto dello 10 ftelo
A cui la 11 prima ruota va dintorno,
Aver 12 fatto di sè duo fegni in Gielo,
Qual fece la 13 figliuola di Minoi
Allora 14 che fenti di morte il gielo:
E 15 Pun nell' altro aver gli raggi fuoi,
E amenduo girarsi per maniera,

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Che l'uno andaffe 16 al primo, e l'altro al po Ed avrà quafi l'ombra della 17 vera

Costellazione, 18 e della doppia danzaje Che 19 circulava il ponto, dov'io erato Poi ch'è 20 tanto di là da nostra usanza,i Quanto di là dal muover della 21 Chiana' Si muove 'l 22 Ciel, che tutti gli altri avanza. 25 Li fi cantò non Bacco, non 23 Peana; Ma tre Perfone in divina natura,

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35

Ed in 24 una fuftanzia effa, e l'umana
Compiè cantare, e'l volger fua 25 mifura,
E 26 atteferfi a noi quei fanti lumi,
Felicitando 27 fe di cura in cura.
Ruppe'l filenzio ne' concordi numi
Pofcia la 28 luce, in che mirabil vita
Del poverel di Dio narrata fumi:
E diffe: 29 Quando l'una paglia è trita,
Quando la fua femenza è già ripofta

A batter l'altra dolce amor m'invita. 6751
Tu 30 credi, che nel 31 petto, onde 32 la cofta
Si traffe, per formar la 33 bella guancia,
Il cui palato a tutto 'l Mondo 34 cofta,
40 Ed 35 in quel, che forato dalla lancia,

AS

50

E 36 pofcia e 37 prima tanto foddisfece,
Che d'ogni colpa vince la 38 bilancia
Quantunque alla Natura Umana 39 lece
Aver di lume, tutto foffe infufo

Da 40 quel valor, che 41 l'uno è l'altro fece:
E però ammiri ciò, ch' io diffi fufo,

Quando narrai, che non ebbe fecondo
Lo 42 ben, che nella quinta luce è chiufo.
Ora apri gli occhi a quel, ch' io ti rispondo,
E vedrai il tuo credere, e 'l mio dire

Ne!

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