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necessaria a formare l'unità della gran famiglia umana, come la paternità materiale unifica le famiglie particolari; e siccome fra le molte nazioni, che godono già il benefizio dell' instituzione cattolica, ve ne ha una, che si gloria meritamente di occupare il centro di tal vasta mole; così per questo rispetto è indubitato che l'Italia, contenendo nel suo seno il principio dell' unità morale del mondo, è la nazione madre del genere umano. Io espongo francamente e tranquillamente queste idee, che oggi verranno derise da molti, ma che non possono, nè potranno mai essere con buon successo combattute da nessuno. La verità è una cosa si bella e di tanto pregio, che non si scapita a professarla pubblicamente e a difenderla, anche con pericolo di essere schernito e vituperato. Nė mi par probabile che il riso e l'insulto, figliuoli della leggerezza, dell' ignoranza e delle ingiuste preoccupazioni, possano prevaler lungamente contro il vero e la buona logica (4).

La Chiesa cattolica è adunque la società conservatrice e propagatrice dell' Idea, e questo doppio ufficio spiega tutte le proprietà e le prerogative, di cui è insignita. Intendendo alla custodia e alla diffusione del vero, ella partecipa ad un tempo della quiete e del moto, ma in modo diverso. Rispetto all' ufficio di conservatrice, la sua natura corrisponde a quella dell'Idea stessa; e come questa è eterna e collocata fuori del flusso temporaneo, così quella gode di una continuità perfetta, assoluta, immune da ogni vicenda. In ciò consiste la sua forza e la sua bellezza. Non si può immaginar nulla di più meraviglioso, che questa gran comunanza; la quale è perpetua, poichè senza interruzione di sorte, risale ai principii del genere umano; immutabile, non essendo capace di cangiamento; immobile, escludendo ogni progresso e ogni regresso,

ed essendo come un cardine fisso e perenne, su cui s'impola e si aggira la civiltà del mondo. Imperocchè il corso e il rivolgimento delle cose umane ha d' uopo di un fondamento stabile, e di un perno saldo ed immoto, che lo produca, lo sostenga, lo temperi, lo indirizzi; altrimenti la varietà tornerebbe in caos, e il corso in precipizio. L'immobilità della Chiesa, non che nuocere ai progressi civili, si richiede a effettuarli; giacchè negli ordini spirituali, come nei corporei, il principio del moto non può essere altrove, che nella quiete. La civiltà ha mestieri di una norma eterna e incommutabile, che governi i suoi andamenti; la quale risiede nell' Idea, e nella società sua conservatrice ed interprete, che non potrebbe adempiere questo sublime ufficio, se non fosse in un certo modo immanente, come il vero da lei promulgato. Qualunque individuo e qualunque comunità si separino da questa madre, e pretendano di farne le veci, pronunciano collo scisma la loro propria condanna. Imperocchè, se l'integrità del vero ideale fosse perita o perir potesse nelle mani della Chiesa eletta da Dio alla sua custodia, più non fora possibile il farla rivivere. L'uomo può esplicare l'Idea appresa; ma non può ritrovarla : può possederla, non a guisa di un' invenzione sua propria, ma come esterna dottrina. Quindi il temerario ardimento di coloro, che si ribellano alla Chiesa, è punito da Dio con tremenda giustizia, cioè colla perdita di quel bene stesso, che gl' improvidi novatori presumono di acquistare. L'eresiarca vuol rinvenire la verità, che stima perduta, e la perde in effetto. Da ciò proviene quel perpetuo variare degl' individui e delle sette, che ne rende così spiacevole e dolorosa l'istoria, ma che è un effetto non evitabile dell' aver rinnegata l'Idea, e gli ordini legittimi, che la rappresentano. Il protes

tantismo porge da tre secoli al mondo questo insegnamento col suo esempio; e dopo aver annunziato, fin dal suo nascere, la prossima ruina della Chiesa, si vede vicino a perire. Anzi, se la vita di una setta consiste nel credere a qualche cosa, e nell' avere una fede comune, esso è morto da gran tempo. Qual è infatti il rito, che non abbia alterato? Qual è il precetto, che non abbia corrotto? Qual è il dogma, che non abbia falsificato? Qual è il fatto, che non abbia rivocato in dubbio? Qual è l'instituto, che non abbia dismesso o viziato? Qual è infine il monumento e la testimonianza, di cui non abbia svelte o indebolite le radici? La miglior confutazione della setta, consiste nelle sue dottrine. In mezzo a questa confusione, a questa discordia di opinioni e di sistemi, che si distruggono a vicenda, e non lasciano una verità sola in piede fra le ruine, egli è dolce e confortevole l'affisar gli occhi nella Chiesa cattolica, sempre conforme a sè stessa, e conservatrice infallibile del deposito affidato alla sua custodia; come una nave campata in un mar procelloso, che vede da lungi con dolore il naufragio dei legni partiti dalla sua schiera; ma tranquilla e sicura per sè medesima, avendo la fede per bussola, e il vicario di Cristo per timoniere, sfida i flutti minacciosi, e si ride delle tempeste (5).

La Chiesa è in oltre propagatrice della dottrina ideale, e per questo rispetto la sua legge è il moto; ma un moto sapiente e regolato, che ha la sua radice nella stabilità, ed è come la placida espansione di una forza, moventesi dal centro verso la circonferenza. Il termine di questo moto è l'universalità degli uomini, a cui la Chiesa aspira, per abbracciarla nel suo seno, e restituirle coll' Idea l'unità perduta. Il principio è Roma, predestinata dalla Providenza a un imperio

universale e perpetuo, che si estende fino alle parti più remote, per l'azione ben consertata degli ordini gerarchici, quasi ruote di una vasta macchina, messe in opera da un solo motore. L'Idea umanata è il centro invisibile di questa gran mole, la radice maestra, da cui proviene l'immenso vigore ond' è fornita, e sovrattutto quella fecondità, che privilegia in universale le missioni cattoliche. La qual certamente è in parte l'effetto della gerarchia ecclesiastica, che per la sua struttura unisce la fermezza all'attività, e la celerità alla forza nelle proprie operazioni. Ma la cagion principale si vuole ascrivere alla cattolica prerogativa di possedere la verità perfetta. L'efficacia del vero, quando è aiutata dai divini influssi, che la fanno penetrare negli spiriti e ne' cuori, è unica e impareggiabile; imperocchè l'Idea è come il sole degli spiriti, che colla sua forza attrattiva gli adesca dolcemente, e gli tira potentemente nella sua orbita. Le sette eretiche, che non posseggono, se non un vero alterato, sono prive di energia e di vita; quasi comete, che sottrattesi all' azione solare, e sviate dal loro corso, errano a ventura nello spazio, senza consorzio di satelliti.

La società ecclesiastica conserva il divino deposito, lo tramanda di generazione in generazione, e lo dichiara colla parola. Le formole definitive, che sono la parola della Chiesa, contengono implicitamente tutto il vero, ma per lo più ne abbracciano in modo esplicito soltanto gli elementi integrali, i quali insieme accozzati costituiscono ciò che io chiamo l'integrità dell' Idea. Per farsi un concetto chiaro di questa integrità, si vuol avvertire che una verità qualunque può esser conosciuta in modo che basti, onde trarne tutte le conseguenze occorrenti al proposito, per cui quel tal vero ci è manifes

tato; ovvero se ne può avere una notizia così difettuosa, che non valga a sortir questo effetto. L'integrità e l'adequatezza di un concetto si vuol misurare dallo scopo della cognizione; e perciò la notizia dell' Idea dee dirsi integra, quando è tale, che se ne possono cavare coll' aiuto del discorso tutte le deduzioni opportune alla vita morale dell' uomo, fine del suo conoscimento. La maggior parte delle formole definitive, rogate dal magisterio ecclesiastico, si ristringono agli elementi integrali, cioè ai principii. Ciò però non vieta che le decisioni canoniche non abbiano anche talvolta abbracciate alcune conseguenze, quando l'importanza della materia, e gli errori correnti lo rendevano opportuno.

Gli elementi integrali dell' Idea espressi dal magisterio ecclesiastico, contengono potenzialmente tutto lo scibile razionale, a cui l'ingegno umano si può innalzare in questa vita. Ci vuol dunque essere uno strumento accomodato a svolgere que' germi, e a trarne in luce le verità inchiusevi; il quale è la scienza ideale, che può definirsi l'esplicazione successiva degli elementi integrali dell' Idea. Tali elementi sono di due sorti; gli uni naturali e razionali, gli altri sovrannaturali e rivelati. I primi appartengono all' Idea, quale si può naturalmente conoscere; gli altri spettano ad essa, in quanto non si può altrimenti apprendere, che mediante la rivelazione. Quelli abbracciano gl' intelligibili, e quel sovrintelligibile vago, indeterminato, generalissimo, che la ragione ci fa presentire questi comprendono i sovrintelligibili specifici, che determinano e concretizzano quella indefinita e generica incomprensibilità. Affermando che gli elementi razionali si possono naturalmente conseguire, non escludo tuttavia, anche a loro riguardo, la necessità della rivelazione. Nulladimeno

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