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il metafisico tedesco è profondo; perchè oltre alla diversa qualità dei loro ingegni, gli uni mossero dai sensibili esterni, che sono la scorza del sentimento, e l'altro dal sensibile interno, che n'è l'anima e il midollo. Nel resto, l'autore del criticismo e i sensisti, benchè per molti rispetti disparatissimi, convengono insieme 1° nel rigettare espressamente, (e non solo trascurare come quegli altri,) l'ontologia, stimandola impossibile, e riducendo tutto lo scibile scientifico alla psicologia; 2° nel dare alla cognizione la proprietà del senso, facendone una facoltà subbiettiva, e quindi considerando il vero, come relativo; 3° nell'introdurre uno scetticismo dimezzato e imperfetto, e nell' evitare il dubbio assoluto, o per dirittura di animo, come il Kant, o per poco cervello e cattivo giudizio, come il Condillac e i suoi seguaci.

Infine, nell'ultima classe si debbono collocare gli scettici assoluti, che giunsero al dubbio universale, mediante i principii del sensismo, aiutati da una logica sagace e inesorabile. Costoro, il cui principe è Davide Hume, negano la possibilità di ogni psicologia dogmatica, e di ogni ontologia, cioè tutto il reale, e tutto lo scibile. Dal parere dei Pirronici, (che serba almeno una certa ombra di filosofia, in quanto la combatte seriamente colle sue proprie armi,) nasce la sofistica volgare, o vogliam dire la misosofia, cioè lo spregio, non già scientifico e cavilloso, come quel degli scettici, ma empirico e plebeio delle scienze speculative, per cui esse si hanno in conto di una chimera, indegna che il savio applichi l'animo pure a confutarla. Tal è il concetto, che oggi gode la filosofia presso molti uomini, eziandio dottissimi in altre discipline, e di cui dee saper grado al progresso naturale del psicolo

gismo e del sensismo. Ognun sa, quanto Napoleone spregiasse l'ideologia e gl'ideologi. Ciò fu attribuito a paura, che avesse degli spiriti liberi, soliti a ingenerarsi dall'uso di filosofare. Il che a me non consuona; perchè, di che nervo, io ti chieggo, potevano essere quegli scherzi ingegnosi, che correvano sotto quel nome, facevano la delizia di un Garat, di un Volney, e di un Tracy? Un despoto così sagace, come Napoleone, avrebbe dovuto riputarli utili e non formidabili. Ma egli ridevasi degli spolveri e dei lucidamenti ideologici, perchè il suo ingegno maschio non potea gustare quei giochetti, poco più sodi e sustanziosi delle bolle di sapone. Egli poteva stimare l'errore profittevole, non l'error puerile. Il solo sapere, degno del suo vasto spirito, si trovava nella religione, dalle cui mani lo ricevette nell' isola, che gli fu carcere e sepolcro, quando venne iniziato ai misterii e alle speranze del vero dalla cristiana ontologia (32).

Si scorge da questo rapido cenno, qual sia stato il corso. fatale del sensismo, e che tristi frutti abbia portati la dottrina di Cartesio. Non ho menzionati gli eclettici moderni di Francia, dei quali toccherò fra poco, nè gli Scozzesi, nè l'illustre Antonio Rosmini, come quelli, che poco acconciamente entrerebbero nel detto quadro. Certamente, che a rigor di termini il Reid, le Stewart, e il nostro Italiano sono psicologisti; non correndo alcun mezzo possibile fra la dottrina di questi e la sentenza contraria. Ma ciò che li contrassegna si è, che non istabiliscono il psicologismo come un metodo o un principio assoluto; ovvero, se il fanno, si sforzano tuttavia di uscirne, e si mostrano spesso vacillanti, o inchinati al metodo legittimo. Tanta è la forza e l'efficacia del vero sopra quella dell'usanza negli animi diritti, e negl'

ingegni sodi e profondi! La teorica della percezione, secondo la sentenza della scuola di Edimborgo, contiene il germe dell' ontologismo; imperocchè, se la cognizione sensibile si fa per l'apprensione immediata dell'oggetto, e se l'oggetto percepito, eziandio come percepito, è fuori dello spirito, chi non vede, che si dee dire altrettanto della cognizion razionale, e quindi della Idea, che ne è il termine immediato? Dalla percezione del Reid alla visione del Malebranche, e di santo Agostino, non vi ha che un passo. Il Rosmini, stabilendo l'unità numerica dell'idea 1, si accosta talmente all'ontologismo, che si potrebbe quasi credere partigiano di questo sistema, se altri luoghi delle sue opere 2 e in ispecie la dottrina fondamentale del suo Nuovo Saggio, non vi si opponessero assolutamente.

L'affermare che il sensismo sia oggidì la dottrina filosofica generale di Europa, parrà a taluno così falso in sè, come contrario a ciò che ho detto altrove in questo proposito 3. Ma egli è d'uopo distinguere due spezie di razionalismo, l'uno dei quali si può chiamare ontologico, e l'altro psicologico. Il primo colloca il termine immediato della cognizion razionale nel suo oggetto, cioè nell' Idea; l'altro lo pone nell' uomo, e lo considera, come una forma dello spirito umano. Questo secondo razionalismo differisce dal sensismo ordinario, in quanto distingue l'intelligenza dalla facoltà sensitiva, e le intellezioni dai sentimenti; ma si accorda seco nel considerare la cognizione in sè stessa, come subbiettiva, nè più nè meno,

1 Rinnov. della fil. del Mam. esam., cap. 44, p. 507, seg.

2 Ibid., cap. 52, p. 616. seg.

3 Teor. del Sovr. num. 50, 221.

che i sentimenti e le sensazioni. Egli è vero che i suoi fautori considerano le forme intellettive, come l'espressione di una verità obbiettiva; onde sono dogmatici, e la lor dottrina è di gran lunga superiore a quella dei sensisti. Ma hanno essi in buona logica il diritto di affermare la verità obbiettiva? Non credo; imperocchè, se la mente non afferra immediatamente il suo oggetto, non potrà mai avere certezza logica della realtà di esso. Perciò i razionalisti psicologici non possono altrimenti evitare le funeste conseguenze del sensismo, che scostandosi dalla diritta logica 1. Ora tutti gli odierni filosofi razionali, di cui ho contezza, appartengono a questa classe ; tutti sono più o meno psicologisti; e il psicologismo, qualunque sia la nobiltà del sembiante, e la bontà illogica delle conclusioni, è intrinsecamente viziato di sensismo, perchè chiunque muove da sè, come soggetto, per giungere all'oggetto, è costretto di fondar nel sensibile tutto l'umano sapere; al che si riduce appunto l'essenza del sensismo.

Se dall' Europa in genere, passiamo a considerar la Francia in particolare, gli scrittori di cose appartenenti alla filosofia speculativa e pratica si possono partire in due schiere, nell' una delle quali colloco gli autori giudiziosi, nell' altra gli stravaganti. I primi hanno del buono e del reo, secondo gli aspetti, in cui li consideri. Lodevole è il retto senso, che prevale nelle loro opere: sono sinceri, discreti, assennati: amano le vie note e battute: schivano le frivolezze e le esorbitanze di ogni genere: detestano sovrattutto gli esageratori. Conoscendo competentemente i fatti, non si dilettano di tirare a vanvera, e di fabbricare in aria; onde abborriscono

1 Teor. del Sorr., not. 12.

dalle innovazioni assolute, e si compiacciono di perfezionare le dottrine, o le cose consuete, anzichè porsi a pericolo di sviarsi, per andare a caccia del disusato. Scelgono con prudente avviso, fra le opinioni vigenti, quelle che paiono loro più fondate e più utili; onde il nome di eclettici, dato in ispecie ad alcuni fra loro, che professano un certo sistema speculativo, può a tutti accomunarsi. Quindi è, che per lo più sono scozzesi in filosofia, costituzionali in politica, cristiani in religione. E siccome, per ordinario, gli scrittori di questa classe sono uomini maturi, e sperimentati, essi sogliono mostrarsi atti ai maneggi di stato, e alle faccende. A queste parti pregevoli si congiungono molti difetti, quasi inseparabili da quelle virtù. Siccome tali autori si governano col buon senso, che è in gran parte l'effetto degli altrui giudizi, della pratica, dell' esempio, ed è di rado migliore della consuetudine; si chiariscono inetti a cogliere il vero, quando a tal fine sarebbe d'uopo contrastar fortemente al parere dell' universale, e all' indole dei tempi che corrono. Capaci di scegliere il buono, quando già si trova nella massa delle opinioni signoreggianti, e fa solo mestieri di sceverarlo dal cattivo, sono impotenti a crearlo. Il buon senso non ha fatto, e non potrà mai fare una scoperta niuno con questa sola dote può essere institutore di nuovi ordini, riformatore eccellente, inventore in alcun genere di cose. Quindi è, che gli scrittori, di cui parlo, benchè sodi, mancano di profondità, come quella, che risulta dall' intuito peregrino degli oggetti; mancano anche di forza, che non può stare senza profondità. Sono sani, anzichè robusti, e benchè abbiano un certo vigore, il loro spirito, e le loro intellettuali fattezze, tengono più tosto del muliebre e del delicato, che del maschio e dell' atletico. Sono

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