Page images
PDF
EPUB

ché i grandi ingegni sono mancati, che ogni età non può dare dei Bossuet, degli Arnauld, dei Fénelon, dei Malebranche, dei Petau, dei Gaubil; che gl' ingegni moderni non bastano, se non a quei piccoli lavori. Primieramente, l'ingegno non manca in Francia: vi manca bensì il buon uso di esso, vi mancano quegli studi forti, quella volontà tenace, quell' applicazione indefessa, senza cui i doni di natura tornano inutili. E poi, se non potete darci di quegl' ingegni straordinari, dateci almeno dei Tillemont, dei Mabillon, dei Nicole, dei Thomassin, dei Fleury; uomini resi sommi da lunghi ed eletti studi, cui ogni ingegno sufficiente, purchè pieno d'ardore e faticante, può promettersi di somigliare o pareggiare. Persuadetevi che i nomi più illustri, onde si vanti il vostro ceto e la patria, dovettero la loro celebrità e grandezza, non meno alle fatiche dell' arte, che ai privilegi della natura. A ogni modo, dateci dei libri buoni e durevoli, e poi accetteremo eziandio, se volete, le enciclopedie e i giornali (13). Non credo pure che il voler creare una scienza propria dei cattolici, e distinta da quella che è comune retaggio della civiltà, sia un concetto troppo savio e favorevole alla concordia di essa scienza colla religione. La scienza è una, ed è sempre cattolica, quando è vera : l'error solo non è cattolico, nè cristiano. La scienza cattolica è la scienza vasta, imparziale e profonda; che penetra addentro nel suo oggetto, e non si appaga della superficie; che nel considerare un lato delle cose, non dimentica gli altri; che deduce con rigore, e induce con riserva; che non allarga le conclusioni, oltre i termini delle premesse; che non ispaccia il probabile per certo, le conghietture per verità dimostrate, le semplici ipotesi per assiomi o per teoremi. So che voi non negate che tuttociò sia vero; ma schiccherando certi abbozzi scien

tifici, e intitolandoli scienza cattolica, mostrate di credere che il sapere insegnato nelle università d'Europa sia eretico o pagano; il che è un error gravissimo. Sapete qual è la scienza cattolica? È quella dei Cuvier, degli Ampère, dei Rémusat, dei Sacy, e de' loro pari, per non uscir del secolo, nè della Francia; quella, che s'insegna da Filadelfia a Calcutta, e che ottiene il consenso di tutti i dotti del mondo civile. Tale scienza non è mai infesta alla religione; imperocchè i suoi cultori, ancorché per avventura infetti dalla malattia del secolo ed irreligiosi, se veramente valgono nelle loro proprie discipline, non ne trarranno mai alcuna conclusione sostanzialmente avversa ai dettati cattolici; perchè il vero non può mai ripugnare al vero. La scienza superficiale, la scienza temeraria, la scienza che cammina sulle congetture e sulle vane ipotesi, è la sola che contrasti bene spesso alla fede. Ma tale non suol essere il sapere de' sommi; se già loro non incontra di pagare un tributo alla umana natura. Non troverete ai di nostri un valente geologo, che affermi risolutamente i risultati positivi della disciplina da lui coltivata ripugnare alla storia mosaica; nè un profondo antiquario, che contraddica alla cronologia biblica; nè un fisiologo, un medico insigne, che tiri al materialismo le sue osservazioni e sperienze. Imperocchè il vero dotto è prudente e cautissimo, conosce il genio della scienza, onde fa professione, e non iscambia le apparenze colla realtà. Ho detto sostanzialmente, perchè se alcuno di que' valorosi parve talvolta non conformarsi affatto alla norma cattolica su qualche punto accidentale delle sue dottrine, ciò nacque, o dalla chiosa prepostera che si fece di quella, (come nel caso di Galileo,) o dalla debolezza dell' umana natura; giacchè anche i grandi uomini sonnecchiano qualche fiata, e pigliano il verosimile per

vero. Ben s'intende ch' io qui non parlo di scienze speculative; intorno alle quali confesso che il secolo non s'accorda colla religione. E che maraviglia, se intorno a questo articolo l'età che corre dissente da sè medesima? La filosofia non si trova più fra gli uomini, giacchè vi sono tanti sistemi filosofici, quante sono le scuole e i pensanti; onde da questo lato il mondo civile è come l'edifizio babelico. Ma certo, se la vera filosofia dee risuscitare, ciò non avverrà per opera delle enciclopedie e dei giornali.

Il clero cattolico dee guardarsi cautamente da quanto sa di piccolo, di angusto, di gretto, di fiacco, di meschino; dee, mantenendo l'ortodossia più rigorosa, abbracciare sapientemente tutta la civiltà del secolo, sceverarla dalla mondiglia, che spesso la guasta, ed appropriarsela. I preti francesi, che per la purezza della fede e del costume, sono degni di essere proposti ad esempio, non so se per qualche altro rispetto siano egualmente imitabili, e se la lodevole gelosia che hanno della santità clericale, non li faccia talvolta passare il segno. Lo stare ritirato dai romori, dalle brighe civili e politiche, è debito del sacerdote; ma perchè segregarsi dalle lettere e dalle scienze? Perchè sfuggire la conversazione degli uomini gravi e assennati? Perchè fare una società isolata, un ceto appartato, quasi come le caste dell' Oriente? Questo allontanamento del sacerdozio dalla società nuoce alla religione, la quale scapita assai nel concetto della moltitudine, ogni qualvolta il prete si dilunga troppo dagli occhi del pubblico, o non sa mantenere, mostrandosi, la dignità del suo ufficio. Da una gran parte degli uomini le credenze religiose sono avute in quella medesima stima, che i ministri, onde vengono rappresentate. La sola presenza del prete degno del suo mi

nisterio, può talvolta richiamare e adescare gli animi alla fede; la quale da molti si dimentica colla persona de' suoi banditori. Io non so se m' inganni; ma sono inclinato a credere che in una città, come Parigi, molte oneste famiglie, che non si curano di pietà e di religione, vivrebbero cristianamente, se i preti non avessero dismesso l'uso di partecipar con decoro alla conversazione de' cittadini. Ma per tornare alle scienze, gli ecclesiastici dovrebbero ripigliarne l'antico possesso, e toccarne la cima, proponendosi di emulare con nobil gara e di vincere i progressi del loro tempo. Il che non dovrebbe esser difficile, rispetto alle scienze speculative, in un paese, dove si onorano al di d'oggi, come primi nella cultura di quelle, alcuni nomi, che meriterebbero appena un grado secondario in ogni altra condizione di età e di studi. Laonde tutto ciò, che tende a rinchiudere la dottrina del clero e degli uomini cattolici in un giro troppo ristretto, dee saviamente evitarsi. E nella filosofia specialmente, dove la scienza vuol essere rinnovata di pianta, e gli ecclesiastici sono tenuti di cooperare a questa grande opera in virtù del loro medesimo ufficio, si dee recare quella libertà e forza d'ingegno, che all'altezza dello scopo è richiesta. Dico questo, perchè in alcuni lavori del clero francese, d'altronde pregevoli e dettati da buone intenzioni, mi par di ravvisare una eccessiva timidità di spiriti, una debolezza intellettuale, una paura di entrare in certe quistioni, una ripugnanza di abbandonare i sentieri triti e comuni, (eziandio quando il soggetto lo richiede, e la cristiana prudenza il comporta,) che nuoce all' effetto di tali libri, alla profondità e agli incrementi del sapere. Il cattolico dee esser cauto, ma non pusillanime; timorato, ma non timido: dee maturar bene i

suoi pensamenti, ma non lasciarsi spaventare dalle difficoltà: dee essere studiosissimo del rigore ortodosso, ma libero dagli scrupoli: dee penetrar nelle viscere del suo tema, senza fermarsi alla corteccia; nè ha cagion di temere, ancorché errasse, a malgrado di ogni savia cautela, perchè la sua soggezione alla Chiesa, e il suo proposito di ubbidire al menomo cenno di essa, sono senza misura e senza limiti. Questa libertà cattolica dà agli scrittori una grandissima efficacia di spirito, abilitandogli singolarmente a far avanzare le scienze, e scoprir nuovi mondi nel gran cerchio dello scibile. Il credere al proprio ingegno è necessario in ogni caso, per tentare e compiere cose grandi; ma può farsi dal solo cattolico con perfetta tranquillità di coscienza, perchè egli subordina i suoi pensamenti, per quanto gli paiano fondati, all' autorità suprema di quel magisterio, che solo non può fallire (14).

Il promuovere e far fiorire la scienza nel clero, non è opera difficile in sè stessa, ma non dipende solo dall' arbitrio dei privati. Uopo è che i primi pastori vi concorrano efficacemente, e vi adoprino quei mezzi, che loro abbondano, essendo preposti all' ecclesiastico reggimento. Se que' venerabili prelati, di cui la Francia ammira la pietà e la virtù, scegliessero ne' lor seminarii i giovani di maggiore espettazione, e liberandoli dalle pastoie di certi studi troppo elementari e ristretti, somministrassero loro i sussidi opportuni per attendere a quelle scienze, a cui sono maggiormente inclinati; se fondassero una instituzione, dove l'eletta del clero nelle dottrine più squisite si ammaestrasse, e la perfezione della disciplina scientifica si aggiungesse a quella del tirocinio clericale; se per quest'opera sacrosanta, che vor

« PreviousContinue »