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educazione. Ora, se i governanti sono i più, gl' ignoranti dovranno insegnare, i rozzi ingentilire, e gli alunni saranno maestri. Si avrebbe adunque un insegnamento a rovescio, trovato assai più raro e mirabile dell' insegnamento mutuo.

Le dottrine inglesi vennero trasferite in Francia, e propagate per tutta Europa, da un uomo ingegnoso ed eloquente, dotato di tempra singolarissima. Giangiacomo Rousseau accoppiava a un cuore caldissimo, a una viva e forte e ricca immaginazione, a una rara maestria nel valersi delle parole, a una robusta e infiammata facondia, una profonda inettitudine a cogliere il vero delle idee e delle cose, degli eventi e degli uomini. Quel senso pratico, che ci fa conoscere i nostri simili e la società loro, e quel senso speculativo, che porge la chiara e distinta cognizione dell' Idea, donde poi lo spirito discende alle cose sensibili, e adatta loro i concetti razionali, gli mancavano egualmente. Quindi è che la sua filosofia è paradossastica, e la sua eloquenza, scompagnata spesso dal vero, e destituita d'ingenuità, sobrietà, e di naturalezza, è per lo più un' armoniosa e fervida declamazione, che piace alle fantasie giovanili, ma non appaga gl' intelletti maturi. Il Rousseau non intese il Cristianesimo, perchè, secondo l'uso dei miscredenti, lo considerò nel suo aspetto estrinseco, senza salir più oltre; laddove, per avere un concetto adequato della sua divinità, e apprendere dirittamente quell' evidenza pari o superiore alla matematica, che lo accompagna, uopo è salire all' Idea di esso, e poscia discendere ai fatti, che la esprimono e manifestano. Tuttavia egli non fu irreligioso, quanto i suoi coetanei: il cuore lo salvò in parte dalla malefica influenza. Le sue opinioni sull' eccellenza dell' uomo selvaggio, e sulla origine artificiale della

società, lo conducevano diritto a un materialismo schifoso e ad un brutale ateismo. Ma l'affetto prevalse alla logica; e se la tempra del suo ingegno, i vizi della sua educazione, e le vicende della sua fortuna, lo impedirono di conoscere ed apprezzare il Cristianesimo nella sua essenza, e di formarsene un concetto esatto e scientifico, l'animo suo serbò sempre, come due amori, Dio e la virtù.

L'educazione civile degli antichi fu lodata da questo scrittore; ma quando egli prese a instituire il suo Emilio, e colori il disegno di una educazione privata, si scostò dall' esempio dei prediletti Spartani, e procedette per vie affatto opposte a quelle di Licurgo. Questi volle costrignere e trasformar la natura; quegli secondarla. L'uomo nasce buono, e la società il guasta. Rimuovasi il pestifero influsso, e si faccia luogo all' istinto natio. La natura vuol essere unica allevatrice e maestra dell' uomo, e l'institutore dee contentarsi di cessare gli ostacoli, tantochè l'educazione riesca negativa e non positiva. Se non che, il Rousseau non sa dichiararci, come possa essere, che la società essendo intrinsecamente viziosa, e l'uomo nascendo innocente, lo stato sociale si trovi in ogni luogo. Un male universale dee avere qualche cagione; la quale vuol essere parimente universale. La società può spiegare i mali, che ne provengono ; ma donde deriva il gran male di essa società? La civiltà in questo caso è un vizio originale, che può dar ragione di tutto, fuorchè di sè stesso. Il Cristianesimo spiega a meraviglia la propensione viziosa, comune a tutti gli uomini, con una colpa primitiva, e reca questa colpa, non già ad un istinto perverso e anteriore, (come suppone esso Rousseau, per poter combattere agevolmente il dogma cristiano,) ma alla semplice natura

dell' arbitrio, voltabile al male come al bene; nel che non v' ha ombra di contraddizione. Ma quando si pone il principio del male, non già nell' atto libero di uno o due individui, ma in una inclinazione universale, e in un concorso fatale di circostanze, a cui va soggetta quasi tutta la specie, la contraddizione è chiara e inevitabile. Il sistema pedagogico del Rousseau è adunque fondato sopra una falsa base, oltrechè ripugna alle altre sue dottrine. Il vero si è, che l'uomo nasce inchinevole al male, e che il solo modo di migliorarlo è una forte e positiva educazione. Ma ancorchè l'uomo non fosse originalmente corrotto, l'educazione sarebbe tuttavia necessaria, perchè la natura abbozza l'uomo e nol compie, e l'arte ricercasi a perfezionar la natura. Questa crea l'uomo sociale potenzialmente : l'educazione riduce la potenza in atto.

Fra gli statisti moderni di Francia, i partigiani della libertà politica abbracciarono per lo più la sentenza del Rousseau sulla sovranità popolare, e Beniamino Constant, che la ripudia, attemperò allo stato la dottrina pedagogica insegnata dal Ginevrino. Ricordo in particolare le opinioni del Constant, come quelle, che riducono alla formola più schietta e precisa quei principii di polizia razionale, che oggi sono professati dai più. Egli stabilisce che il governo dee esser negativo 1, e che quanto meno i reggitori adoprano, tanto più il reggimento è perfetto. Le monarchie e le repubbliche rappresentative dell' età nostra, che assicurano, (almeno in su la carta,) alla stampa, alla religione, all' insegnamento, alle adunanze, alle compagnie ed al traffico una libertà perfetta, s'acconciano

1 Comment, sur Filangieri., pass.

facilmente a questo esemplare di libertà politica. Imperocchè tutte queste libertà importano una indipendenza grandissima e quasi assoluta del cittadino dall' azione governativa. Non occorre dire che in un tale stato l'educazione civile, non che esser possibile, sarebbe un delitto capitale contro il civile statuto. Chi regge può al più impedire il male, non fare il bene: la sua autorità si riduce in sostanza a un mero divieto, che lascia il maggior campo possibile all' arbitrio de' privati.

L'entrare nel minuto esame di questa dottrina non s'appartiene al mio proposito. Per ciò che spetta ai particolari, v' ha del buono e del reo, e niuno può negare che ne' libri de' suoi partigiani, si trovino moltissime avvertenze giudiziose e opportune al viver libero. Il governo rappresentativo è ottimo in sè stesso, attissimo a felicitare una nazione, e si assesta mirabilmente a tutti i progressi civili, purchè non si fondi nella base assurda e funesta della sovranità popolare. Ma ancorchè fosse men buono, è forse il solo governo libero possibile ai di nostri, perchè è l'unico, che venga avvalorato dalla opinione, dalla pratica, dall' esempio, e possa conciliarsi colle condizioni intrinseche ed estrinseche, presenti e preterite, morali e religiose, degli odierni popoli d'Europa. Un uomo di mediocre ingegno potrebbe ideare senza gran fatica quindici o venti forme di governo equivalenti o migliori ; ma l'andare a caccia dei possibili, quando si tratta di politica, che versando circa le operazioni, si fonda tutta nei probabili, è solenne follia. L'uomo assennato, che non si pasce di chimere, ubbidisce all' indole dei tempi, quando non si tratta di verità, di morale, di religione, facendo della necessità virtù, e della sorte saviezza (31).

Ma la teorica essenziale dello stato rappresentativo non si vuol confondere colla menzionata opinione del Constant sull' indole negativa del civil reggimento. Credo anzi questa opinione contraria ai principii, pregiudiziale ai buoni effetti di quello; e dubiterei della stabilità de' suoi ordini, se potessi persuadermi che le due cose siano indivise a tenore della retta logica. Un buon governo dee essere supremamente positivo o affermativo, che dir si voglia; come quello, che è quasi la civiltà personeggiata, e la ragione sociale. In ciò consiste la radice della sua legittimità e forza giuridica. Chi regge dee certo lasciare ai privati quell' arbitrio, che si confà all' esercizio libero e profittevole delle loro potenze; ma non può togliersi i mezzi d'indirizzarle al maggior bene possibile; perchè egli dee aspirare, non solo alla sicurezza e alla pace, ma eziandio all' accrescimento di tutti i beni civili. Uffizio suo è di diffondere i semi e i frutti della cultura, e ingentilire i barbari moderni, voglio dire il volgo, sia povero o facoltoso, nobile od ignobile. Ora per incivilire gli uomini, bisogna principalmente educarli, e l'educazione vera e perfetta vuol esser pubblica; perchè solo i governanti, (quando siano buoni,) si trovano in grado di conoscere appieno i sussidi opportuni, e di metterli in opera. L'educazione domestica può formar l'uomo privato : la civile è la sola, che possa fare il cittadino, avvezzandolo per tempo a vivere con molti eguali, sotto il freno inesorabile della legge, con que' soli privilegi che si concedono alla virtù e all'ingegno, e inspirandogli le virtù patrie, il retto senso negli affari, la prudenza, il coraggio, la magnanimità, l'emulazione, il talento di ben fare, il desiderio della vera gloria, e quel misto di forza e di rettitudine, di grandezza e di semplicità, che si ammira negli antichi. La libertà di educazione, tanto

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