Page images
PDF
EPUB

Germania e nella Scandinavia, e non del semplice ingresso nell' Europa orientale, nè delle prime soste che far dovettero verso l'Eussino, lo credo più recente delle primitive irruzioni slave, finniche, pelasgiche, e di altri popoli europei. Le analogie, che corrono fra i Germani e gli Orientali, per ciò che spetta alla lingua e alla poesia, sono molte e notabili: fra gl' idiomi indogermanici di ponente, nessuno forse rassomiglia tanto alle antiche favelle di Persia, quanto le lingue teutoniche e l'analogia poetica di alcuni vecchi miti tedeschi con quelli di Firdussi è tale, che può difficilmente al solo caso attribuirsi. Quindi è ovvio il conghietturare che fra le prische nazioni uscite dall' Iràn, semenzaio fecondo di popoli, e seconda culla del genere umano, i Germani sono una delle meno antiche; e che essendosi meno commisti con altre razze, conservano meglio l'impronta primitiva del genio orientale, da cui per la cagione contraria i Celti maggiormente si scostano. Perciò si può dire che il grado d' idealità di queste due nazioni è in ragion diretta della similitudine che hanno col tipo originale, e in ragione inversa del tempo, in cui durano divise dal comune principio, come rami divelti dal tronco, o rivi partiti dalla loro fonte 1.

La filosofia inglese, di cui non abbiamo ancora fatto parola, occupa un luogo di mezzo tra la francese e la tedesca,

1 I fatti storici accennati nel corso di questo capitolo intorno alle origini delle nazioni, verranno trattati ampiamente, e muniti delle debite prove nella seconda parte dell' opera. Il lettore non dovrà però meravigliarsi, se il libro presente è scarso di citazioni, e se le generalità storiche, che vi si contengono, non sono per lo più dimostrate. Non si può provare in istoria, senza entrar ne' particolari; i quali saranno il soggetto del libro seguente.

e partecipa dell' indole mista degli abitatori presenti della Gran Bretagna, che s'attengono alla stirpe germanica, per via degli Anglosassoni, dei Danesi, dei Normanni, e di alcune migrazioni più antiche, e alla celtica, per le reliquie dei Cimri e dei Gaeli. Donde è nato quel mirabile temperamento dell' indole inglese, e la grandezza civile della nazione; la cui virilità spicca vie meglio, se si ragguaglia alla fanciullezza o decrepitezza degli altri popoli europei. L'ingegno inglese è vago del positivo, e abilissimo agli studi e ai maneggi della vita esteriore; ma non dimentica per questo che il vero valore delle cose materiali dipende dai concetti della mente, e che il senno pratico non può aver luogo, senza la morale e la religione. Quindi l'importanza, che per istinto egli dà a queste due cose, eziandio quando la moda o le passioni vi fanno contrasto, e i temperamenti, che apporta ai sistemi più avversi, quando è indotto dall' opinione o dalla logica ad abbracciarli. Del quale istinto le stesse ricerche e operazioni attinenti al giro delle cose sensate grandemente si giovano; perchè la sodezza, il retto senso, la gravità, la costanza in ogni genere di azione e d'indagine, hanno d'uopo del nobile concorso della mente. D'altra parte l'uso e il gusto degli studi sperimentali, e le abitudini della vita operativa, salvano l' Inglese dagli abusi della contemplazione, cioè dalle chimere dell'immaginativa e dalle soverchie astrattezze dell' intelletto; e danno al suo speculare quella riserva e saldezza, che son proprie degli spiriti avvezzi alle faccende. Se non che, le stesse doti, che preservano per una parte dagli eccessi dello spirito contemplativo, nocciono dall' altra all'elevatezza della contemplazione; onde nasce che i filosofi inglesi non si alzano mai all' Idea schietta, come oggetto meramente razionale, ma si contentano di apprenderla con

quella cognizione mescolata d'affetto, che chiamasi comune o retto senso, e che è in effetto una derivazione dell' Idea, e come un riverbero della sua luce. Il comun senso, che tiene un luogo mezzano fra la schietta cognizione ideale e l'apprensione sensibile, è il contrassegno più generico della filosofia inglese, tramezzante fra la tedesca, in cui signoreggia l'intuito ideale, e la francese, in cui domina la percezione sensitiva. Quindi è, che la scuola di Edimborgo, in cui la ragione piglia le forme del buon senso, è la dottrina inglese per eccellenza; e ad essa si accostano più o meno le altre sette, che pur declinano agli estremi. Non trovi certamente in Inghilterra, nè un Leibniz, nè un Vico, nè un Malebranche, che sono i principi della sapienza moderna, e i soli degni di essere paragonati ai grandi antichi, perchè cattolici ; attesochè la filosofia britannica muove pure dalle infette sorgenti dell'eresia religiosa e della dottrina cartesiana. Il Berkeley, se fosse stato cattolico, avrebbe potuto dare alla sua isola un Malebranche; a cui non la cede per sagacità, nè per ingegno. Non vi aggiungo il Cudworth e il Clarke, perchè questi due gravi e benemeriti scrittori, (e specialmente il primo,) sono più ragguardevoli come teologi od eruditi, che come filosofi. Ma per compenso non vi trovi un solo esempio illustre di panteismo o di simili sogni non vi trovi certe brutalità e schifezze del sensismo francese. Il Locke fu assai più religioso di tutti gli enciclopedisti. Il Priestley nobilitò in qualche modo lo stesso materialismo, sequestrandolo da alcune sue conseguenze più funeste e stomachevoli. Quale scettico e quale incredulo fu

:

Il Leibniz, protestante di nascita e di professione esterna, era, come ognun sa, cattolico di dottrina.

più imperterrito di Davide Hume? Tuttavia, quando egli entrò nella morale, seppe a dispetto della logica, conservare qualche nobiltà e qualche decenza: ammise, come sentimento, la bellezza e l'autonomia del dovere; e si tenne lontano dalle tristi laidezze dell' Helvetius e de' suoi consorti. Lo stesso Bentham, che è pure un moralista così cattivo, è meno abbietto degli egoisti francesi, poichè nobilita l'amor proprio, indirizzandolo al comun bene degli uomini. Che se il Cartesianismo, padre del sensismo e del panteismo, (come proveremo altrove,) non portò in Inghilterra gli stessi frutti che in Francia e in Germania, ciò si dee anche ripetere dalle instituzioni religiose; perchè la setta anglicana, fra tutte le eterodosse, è una delle manco aliene dal cattolicismo, e tramezza per la sua gerarchia fra i cattolici e i Protestanti. Il divorzio da Roma fu nella gran Bretagna causato dal dispotismo e dalla cupidigia di coloro che si arricchirono colle spoglie dell' antico culto, e non da odio verso la gerarchia cattolica, come presso i Tedeschi; dalla quale le instituzioni britanniche erano assai meno disformi. Laonde la riforma anglicana, conservando in parte il principio vitale degli ordini gerarchici, salvò pure le dottrine tradizionali da un intero naufragio; le quali, aiutate dalla severità del genio anglonormannico, fanno si, che la morale e la religione vi son tenute universalmente, come un inviolabil retaggio dello stato e della famiglia. Per tal modo le credenze ebbero un salutare influsso nelle ricerche speculative; nelle quali travasandosi, e pigliando l'aspetto di comun senso, e afforzando il naturale istinto, rattemperarono e impedirono almeno in parte le conseguenze esiziali del Cartesianismo. Tommaso Reid, che non per ingegno, ma per bontà di dottrina, è il primo filosofo d'Inghilterra, fu meno acuto e profondo

:

del Kant, col quale ha molta similitudine; ma si mostrò assai più giudizioso schivò i paradossi : cansò gli errori più enormi delle altre sette uscite dallo stesso principio, legittimando alla filosofia le verità tradizionali, sotto nome d'istinto e di senso comune. Il quale esprime in sostanza le verità ideali ricevute per mezzo della religione e della parola, e connaturate allo spirito umano, così per la loro virtù intrinseca, come per l'effetto della educazione e di una lunga abitudine.

Accennerò altrove, qual sia il genio speciale e nativo degl' Italiani. La loro filosofia moderna si può distinguere in due epoche. La prima abbraccia una parte del secolo quindecimo, tutto il seguente, e il principio del diciassettesimo l'altra comprende i tempi posteriori, ma può vantarsi del solo Vico; giacchè qui non considero lo stato attuale della filosofia, e i nostri coetanei. Nel primo intervallo fiorirono alcuni insigni pensatori, che attesero a rinnovare gli antichi sistemi, anzichè ad innovare, filosofando da sè medesimi. Rinnovatori però pieni d'ingegno e di vigore; buoni a procreare, non meno che ad instaurare; non copisti servili, ma imitatori pellegrini; più vaghi di trasformare, che di riprodurre; altissimi a risuscitare le cose morte, infondendo in esse una novella vita. Se ne vuoi una prova, leggi il Bruno, che val per molti. Ma l'indole della età gli avviò sulle antiche tracce, nè permise loro di scoprire incogniti sentieri; imperoc-, chè la fresca restituzione degli studi classici, le attrattive di una erudizione, che ai pregi intrinseci accoppiava il lenocinio della novità, la maraviglia di tanti antichi sistemi, disseppelliti per la prima volta, aventi il prestigio

« PreviousContinue »