LAPO GIANNI (CONTRIBUTO ALLA STORIA LETTERARIA DEL SECOLO XIII) I. Accingendomi a studiare i tempi e le opere di questo insigne rimatore dugentista, in cui, forse meglio che negli altri toscani, si riscontra l'efficace svolgimento della lirica, che dalla filosofia del Guinicelli condusse all'arte somma di Dante, non posso nascondere le difficoltà cui vado incontro, le contraddizioni che mi si affacciano. Giacchè, diciamolo subito dal bel principio, in questo frequente succedersi di studi sui primi secoli, e nelle polemiche sulle scuole letterarie, non s'è ancora pensato a studiare i graduati svolgimenti della lirica, che dai Siciliani passò ai Bolognesi e da questi ai Toscani, e perfino Adolfo Bartoli, cosi dotto e diligente negli studi dei primi due secoli, pare che sfugga da questo esame critico, limitandosi ad accennare, non a studiare lo svolgimento della lirica (1). (1) Il Bartoli nella Storia della letteratura (Vol. III. e IV) poco si cura dello svolgimento letterario, per darsi tutto alla critica dei testi e degli autori. Non cosi però nei Primi due secoli, dei quali è a vedersi il Cap. V, Letteratura nell'Italia di mezzo. |