Grammatica italiana dell'uso moderno

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G.C. Sansoni, 1882 - Italian language - 359 pages
 

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Page 338 - Zefiro già di be' fioretti adorno avea de' monti tolta ogni pruina: avea fatto al suo nido già ritorno la stanca rondinella peregrina; risonava la selva intorno intorno soavemente all'ora mattutina; e la ingegnosa pecchia al primo albore giva predando or uno or altro fiore.
Page 349 - Immortai! benefica Fede ai trionfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati; Che più superba altezza Al disonor del Golgota Giammai non si chinò.
Page 336 - Ch'io son tornato nel primo proposto. Or va, che un sol volere è d'ambedue: * Tu duca, tu signore e tu maestro: Così gli dissi; e poiché mosso fue, Entrai per lo cammino alto e silvestre.
Page 349 - A me disse il mio genio allor ch'io nacqui: — L'oro non fia che te solleciti, né l'inane decoro de' titoli, né il perfido desio di superare altri in poter: Ma di natura i liberi doni ed affetti, e il grato de la beltà spettacolo te renderan beato, te di vagare indocile per lungo di speranze arduo sentier.
Page 338 - Tornei a fiorir la rosa , Che pur dianzi languia ; E molle si riposa Sopra i gigli di pria. Brillano le pupille Di vivaci scintille. La guancia risorgente Tondeggia sul bel viso ; E, quasi lampo ardente. Va saltellando il riso Tra i muscoli del labro , Ove riede il cinabro.
Page 354 - Quando a le nostre case la diva severa discende, da lungi il rombo de la volante s'ode, e l'ombra de l'ala che gelida gelida avanza diffonde intorno lugubre silenzio. Sotto la veniente ripiegano gli uomini il capo. ma i sen feminei rompono in aneliti.
Page 349 - Che più superba altezza Al disonor del Golgota Giammai non si chinò. Tu dalle stanche ceneri Sperdi ogni ria parola: II Dio che atterra e suscita, Che affanna e che consola, Sulla deserta coltrice Accanto a lui posò.
Page 356 - Sorgono e in agili file dilungano gl'immani ed ardui steli marmorei, e ne la tenebra sacra somigliano di giganti un esercito che guerra mediti con l'invisibile : le arcate salgono chete, si slanciano quindi a voi rapide, poi si rabbracciano prone per l'alto e pendule. Ne la discordia cosi de gli uomini di fra i barbarici tumulti salgono a Dio gli aneliti di solinghe anime che in lui si ricongiungono.
Page 355 - Ride sepolta a l'imo una foresta breve, e rameggia immobile: il diaspro par che si mischi in flessuosi amori con l'ametista, e di zaffiro i fior paiono, ed hanno de l'adamante rigido i riflessi, e splendon freddi e chiamano ai silenzi del verde fondo. A piè de i monti e de le querce a l'ombra co...
Page 353 - Di pianto , e di strider la magion tutta ; Quand'ecco innanzi a gli occhi, e fra le mani De gli stessi parenti un repentino , E mirabile a dir, portento apparve...

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