The Italian Principia ...: A first Italian reading book ... with grammatical questions, notes, syntactical rules and a dictionary

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Harper & brothers, 1885 - Italian language

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Page 101 - Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite, dite, Chi la ridusse a tale?
Page 101 - Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria.
Page 101 - Dove l'armi e il valore e la costanza? Chi ti discinse il brando? Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l'auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Nessun de
Page 87 - Brighenti (brav' uomo) , che la bontà di cuore vi si trova effettivamente, anzi vi è comunissima, e che la razza umana vi è differente da quella di cui tu ed io avevamo idea. Ma in Milano gli uomini sono come partout ailleurs; e quello che mi fa più rabbia è, che tutti ti guardano in viso e ti squadrano da capo a piedi come a Monte Morello. ' Del resto chi ama il divertimento , trova qui quello che non potrebbe trovare in altra città d' Italia, perchè Milano nel materiale e nel morale è tutto...
Page 103 - La fuga i carri e le tende cadute, E correr fra' primieri Pallido e scapigliato esso tiranno; Ve...
Page 94 - Sant'Onofrio, non solo perché l'aria è lodata da' medici, più che d'alcun'altra parte di Roma, ma, quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in cielo.
Page 103 - Ve' cavalli supini e cavalieri; Vedi intralciare ai vinti La fuga i carri e le tende cadute, E correr fra...
Page 56 - Questo, tra l'altre cose sue lodevoli, nell'aspero sito d'Urbino edificò un palazzo, secondo la opinione di molti il più bello che in tutta Italia si ritrovi; e d'ogni oportuna cosa sì ben lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma di palazzo esser pareva; e non solamente di quello che ordinariamente si usa, come vasi d'argento, apparamenti...
Page 101 - Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella.
Page 95 - Funesta dote d' infiniti guai, Che in fronte scritti per gran doglia porte ; Deh, fossi tu men bella, o almen più forte, Onde assai più ti paventasse, o assai T...

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