Opere di Niccolò Machiavelli: con giunta di un nuova indice generale delle cose notabili, Volume 8G. Silvestri, 1821 - Florence (Italy) |
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abbia abbino acciocchè accordo aiuti alcuna amici assai avendo avesse avete avuto avvisi bisogna Borgogna buona Cardinale chè commissione concilio Concilio Pisano costi costoro credo danari desiderio detto dice dipoi dire dubitare Duca Duca di Milano Duca di Urbino essendo faccia facesse fanti fare figliuolo Filippo Firenze Fran FRANCESCO GUICCIARDINI FRANCESCO VETTORI Francia fusse fussino Genova genti giudicare gnorie guer guerra Gursa ieri Inghilterra insino intendere Italia l'altra l'Imperatore lasciare lettera lettere luogo Luogotenente Maestà Magnifici Domini mandato mattina medesimo messer Milano Modana mostrare nemici nuovo Oratore ordine pace Papa Papa Giulio pare passato pensare pericolo Piero Soderini pigliare Pisa possa potere potesse preso Quae bene valeant quan raccomando ragioni reverendissima Rubertet Santità sarà sarebbe scrissi scritto scrivere seco servitor sieno signorie Spagna Spagnuoli stare stra stre Svizzeri tenere Toscana tregua trovare uomini vedere veggo Veneziani venire Viniziani voglia
Popular passages
Page 356 - Viene in questo mentre l'ora del desinare, dove con la mia brigata mi mangio di quelli cibi che questa mia povera villa, e paulolo patrimonio comporta.
Page 438 - Ma io credo con tutto questo che dubiti di non esser fatto fare, perché gli sta sopra di sé, né vede perché si abbia a scrivere sì lunghe bibbie in questi deserti d'Arabia, e dove non...
Page 281 - Volterra quello medesimo; dimodochè io non posso credere, che essendo maneggiato il caso mio con qualche destrezza, non mi riesca essere adoperato a qualche cosa, se non per conto di Firenze, almeno per conto di Roma e del pontificato; nel qual caso io dovrei esser meno sospetto; e...
Page 354 - Io mi sto in villa, e poiché seguirono quelli miei ultimi casi, non sono stato, ad accozzarli tutti, venti dì a Firenze. Ho insino a qui uccellato ai tordi di mia mano, levandomi innanzi dì ; impaniavo...
Page 418 - ... petti nostri non potesse cascare alcuno pensiere che non havesse in sé honestà et grandezza. Però dipoi, voltando carta, gli parrebbe quelli noi medesimi essere leggieri, incostanti, lascivi, volti a cose vane. Questo modo di procedere, se a qualcuno pare sia vituperoso, a me pare laudabile, perché noi imitiamo la natura, che è varia; et chi imita quella non può essere ripreso.
Page 456 - ... erpice, che le grattò in modo le schiene, che la vi si pose la zampa più di due volte, in modo che, nel passare che fece l'erpice addossole, sentendosi la botta stropicciar forte, gli disse: «Senza tornata»; la...
Page 355 - Partitomi dal bosco io me ne vo ad Una fonte, e di qui in un mio uccellare, con un libro sotto, O Dante, o Petrarca, o uno di questi poeti minori, come dire Tibullo, Ovidio, e simili. Leggo quelle loro amorose passioni, e quelli loro amori, ricordomi de...
Page 356 - ... io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono; e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia; sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi trasferisco in loro.
Page 442 - Circa alle historie e la repubblica de' zoccoli, io non credo di questa venuta havere perduto nulla, perché io ho inteso molte costituzioni ed ordini loro che hanno del buono, in modo che io me ne credo valere a qualche proposito...
Page 359 - ... uno che alle spese d'altri fussi pieno di esperienza. E della fede mia non si doverrebbe dubitare, perché, avendo sempre osservato la fede, io non debbo imparare ora...