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TAVOLA E SOMMARIO.

PROEMIO.

Idea generale dell' opera, e sua divisione in due libri.

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- Del metodo critico

religioni appartiene a quella della filosofia. Si risolvono alcune obbiezioni in contrario. Perpetuità della filosofia. seguito dall' autore nelle ricerche storiche. Si risponde ai nemici delle compilazioni. Del metodo dottrinale, osservato dall'autore ; perchè egli anteponga la sintesi all' analisi. — Cenni sopra un' opera precedente. Professione cattolica dell'autore.

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Risposta a chi lo accusa di esser troppo cattolico. La moderazione nelle dottrine non è oggi di moda. Via facile e compendiosa, per giungere alla gloria. In che senso l'autore sia vago del progresso. Sua protesta, intorno alle persone generalmente; agli scrittori vivi ed ai morti, in ispecie. Di Giorgio Byron. Dei sentimenti, che mossero l'autore a scrivere. Contro la setta degl' Italogalli. Funesti influssi della Francia. Della eterodossia moderna in generale, e della filosofia germanica in particolare. GI' Italiani debbono filosofare da sè. Dello stile filosofico. - Importanza della lingua in ordine alle cose. - Lodi di Antonio Cesari. Contro i cattivi amatori d'idee. Dei parolai.

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Contro la barbarie dello scrivere, che domina in Italia. Della chiarezza, brevità, semplicità, precisione, e purezza del dettato. — Esempi italiani di elocuzione filosofica perfetta. Del modo, con cui si può innovar nella lingua. Scusa dell'autore, intorno alla lingua e allo stile da lui adoperato. Le sorti future d'Italia dipendono dalla nuova geEsortazione ai giovani italiani. Utilità della vera filo

nerazione.

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sofia. - Essa non dee spaventare i buoni governi, nè i buoni principi. Sua opportunità, per ristorare la religione.

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sere coltivata specialmente dei chierici. · Lodi del chiericato italiano. – Del sacerdozio francese: sua antica dottrina e sua virtù in ogni tempo. Del modo, con cui si coltivano le lettere da alcuni chierici francesi. Della partecipazione dei chierici alla vita sociale. Della libertà cattolica nel culto delle dottrine. Che il clero cattolico dee essere eminente anche nelle scienze profane, per sortire pienamente l'effetto del suo ministerio. Di certe sette politiche, che nocciono alla religione. Dei teologi laici, che inondano la Francia: loro tracotanza. – Alleanza della filosofia colla religione. — La dottrina cattolica è la sola dottrina religiosa, che abbia un valore scientifico. Come la novità si accordi coll'antichità nelle cose filosofiche.

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Si conchiude, esortando

gl' Italiani a liberare le scienze speculative dai nuovi barbari.

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LIBRO PRIMO.

DELLE DOTTRINE.

CAPITOLO PRIMO.

DELLA DECLINAZIONE DELLE SCIENZE SPECULATIVE IN GENERALE.

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Contrapposto fra lo stato fiorente delle matematiche e fisiche, e lo squal-
lore della filosofia ai dì nostri.
Considera-
Sue cagioni generiche.
zioni a questo proposito sullo stato della filosofia nelle varie parti d'Eu-
ropa. Divario, che corre fra le dottrine francesi e tedesche, nato
dalle loro diverse attinenze colla religione. Di Renato Descartes.
I sensisti moderni sono suoi discepoli assai più legittimi del Malebran-
che, e di altri antichi cartesiani. - Del panteismo germanico, tempe-
rato dalle tradizioni religiose : l'Idea vi è oscurata, non estinta del
tutto. Di Emanuele Kant. Perchè i Tedeschi protestanti furono in
filosofia più alieni dall' empietà, che i Francesi cattolici. Diversità
dell'ingegno speculativo, presso i Francesi e i Tedeschi. Se ne cerca
la causa nella storia, e nelle origini di queste due nazioni. -Della filo-
sofia inglese: sue differenze dalla francese, e dalla germanica. — Dei
filosofi italiani del secolo quindecimo, e del seguente. — Di Giambatista
Vico sue lodi. - Epilogo del quadro.

119

1

CAPITOLO SECONDO.

DELLA DECLINAZIONE DEGLI STUDI SPECULATIVI, IN ORDINE AL SOGGETTO.

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Inferiorità speculativa e morale dei popoli moderni, verso gli antichi. La nota speciale dell'uomo moderno è la frivolezza. La cagione di questo vizio è la debolezza della facoltà volitiva. Influenza del volere nella cognizione, e nell'ingegno dell' uomo. -La mediocrità letteraria dei moderni nasce dalla leggerezza dei loro animi. Esempi recenti e italiani di una volontà forte: Napoleone, e Vittorio Alfieri. Lodi dell' Alfieri. La forza della volontà dipende in gran parte dall' educazione. Che cosa sia l'educazione. Sua necessità. Delle varie forme, che prese l'educazione, secondo il corso dei tempi e la varietà dei popoli. Fu pubblica presso gli antichi ; quasi pubblica nei bassi tempi. stituzione dei giovani.

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Dell' opera dei chierici nell' inL'educazione divenne privata, presso i mo

derni. Cagioni di ciò false teoriche in politica e in pedagogia, inglesi e francesi. — Di Giangiacomo Rousseau. — Errori del suo Emilio. Delle dottrine politiche sulla libertà dell'educazione. Falsità loro. L'educazione manca quasi affatto nello stato presente di Europa. Difetti dei metodi vigenti dell'insegnare. - L'insegnamento pubblico dee essere uno, forte, e dipendente dallo stato. - Frivolezza dell' insegnamento cattedratico, quale si usa oggidì nei paesi più civili. - Dei giornali. Difetti, e danni dei giornali, come per lo più si scrivono in Francia. Nuocono alle lettere e alle scienze dalla parte di chi scrive,

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potere educativo.

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e di chi legge. Necessità dell' instituzione pubblica, e di un supremo Quella non ripugna ai costumi, nè questa alla libertà politica dei moderni. — Che cosa sia l'ingegno speculativo. Della setta dei sofisti moderni, e degli artefici di parole.

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loro. Si chiamano a rassegna le principali doti dell'ingegno speculativo, e con esse si chiude il capitolo.

147

NOTE.

Pag.

Nota prima. Sui dilettanti splendidi e lauti, che la fanno da
maestri.

239

2.

Che il metodo filosofico si dee dedurre dai principii,
e non i principii dal metodo.

241

3.

Il sig. Cousin esclude la storia delle religioni da quella
della filosofia.

242

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10.

L'eterodossia moderna non è forse ancora al suo fine.

ib.

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14.

Passo del Leibniz sulla libertà cattolica degli scrit-
tori.

274

15.

Querela del sig. Cousin contro il clero francese.

ib.

16.

Passo del Leibniz contro i dissipatori delle antiche
dottrine.

275

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21.

Che il sig. Cousin ha un concetto molto inesatto dello

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