La Gerusalemme e l'Aminta di Torquato Tasso, Volume 2

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Lefevre, 1823 - Crusades
 

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Page 62 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Page 260 - A terra vede il suo regal stendardo; E vede a un colpo di Goffredo invitto Cadere insieme...
Page 323 - E son tuoi fatti egregi le pene ei pianti nostri. Ma tu, d'Amore e di Natura donno, tu domator de' regi, che fai tra questi chiostri che la grandezza tua capir non ponno? Vattene, e turba il sonno a gl'illustri e potenti: noi qui, negletta e bassa turba, senza te lassa viver ne l'uso de l'antiche genti.
Page 80 - L'aura che rende gli alberi fioriti: Co' fiori eterni eterno il frutto dura: E mentre spunta l'un; l'altro matura.. XI Nel tronco istesso , e tra l...
Page 315 - Ed altrettante il verno ha scosso i boschi De le lor verdi chiome : ed ogni cosa Tentata ho per placarla, fuor che morte. Mi resta sol che per placarla io...
Page 174 - Penso — risponde — a la città del regno di Giudea antichissima regina, che vinta or cade, e indarno esser sostegno 10 procurai de la fatai ruina, e ch'è poca vendetta al mio disdegno 11 capo tuo che '1 Ciclo or mi destina.
Page 85 - Teneri sdegni, e placide e tranquille repulse, e cari vezzi, e liete paci, sorrise parolette, e dolci stille di pianto, e sospir tronchi, e molli baci: fuse tai cose tutte, e poscia unille ed al foco temprò di lente faci, e ne formò quel si mirabil cinto di ch'ella aveva il bel fianco succinto.
Page 333 - Poich' egli è tal. Chi imparar vuol d' amore, Disimpari il rispetto: osi, domandi, Solleciti, importuni, alfine involi: E se questo non basta, anco rapisca. Or non sai tu , com
Page 83 - n lei trapassa peregrina. » Ascosi mirano i duo guerrier gli atti amorosi. Dal fianco de l'amante (estranio arnese) un cristallo pendea lucido e netto. Sorse, e quel fra le mani a lui sospese ai misteri d'Amor ministro eletto. Con luci ella ridenti, ei con accese, mirano in vari oggetti un solo oggetto: ella del vetro a sé fa specchio, ed egli gli occhi di lei sereni a sé fa spegli.
Page 179 - Infuriossi allor Tancredi e disse : Così abusi, fellon; la pietà mia? Poi la spada gli fisse e gli rifisse Ne la visiera, ove accertò la via. Moriva Argante, e tal moria qual visse: Minacciava morendo , e non languia : Superbi, formidabili, e feroci Gli ultimi moti fur, f ultime voci.

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