TRAGEDIE SCELTE DI VITTORIO ALFIERI. LA CONGIURA DE' PAZZI. VIRGINIA. MIRRA. FILIPPO. MARIA STUARDA. MEROPE. SAUL. COGLI ARGOMENTI E PARERI RELATIVI ALLE MEDESIME DELL' AUTORE. PREFAZIONE. Il Melodramma e la Commedia eran saliti ad alto grado fra gl' Italiani: la Tragedia giaceva ancora negletta e povera; nè Pier Jacopo Martelli, nè Scipione Maffei, nè Antonio Conti aveano potuto innalzarla dal misero stato in cui si trovava. Però venne il grande che la fece salire ad alto grado, e fu questi: Vittorio Alfieri d'Asti. L'antichità stessa, così ferace di uomini forti, ne ha generato pochi di virtù così maschia, e di tempra cosi ferrea e formidabile come l' Alfieri; un tenacissimo ed indomito volere contribuì principalmente alla sua grandezza. Egli stesso ci svela il segreto della sua eccellenza con quelle ruvide, parole: «Volli, sempre volli, e fortemente volli.» Parole memorabili, che valsero a mutare un giovane scapestrato in un poeta sommo. Alfieri fu per così dire un poeta di volontà, e lo dimostrano il nervo e la durezza del verso; la semplicissima orditura della favola; la mirabile concatenazione del dialogo, la perfetta unità della composizione; la scarsità dei personaggi, la solitudine della scena, la mancanza di episodî; la cupa energia dei sentimenti; la terribilità delle catastrofi; la fiera e robusta idealità dei caratteri; la crudezza delle tinte e dei contorni che mancano di chiaroscuro; insomma quel fare forte e risentito, che spicca in tutto il disegno e nelle |