Deiprincipj di diritto penale che si contengono nella divina commedia e delle condizioni d'Italia al tempo di DanteStamperia dell'Tride, 1860 - 118 pages |
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Alighieri altrui Angioini attaccano la sicurezza Aventino aver azioni Bacchiglione bolgia dell'ottavo cerchio Buoso Caco Cambiamenti di gravezza Carlo cerchio Dante trovò ch'io cielo circostanze città cittadini colpa colui complicità conosce Conte Ugolino contravvenzioni corpo sociale costumi d'imputabilità d'Italia d'ogni danno sociale delitti dell'ottavo cerchio Dante dice dimanda dimostrare Distinzione delle pene divina commedia Divulgazione di massime dritto penale epoca erano falsatori falso fesse Filippo Argenti filosofia Firenze Frate Gomita frode gente giustizia grave Griffolino d'Arezzo Guido da Montefeltro imputabilità inferno l'Alighieri l'uomo ladri leggi penali legislazion penale legislazione lenocinio maestro Adamo male medio evo misfatti niun omicidi oncia pene ai reati Perch'io Pistoja poeta pria principio privazione proporzione puniti Purg quell'epoca ragione reati che attaccano recidiva religione rigenerazione morale scopo settimo cerchio sicurezza interna società Tamigi terra THEODORE W uomini uomo Vanni Fucci volontà xxvIII
Popular passages
Page 108 - gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci'l viso: Ma solo un punto fu quel che ci vinse, La bocca mi baciò tulio tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo ovante. Inf. v. 31. Dello stupro. Nella prima bolgia dell
Page 34 - non cintura Che fosse a veder più che la persona. Non faceva, nascendo, ancor paura La figlia al padre, che il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote : Non v'era giunto ancor Sardanapalo A mostrar ciò che in camera si puote. Bellincion
Page 72 - ch' egli abbaglia : Ma dentro tutte piombo e gravi tanto Che Federigo le mettea di paglia. O in eterno faticoso manto ! Noi ci volgemmo ancor pure a man manca Con loro insieme, intenti al tristo pianto: Ma per lo peso quella gente stanca Venia si pian, che noi eravam nuovi Di compagnia, ad ogni muover d'anca. Inf.
Page 108 - il suo delitto. Noi leggiavamo un giorno per diletto Di Lancilotto, come amor lo strinse: Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci'l viso: Ma solo un punto fu quel che ci vinse,
Page 84 - Caccianemico : Ma chi li mena a sì pungenti salse? Ed egli a me : mal volenlier lo dico ; Ma sforzami la tua chiara favella, Che mi fa sovvenir del mondo antico. 1' fui colui che la Ghisola bella Condussi a far la voglia del Marchese, Come che suoni la sconcia novella.
Page 66 - per pena il semplice disprezzo. Questi non hanno speranza di morte , E la lor cieca vita è tanto bassa , Che invidiosi son d'ogni altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa : Misericordia e giustizia li sdegna
Page 98 - Bestemmia. Dante nel vedere Capaneo sul quale Piovèn di fuoco dilatate falde, Come di neve in alpe senza vento : Dimanda a Virgilio. Chi è quel grande che non par che curi Lo 'ncendio, e giace dispettoso e torto, Sì che la pioggia non par che 'l maturi?
Page 101 - fu punito con la massima pena. Perch' i mi volsi e vidimi davante, E sotto i pie un lago che per gelo Avea di vetro e non d'acqua sembiante. E come a gracidar si sta la rana Col muso fuor de l'acqua, quando sogna Di spigolar sovente la villana ; Livide fin là dove appar vergogna,
Page 92 - e più dolor gli assale. A Dio, a sé, al prossimo si puone Far forza : dico in se ed in lor cose, Come udirai con aperta ragione. Morie per forza e ferule dogliose Nel prossimo si danno, e nel suo avere Ruine incendi e collette dannose, Onde omicidi e ciascun che mal fiere,
Page 102 - della repubblica romana. Nel fondo dell' inferno Dante trovò Lucifero che con tre teste : Da ogni bocca dirompea co' denti Un peccatore a guisa di maciulla, Sì che tre ne facea così dolenti. A quel dinanzi il mordere era nulla