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turali? Cerca e vedrai che in tre passi della terza Cantica nomina l'amor filiale. E ne facea tanto conto che affin di rimproverare Arrigo Lussemburgo ammaliato da cupidigia, non seppe trovare altra similitudine fuor quella del fantolino che muore di fame e caccia via la balia (XXX, 47). Nello stesso canto (28) aveva paragonato il desiderio, che lo spingeva incontro gli obbietti celesti, al fantolino che si gitta subitamente alla poppa materna allorquando, contro il consueto tardò a lattare. Ed in altro luogo (XXIII, 44) si compiace siffattamente di questa similitudine che, se dee mostrare l'amore de' beati verso Maria lo ravvicina allo sfavillamento nel volto del fantolino levantesi colle mani tese verso la mamma, avendo paga la voglia dell'alimento. Anzi in un quarto luogo intreccia l'amore filiale col materno (XXII, 1, 2) e descrive sè come un parvolo ricorrente sempre colà, dove si confida di più. E di subito quivi fa spiccare l'infinita misericordia di Beatrice, chiamando questa donna sua col nome di madre, che lieta, colla voce disponitrice della volontà del suo nato, lo soccorre tantosto come il vegga pallido ed anelante. FILIPPO CARDONA.

NOTIZIE

Pubblichiamo la seguente corrispondenza.

All' Illmo Sig. Presidente della Società per lo scolpimento della Statua di Dante.

Ill.mo Signore,

L'idea, che la deliberazione del Municipio di Firenze relativa alla celebrazione del Centenario di Dante mi suggerì, quella cioè di pubblicare un Giornale che in modo speciale si occupasse di preparare condegnamente gli Italiani alla gran solennità, non sarebbe che scarsamente valevole ove non riuscisse ad associarsi tutte le forze vive del paese ed il pensiero di tutti i cittadini non vi trovasse un eco di sè medesimo. A conforto e sollievo del grave incarico assuntomi posso oggi annunziare che non lieve soccorso mi giunge da ogni parte d'Italia. Però più questo aumenta più aumenta l'obbligo in me di adoprarmi per il meglio; e non saprei sodisfarlo senza compiere anzi tutto un atto di doveroso ossequio e di giustizia verso la benemerita Società da VS. Ill. si onorevolmente presieduta. Codesta nobile associazione ha, malgrado molti ostacoli, sostenuto e continuato l'opera degna che si era prefissa; e, quantunque basti a sè stessa, spero non vorrà rigettare l'umile offerta che io sono per farle, in vista che tutti coloro che qui in Firenze sono zelanti del

ma

Divino Poeta, se usano differenti mezzi tendono però tutti al medesimo scopo, e debbono offrire alle altre città italiane il grato spettacolo di un accordo, di un desiderio, di un volere. Il Giornale del Centenario che io sono per pubblicare dovrebbe essere, mi si permetta il dirlo, il naturale organo officiale di codesta Società; sì perchè specialmente Dantesco, sì perchè sparso per ogni parte d'Italia. Pubblicare sotto rubrica speciale indirizzi di municipi, liste di soscrittori, deliberazioni e quant' altro può interessare codesta Società, ecco l'offerta che prego VS. di far gradire alla medesima, perchè fatta col solo scopo di collegare le intelligenze ed i cuori di tutti coloro che si adoprano nel nome di Dante. Se verrà accettata, parrà a me d'incominciare con lietissimi auspicii questa pubblicazione, che prego Dio di guardare con tanta benignità quanto è in me il desiderio che riesca al miglior fine.

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Al Sig. G. Corsini Direttore del Giornale del Centenario. Ill.mo Signore,

Il Seggio della Società promotrice pel monumento a Dante Allighieri, avuta comunicazione della lettera cortesemente diretta al suo Presidente dalla SV. in data del 2 corrente, di buon grado registra anco questo pregevolissimo atto di adesione che ne viene per di lei mezzo all'opera da essa Società iniziata e molto avanti sospinta; e altrettanto volentieri intendendo prestarsi a tutto quello che possa fare più splendida la centenaria solennità dantesca, il Seggio si farà un pregio di valersi delle colonne del Centenario di Dante da lei con nobilissimo scopo ora fondato, come uno dei mezzi di pubblicità, della quale per il buon esito dell'impresa sua la Società possa aver di bisogno, senza rinunziare ad altri, tanto più che già corrono per la Società stessa obblighi di riconoscenza verso i periodici, che fin qui si sono per essa graziosamente prestati.

Il Seggio poi a migliore intelligenza di tutto fa invito alla SV. di pubblicare innanzi tutto, e la stessa lettera ad esso diretta da lei, e la presente. Frattanto mi è grato di potermi sottoscrivere pieno di rispetto.

Firenze, li 12 Febbrajo 4864

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La Divina Commedia, quadro sinottico analitico, è il titolo di un interessante lavoro sul Poema sacro pubblicato in Forlì dal signor Luigi Mancini ; il quale acquista anche merito maggiore per esserne state dall'egregio Autore destinate 200 copie a benefizio del monumento a Dante.

Il Municipio di Castiglione Ubertini, nell'atto di spedire alla Direzione la modula di soscrizione a questo Giornale, ne accompagnava l'invio con quello della deliberazione del Consiglio Municipale, che ci facciamo un dovere di qui riprodurre. « Letto il Manifesto ec.; Considerando quanto sia tenue la somma di fronte ad un'opera eminentemente patriottica; Considerando che ogni cittadino che sente vero amore di patria non può che applaudire al progetto di solennizzare con una festa eminentemente italiana la nascita di quel grand' Uomo, che col suo ardente zelo di patria e col suo portentoso ingegno gettò i primi germi di quella libertà italiana, per la quale sacrificò averi e vita, e di cui oggi soltanto, dopo lungo spazio di tempo ci è dato di godere i

primi frutti; Il Consiglio incarica il signor Gonfaloniere ad associarsi ec. ».

Il Municipio di Gorizia. Scrivono il 43 Gennaio al Tempo:

Gorizia non volle restare ultima tra le città d'Italia ad associarsi al movimento che si spiega nella Penisola per festeggiare nel 1865 il sesto secolo dopo la nascita di Dante. Nel Consiglio comunale venne ieri in pubblica seduta fatta la proposta di votare un contributo di franchi 500 pel monumento che si sta inalzando a Firenze. In seguito a certe osservazioni del commissario imperiale, che non lasciavano alcun dubbio sulla serietà della sua intenzione di porre il veto, il Consiglio ad uno sterile voto preferi di accogliere altra mozione, colla quale raggiunse forse ancor meglio il suo scopo di onorare l'altissimo poeta, il padre della nostra favella. Venne cioè deliberato che nella nuova sala del Comune si collocherà, in occasione di quell'anniversario, il busto in marmo di Dante, che il lavoro sia affidato ad un artista patrio, e che una commissione avanzi le proposte di dettaglio.

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Le associazioni per l'Italia si ricevono in Firenze alla Direzione del Giornale, alla Tipografia Galileiana di M. Cellini e C., e presso i principali Librai.

Incaricati generali per le Associazioni:

Per la Spagna e Portogallo, Sig. Verdaguer, libraio a Barcellona, Rambla del Centro;

Per il resto d' Europa: Sig. Ermanno Loescher, libraio a Torino, Via Carlo Alberto, N.° 5.

tera dei Sigg. Mariano Cellini e Gaetano Ghivizzani diretta al Gonfaloniere di Firenze e da questo, come Presidente della Commissione, sottoposta al suo esame. L'oggetto di quella lettera era una domanda di patrocinio per parte del Municipio Fiorentino ad un'opera per la festa dantesca che i detti signori si propongono pubblicare; opera alla quale concorrono i più eletti ingegni d' Italia e che verrebbe ad essere un omaggio certamente solenne delle più grandi illustrazioni letterarie viventi fra noi alla memoria di quel Divino. Il lodevole pensiero non poteva non essere secondato; e la Commissione, modificando in parte la domanda dei detti signori, i quali chiedevano che fin d'ora il Municipio Fiorentino stabilisse un numero di copie per la propria sottoscrizione, propose invece che il medesimo non fosse tenuto a precisare nulla a questo riguardo; ma vista l'utilità della cosa, l'onore che sarebbe per venirne che detta pubblicazione fosse fatta in

Firenze, e più che tutto la convenienza che il Municipio stesso se ne facesse patrocinatore, propose che dal medesimo venisse accettato l'onorevole titolo, senz' altro impegno per ora che quello di autorizzare la pubblicazione del Manifesto dell'opera suddetta, colla dichiarazione che la medesima uscirà sotto gli auspicii del Municipio Fiorentino; il quale si riserverà poi di prenderne quel numero di copie che potranno occorrergli e che più stimerà conveniente.

Dipoi, per provvedere senza ritardo ai modi onde celebrare la solennità del Centenario di Dante, la Commissione ebbe subito a trattare dell' esecuzione di quella parte della deliberazione del Municipio, colla quale è autorizzata a proporre quelle persone che più crede idonee a secondarla. Compresa dell'importanza e della solennità che dovrà avere quella festa, perchè di Dante e quindi festa italiana, anzi europea, fu unanime nel riconoscere la necessità che tutte le forze vive del paese venissero ad aiutarla nel difficile compito. E non solamente fu a ciò sospinta dal carattere nazionale della solennità alla quale tutta la città di Firenze come patria del Poeta deve prestare attivo concorso; ma anche perchè, trattandosi della gloria di Dante e di una secolare e prima onoranza fatta al suo nome, ogni cittadino, di qualunque classe e condizione egli sia, ha diritto e dovere ad un tempo e di essere consultato e di porgere l'opera sua. Non avea quindi a scegliere fra i cittadini fiorentini che quelli i quali e per la vigoria dell' età, e per la saviezza dei propositi, e per l'ingegno e per l'onestà più particolarmente si raccomandavano in una scelta di questa natura; ed ebbe in animo scegliendoli che il patrizio come il popolano, l'artista come il negoziante, tutti insomma vi fossero rappresentati. Per meglio raggiungere quest' intento e perchè la proposta dei modi onde solennizzare il Centenario, abbia nella patria delle arti, il consiglio di uomini provati in quelle, fece un'egual parte alle tre arti sorelle e all' altra della musica; tenendo lo stesso metodo nella scelta

dei nomi che nella classe dei patrizi, in quella dei commercianti ed in quella dei popolani, più erano consigliati dallo scopo prefisso nella deliberazione municipale: non temendo punto che l'aggiunta del rilevante numero di persone sia per recar intralcio alle operazioni sue; anzi stimando che coll' esser maggiori i consigli vi sia l'utilità dell' assegnare incarichi differenti alle differenti persone.

Perchè poi fosse dato una più speciale testimonianza dell'onore in che a dovere si tiene la benemerita Società per lo scolpimento della statua di Dante, la Commissione fu unanime nel proporre di aggregarsi il chiarissimo Professor ATTO VANNUCCI vicepresidente della Società medesima; lietissima di poter cogliere questa occasione onde offrire all' egregio cittadino una prova di quella considerazione in che è da tutti debitamente tenuto.

Segue la lista dei nomi che si propongono alla approvazione del Consiglio :

ANTINORI Cav. Niccolò.
BARBETTI Cav. Angiolo.
BIANCHINI Gaetano.

BONAIUTI Cav. Ing. Telemaco.
BUONAMICI Prof. Enrico.
CAMBI Cav. Prof. Ulisse.
CAPEZZOLI Carlo.

CASAMORATA Cav. Luigi.
CASANOVA Cav. Verano.

CELLINI Mariano.

CIONI Luigi.

CORSINI LAIATICO de' Principi Tommaso.
FALCINI Cav. Ing. Mariano.
FANTACCHIOTTI Prof. Odoardo.
FENZI Cav. Carlo.

GARZONI March. Cav. Giuseppe.
GAZZERI Pietro.

MABELLINI Maestro Cav. Teodulo.
MASINI Agostino.

MICHELOZZI Cav. Eugenio.

PARADISI Giorgio.

POGGI Ing. Giuseppe.

POLLASTRINI Cav. Prof. Emilio.
QUERCIOLI Ferdinando.
ROMANELLI Prof. Pasquale.
ROMANI Maestro Carlo.
SANESI Prof. Niccola.

SERRISTORI Conte Cav. Alfredo.

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e

Ma Dante appartiene alla nazione tutta; e tutta quindi, come fu ben giustamente osservato, deve prender parte alla doverosa dimostrazione. Non però divisa in tanti piccioli centri, come pare si venga preparando, il che richiamerebbe quasi la dolorosa reminiscenza dell'età dei Comuni; bensì unita e concorde in un grande e dignitoso insieme. È quindi per ciò che noi vorremmo invitati i Municipi tutti d'Italia ed il Governo stesso a concorrervi efficacemente, e cementare così sempre più la fusione delle provincie in quel nome santissimo.

Le glorie nazionali però non denno essere celebrate per ragione di inutile e snervante vanità; sì bene per trarne tanto più di vigore e potenza alla stabilità delle sorti avvenire.

Fu detto da uno straniero, il quale ama gli Italiani più che ei non amino sè stessi, che « perchè << l'Italia potesse moralmente risorgere, le occorre

* Sotto questa rubrica porremo tutto quello che verrà proposto per la celebrazione del Centenario: avvertendo che di qualunque genere siano le proposte che verranno fatte esse avranno egualmente luogo nel giornale; il quale ha per precipuo scopo di aprire fin d'ora la discussione sui modi migliori di festeggiare la nascita del Poeta, onde su quelli si vada intanto formando la pubblica opinione, e chi deve provvedere provveda. G. C.

**La presente proposta somiglia in parte a quella fatta nel 1860 agli Italiani dall'onorevole Commissione che si era costituita in Firenze. L'abbiamo quindi accolta di buon grado perchè richiama in vita, forse con maggior facilità di esecuzione, un nobile progetlo. G. C.

<< rebbero non rivoluzioni, ma due libri: una Storia « filosofica della sua vita, una Storia letteraria del << suo pensiero »> (1).

L'Italia politicamente è già risorta. L' Europa lo sa, e come tale la riguarda, e l'accoglie nel consorzio delle nazioni indipendenti; ove le prepara ancora nobilissimo seggio, se ella sappia e voglia sedervi degnamente.

Ma il popolo italiano è egli proprio moralmente risorto? Oseremo ancora dimandare più oltre: Gli ingegni degli Italiani volgono realmente gli studi e le lucubrazioni loro alla luce della grandezza nazionale? Sono queste due quistioni facilissime a porsi in campo, ma poi non così facili a sciogliere. Però l'una e l'altra ci sembrano di gravissimo momento, e tali, che molti dovrebbero farle a sè stessi, onde trarne sano indirizzo al loro operare. Non è nostro compito, nè può essere per le nostre forze, il pur tentarne quì alcuna sebbene lontana risposta. Ma osiamo affermare che i due libri desiderati da Marco Monnier, e che pare fossero e siano in mente di Antonio Ranieri, l'amico di Leopardi, l'autore dell'Orfana della Nunziata, abbisognano tuttavia all'Italia, e le farebbero il grande vantaggio; e che essa, se non sia che facciamo illusione a noi stessi, potrebbe averseli in un solo grande lavoro, che gli uomini di senno dovrebbero trarre dall' occasione del centenario di Dante.

Chei Municipi tutti dell' Italia non più schiava assegnino una somma, quanto vogliano modica, all'opera della commemorazione; che nelle parti d' Italia ancora in preda o della forza brutale o della spudorata menzogna, si tenti raccogliere l'obolo cittadino, il quale protesti anche una volta contro l'iniquità e l'oppressione; ed il peculio raccolto non si sperda in cose vuote e che passano col dì, ma se ne costituisca un fondo a pubblicare la collezione cronologicamente ordinata di tutto che in ogni tempo è stato scritto sul grande Poema, che fu ed è la favilla potentissima la quale dura perenne a tener vivo l'amore, e la fede della nazione (2).

L'opera forse è brigosa, lunga e laboriosa assai. E che perciò? Tutti i volenterosi ci si adoperino, ognuno secondo le forze; e sarà facilmente compiuta. Importa solo vedere se le risponda l' utilità.

(4) Marco Monnier nel libro « L'Italia è essa la terra dei morti? Versione italiana, Italia 1860, § 12 a carte 200.

(2) Erano buttate giù queste mal digeste idee, quando c'è venuto sott' occhio una data dell'Opinione del giorno 14 febbrajo, ove è detto che a Birmingham si vuol fondare una biblioteca esclusivamente composta di tutte le edizioni di tutte le opere di Shakspeare, dei libri di tutti i commentatori inglesi ed esteri, e di tutte le opere che possono spargere qualche lume sulla vita del gran Poeta inglese ». Sebbene il concetto sia molto lontano dal nostro, pure non ci è sembrato affatto inutile il riportarlo.

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