Page images
PDF
EPUB
[merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]
[blocks in formation]

INTRODUZIONE

E operazioni dell'uomo, o vogliasi questo considerare come individuo o come membro della società, non sono già rette dalla divina Provvidenza come quelle de' bruti, cui è dato, a luogo della ragione, l'istinto ed i quali operano condotti da una naturale necessità. L'uomo è libero, e norma del suo operare sono le idee della sua mente, in quanto egli attua nei fatti que' concetti ideali che intellettualmente contempla, come il pittore copia nella tela quelli esemplari a cui è intento con predilezione il suo sguardo. Il pensare che l'ordine dei fatti possa essere in discrepanza coll'ordine delle idee, è follia, mercecchè quelli altro non sono che imagini di queste.

Da siffatto principio sèguita che quei mali infiniti che nella presente età affliggono l'umana famiglia, i quali, in ultima analisi, derivano dalla libera volontà degli uomini, hanno vera radice e causa in quel disordine deplorabilissimo che domina nella mente degli uomini. Non sono già solamente i divini dettati della religione rivelata, ai quali ora si ribellano le menti umane; ma i primi e più evidenti principii naturali, sia nell'ordine speculativo, sia nell'ordine pratico, sono disconosciuti, sono impugnati e calpesti. Laonde chi vuole, dentro i limiti del suo potere, essere di vantaggio alla patria ed all'umana famiglia, è d'uopo che metta il dito nella piaga sociale, divenuta già cancrenosa, e per quanto può, contribuisca a raggiustare l'ordine intellettuale perturbato, affine di mettere qualche argine a quel torrente di mali che ognora più si fa largo ed impetuoso.

Ed il dito sulla piaga si sarebbe veramente messo con Questa introduzione fu premessa all'opera nella prima edizione.

L'EDITORE.

quella Istituzione, nella quale a giovani universitarii di buono ingegno e di buona volontà, con assistenza affettuosa e con accorti indirizzi, si sarebbe dato modo di conservarsi morigerati e studiare di proposito.

Quell'idea non si potè recare in atto in Pisa, e tiriamo un velo sopra le cagioni di quel fatto vergognoso: a me non ispetta entrare in siffatta materia.

Se non che tutt'altro credendo da ciò che avvenne, io già fin dal passato agosto per accondiscendere alle brame di chi m'era amico e vagheggiava quell' idea, staccatomi da Roma, mi ritirai in una solitaria villetta che giace sopra la ridente pendice di Fiesole che signoreggia Firenze, e misi mano a comporre un Corso di Filosofia, che potesse servire come di testo allo studio dei giovani che sarebbonsi raccolti a quel modo che testè dicevamo, nella città di Pisa. Cotesto Corso doveva avere due scopi: il primo preparare i giovani con una soda filosofia allo studio profondo delle scienze superiori: il secondo premunirli colla dimostrazione delle principali verità contro gli errori che avrebbono assai probabilmente uditi inculcarsi dalle cattedre universitarie. Ora un lavoro già condotto bene innanzi nella composizione, ed iniziato ancora nella stampa, non dovea abbandonarsi per li fatti sopravvenuti. Senza dire che quella Istituzione impedita quest'anno, potrebbe venire attuata in un altro, il lavoro già impreso poteva assai bene convenire al bisogno dei giovani che studiano i corsi liceali, ed anche di altri che fuori delle scuole si dilettano di speculazioni filosofiche. Di qui mi deliberai a compierne la pubblicazione', anche perchè così soddisfo ai desiderii di molti amici che me ne hanno fatto calde e ripetute istanze. Ma dall'occasione che mossemi a dettare questa opera, è uopo passare alle ragioni per le quali volli che fosse quella che è.

Era già mio desiderio di stenderlo in maniera acconcia alla istruzione di giovani uditori, ed alla strettezza del tempo che vi sogliono spendere, una filosofia, che fosse generalmente stimata e riverita, ed alla quale fosse per fare buon viso l'universale sentimento dei dotti del nostro tempo. Ma in siffatto desiderio io doveva essere assolutamente frustrato, quando avessi

La pubblicazione era compiuta all'otto del Decembre dello stesso anno 1872, giorno sacro alla Immacolata Concezione di Maria SS.

voluto starne a quel sentimento stesso. Quasi da tutte le Accademie di Europa la filosofia o è affatto esiliata, o di essa si danno poche nozioni confuse e sconnesse, che di filosofia altro non possono avere che il nome; quando poi (ed è caso rarissimo) si fa mostra di attendervi seriamente, vi regna tale sváriatezza e contrarietà tra le dottrine insegnate, che non può la persona attenersi all'una, senza mettersi in aperta opposizione con le altre. La quale diversità che domina nelle moderne scuole è si generale, che a mala pena potrai ritrovare due professori di uno stesso corso in uno stesso Istituto, i quali insegnino all'unisono, non dirò già in tutto, ma nei principii fondamentali della filosofia; ed anzi egli avviene che non si resti un paio di lustri nello insegnamento della stessa dottrina, ma si avvicenda un perenne contradirsi e cangiarsi. Gli è certo che come il centro del circolo è uno ed indivisibile, ed indefiniti sono i raggi che da esso sempre più si allontanano; così la verità è una ed indivisibile, e gli errori, che da lei si dipartono, innumerevoli e sempre più rimoti dal centro, e così gli uni gli altri tra loro. Tu cangi, diceva il Bossuet della eresia: dunque tu sei l'errore. Altrettanto si può dire delle moderne sedicenti filosofie, le quali appunto, perchè molteplici e contrarie, logicamente parlando, tutte, o tutte meno una, debbono essere false; e perchè soggette a mutazione, se mai hanno od hanno avuta la possessione di qualche parte di vero, ciò non fu che per un istante. Dissi logicamente, perchè ciò sèguita da quel principio che dottrine contrarie non possono essere egualmente vere; che anzi potrebbe essere avvenuto che nè mai, nè alcuna di coteste filosofie medesime esprimesse la verità.

Che fare dunque? Non potendo abbracciare alcuna filosofia a' giorni nostri comunemente seguita e rispettata, altro non mi rimaneva che prendere uno dei seguenti partiti, quando pure non avessi voluto smettere il pensiero di dettare un Corso di Filosofia, e seguire l'opinione di coloro che vorrebbonla cacciata dalla umana società, perchè più di mali feconda che di beni. A me, dico, non restava, che o seguire l'andazzo dei più famosi che in questi ultimi tempi filosofarono, creando di pianta una filosofia, raffazzonandola, s'intende, dalle creazioni altrui; ovvero seguitare senza più quella che fu venerata ab antico e

« PreviousContinue »