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LA LETTERA A CANGRANDE

I.

La prima ospitalità scaligeriana è da stabilirsi all' anno 1304. Nel 1303 Bartolomeo della Scala si rende benemerito di Dante per l'impresa di Mugello, finita miseramente colla sconfitta di Lastra. In questa occasione Dante si divide da suoi per far parte da se stesso. L'ospitalità di Bartolomeo s'accorda col vaticinio di Cacciaguida.

Lo primo tuo rifugio e 'l primo ostello
Sarà la cortesia del gran Lombardo

Che porta sulla scala il sant' uccello (1).

L'epoca del 16 o 17 voluta dal Troya, dal Balbo, dal Fraticelli, dal Wegele e da altri trae dall'ipotesi che l' Alighieri andasse a Verona dopo la

(1) Par. XVII.

cacciata di Uguccione da Lucca. Anche il Fraticelli asserisce che Dante fu accolto dallo Scaligero alla fine del 1316, o al principio del 1317. Tutto questo si dice argomentando dalla lettera dedicatoria del Paradiso (1). Ma, dividendo con accorgimento le ospitalità scaligeriane potremo dileguare molti dubbi intorno ad una questione tanto difficile. Posto il primo rifugio scaligeriano, al tempo di Bartolomeo, si mette in chiaro la ragione perchè Dante ponesse in ombra la figura di Alboino, il quale apparisce sulla tela dantesca malamente ritratto vicino alle altre di Bartolomeo e di Cangrande (2). Nota il Belviglieri che « l'essersi dagli antichi scrittori e biografi trasandata questa venuta (cioè la prima alla corte di Verona) indusse a riferire ora all'uno, ora all'altro dei due minori fratelli, Alboino e Cane» (3). In quanto a Can Grande è impossibile ammettere che il primo rifugio di Dante potesse appartenergli, imperocchè si parla di esso come di fanciullo di nove anni:

Con lui vedrai colui che impresso fue
Nascendo, sì da questa stella forte
Che notabili fien l'opere sue.

Non se ne sono ancor le genti accorte
Per la novella età, che pur nov' anni
Son queste ruote intorno di lui torte (4).

(1) Belviglieri. Dante a Verona. Scritti storici. Verona 1882.

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Il Dionisi vorrebbe variare le parole con lui nell'altra colui. Posto ciò sarebbe, secondo il Belviglieri, tolta ogni difficoltà. Verrebbe allora a trarsı l'ospitalitá scaligeriana dopo il 12, ma in questo caso il primo rifugio di Dante non sarebbe stato più lo scaligeriano, e Cacciaguida avrebbe mal profetato a Dante dovere esser il primo rifugio la corte degli Scaligeri, poichè nel tempo di dieci anni d'esilio avrebbe avuto, com' ebbe, altre cortesi accoglienze. Il Del Lungo pone dopo il 1306 il rifugio presso gli Scaligeri « E soltanto dopo il 1306 Dante trovò finalmente presso gli Scaligeri di Verona il rifugio ed ostello del quale più si compiacesse

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(1). Ma ci sembra che per tenere saldo al vaticinio di Cacciaguida, convenga stare alla prima opinione; tanto più che il Del Lungo stesso dimostra con documenti che Dante nell'agosto del 1306 era in Padova, e poco dopo nella Lunigiana coi Malatesta. È vero che potrebbe dirsi che l' Alighieri fosse stato accolto dagli Scaligeri nei primi mesi dell'anno suddetto, ma in tale supposizione l'ospite di Dante sarebbe stato Alboino, il quale meritò i rimproveri del poeta e non le lodi (2). A mettere dunque le cose in chiaro è da stabilirsi che Dante venisse ospitato da Bartoloineo, il quale morì a sette di marzo del 1304 (3). Che debba poi tenersi essere stato Bartolomeo colui che fu cortese a Dante d'ospizio, e che questo facesse nel 1303, anno in cui Dante andò a Verona a

(1) L'esilio di Dante. Firenze Lemonnier 1881.

(2) Con. IV. 16.

(3) Zagata. Cronaca della città di Verona.

chiedere agli Scaligeri qualche aiuto per la sua parte, è opinione di tutti gli antichi e della maggior parte dei moderni (1). Non so come venisse in mente a Filippo Mercuri di sostenere che il gran Lombardo, fosse Guido Roberti da Castello che, secondo lui avrebbe accolto Dante a Reggio nel 1302, la cui insegna era l'aquila nera (2). Lo Scartazzini (3) non crede neanche degna di confutazione quest' opinamento, il qual peraltro è seguito dal Ferrazzi (4). Nè come potesse altri asserire che l'ospite di Dante potesse essere Alberto I, morto nel 1301, mentre è da credersi che Dante cominciò le sue peregrinazioni di esule nel 1302. Le difficoltà che oppongono poi gli assertori dell'opitalità di Bartolomeo vengono principaimente dallo stemma degli Scaligeri. Arrigo VII concedeva ai Signori di Verona i privilegio del santo uccello.

Il Zagata, facendo cenno di ciò dice. « Conte e Moscardo raccontano che mentre Arrigo VII si stava in Melano mandasse ambasciatori. Egli stesso v’andasse rinunciassero al capitanato del popolo e tutto cedessero all' imperatore il quale li dichiarò vicari imperiali. Il comissario fece {giurare prima nelle sue mani, poi nelle mani di Cangrande e di Alboino a

(1) Lan. Ott. An. Fior. Post. Cass. Fals. Bocc. Benv. Ramb. Buti. Land. Dan. Vel Torel. Lomb. Portirel. Biagioli, Costa. De Rom. Edit. Pad. Troya (Veltro all.) Foscolo (Disc. sul testo). Wagner, Tom. Balbo (V. di D.) Benass. Camerini, Franc. Bocci, Aroux Longf. ecc.

(2) Tip. Pucci nel 1854.

(3) Com,

(4) Man. Dant. Vol. V.

riconoscerli per l'avvenire come veri e legittimi signori. Concessa Verona in feudo perpetuo, aggiunsero anche alle sue gentilizie l'aquila sopra la scala, le quali cose furon fatte con grandissima solennitá e quindi principiarono i detti fratelli, particolarmente Cangrande, a starsene con grande gravità ». Di che male s'appone il Tommaseo dicendo che gli Scaligeri ebbero sempre l'aquila nello stemma. Negli stemmi veronesi, osserva il Belviglieri (1), scampati all'ira de' Visconti e de'Carraresi, non si trova cenno d'aquila. Di che egli avvisa che Dante, per uno de'suoi poetici anacronismi, scrivendo dopo il quattordici, dopo la supposta frode del Guasco, ritraesse l'arma degli Scaligeri nel vaticinio di Cacciaguida a' suoi tempi, e conchiude, giovandosi anche della testimonianza di Pietro di Dante; che l'ospite primo del poeta fosse Bartolomeo della Scala. Chè la gratitudine mostrata da Dante a quel Signore, i nomi di rifugio e di ostello dati alla sua dimora in Verona, accennano chiaro ch'egli fu in questa città, non solo da ambasciadore, ma anche da esule, e che dopo la breve campagna di Mugello vi rimase. Dante, adunque, moveva, ospite presso gli Scaligeri, quando la loro gloria non era al sommo, per fama di Arrigo, ma quando già la loro corte era splendida per signorile pɔtenza. Il Belviglieri opina che gli Scaligeri traessero origine da famiglia popolana (2), e pel sapersi ch’uno della Scala fu console in Verona nel 1147 e pel sapersi com' essi fossero privi di possedimento e di titoli

(1) Verona e sua provincia.

(2) Albertino Mussato. Storia Augusta.

BARTOLINI

Studi Danteschi

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