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Che pubblicarono gli Accademici della Crufca
Anno MD X C V.

Col Comento del M. R. P. Pompeo Venturi
della Compagnia di Gesù.

DIVISA INTRE TOM I.

TOMO TERZO

CHE CONTIENE IL PARADISO.

Воведно

IN VENEZIA

MDCCXCIII

DALLE STAMPE DI PIETRO QU. GIO: GATTE

CON LICENZA DE SUPERIORI

0:0

DEL

PARADIS Q

CANTO PRIMO.

ARGOMENTO.

Tratta il noftro Poeta in questo Canto, com' egli afces fe verfo il primo Cielo; ed effendogli nati alcuni dub bj, effi gli furono da Beatrice dichiarati

Α

A gloria di colui, che tutto muove,

Per l'univerfo penetra, e rifplende
In una parte più, e meno altrove.
Nel Ciel, che più della fua luce prende,
Fui' io, e vidi cofe, che ridire

Nè 2 fa, nè può qual di lafsu difcende:
Perchè appreffando fe 3 al fuo difire,
Noftro intelletto fi profonda tanto,
Che 4 retro la memoria non può ire.
io Veramente 5 quant' io del regno fanto
Nella mia mente 6 potei far teforo,
Sarà ora materia del mio canto.
O buono Apollo, all'ultimo lavoro.
Fammi del tuo valor sì fatto vafo,
Come 7 dimanda dar Ramato alloro.
Infino a qui l' un giogo di Parnafo

15

20

Affai mi fu ma or con 8 amendue
M'è uopo entrar nell' 9 aringo rimafo
Entra nel petto mio, io e fpira tue,
Sì come quando Marfia traefti

Della vagina delle membra fue.
O divina virtù, ir sì mi ti presti

Tanto, che 12 l'ombra del beato regno
Segnata nel mio capo io manifefti.
25 Venir vedràmi al 13 tuo diletto legno,
E coronarmi allor di quelle foglie,
Che la matera 14 e tu mi farai degno.
Sì rade volte, Padre, fe ne coglie,
A 2

Per

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35

Per trionfare 15 o Cefare o Poeta,
(Colpa e vergogna dell'umane 16 voglie)
Che partorir letizia in fu la lieta

Delfica 17 Deità dovria 18 la fronda,
Peneia, quando alcun 19 di fe affeta.
Poca favilla gran fiamma 20 feconda :
Forfe diretro a me con miglior voci
Si 21 pregherà, perchè 22 Cirra rifponda.
Surge 23 a' mortal per 14 diverse foci

La 25 lucerna del mondo: 26 ma da quella
Che 27 quattro cerchi giugne con tre croci,
40 Con miglior corfo, e con migliore 28 ftella
Efce 29 congiunta, e la 30 mondana cera
Più a fuo modo tempera e fuggella.
Fatto avea 31 di là mane, e di qua fera
Tal foce 32 quafi, e tutto era 33 là bianco
Quello emifperio, e l'altra parte nera;
Quando Beatrice in ful 34 finiftro fianco
Vidi rivolta, e riguardar nel Sole:
Aquila si non gli s' affiffe 35 unquanco,
E sì come 36 fecondo raggio fuole

45

50

Ufcir del 37 primo, e rifalire insuso,
Pur 38 come Peregrin, che tornar vuole,
Così dell' atto fuo per gli 39 occhi infufo

Nell' 40 immagine mia 41 il mio fi fece,
E fiffi gli occhi al Sole oltre a noftr' 42 ufo,
55 Molto è licito 43 là, che quì non lece
Alle noftre virtù, mercè del loco

бо

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Fatto 44 per proprio dell' umana spece,
Io nol fofferfi molto, nè sì poco,

Ch'io nol vedeffi sfavillar dintorno
Qual ferro, che bollente efce del fuoco.
E difubito parve giorno a giorno

Effere aggiunto, 55 come quei, che puote,
Aveffe 'l Ciel d'un altro Sole adorno.
Beatrice tutta 46 nell'eterne ruote
Fiffa con gli occhi ftava, ed io in lei.
Le luci fiffe, di lafsù remote,

Nel fuo 47 afpetto tal dentro mi fei,
Qual fi fè Glauco nel guftar dell' erba,
Che'l fè conforto in mar degli altri Dei,

70 Trafumanar 48 fignificar per verba

Non porìa: però l'efemplo basti

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A cui efperienza grazia ferba.
Ś' 49 io era fol di me quel, che creafti
Novellamente, so Amor, che'l Ciel governi
Tu'l fai, che col tuo lume mi levafti.
Quando la si ruota, che tu fempiterni
Defiderato, a sè mi fece attefo

Con sa l'armonia che temperi, e difcerni
Parvemi 53 tanto allor, del Cielo accefo
Dalla fiamma del Sol, che pioggia o fiume
Lago non fece mai tanto diftefo.

La novità del fuono, e'l grande lume
Di lor cagion m'accefero un difio
Mai non fentito di

Di lor cagion.com' io

54 acume. 85 Ond' ella, che 55 vedea me sì com' io, Ad aqquetarmi l'animo commollo,

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Pria ch'io a dimandar, la bocca aprio
E cominciò: Tu fteffo ti fai 56 groffo
Col falfo immaginar, si che non vedi
Ciò, che vedrefti, fe Favelli 57 fcoffo.
Tu non fe'in terra sì come tu credi:

Ma folgore, fuggendo l' 58 proprio fito,
Non corfe come tu, ch' ad effo 59 riedi.
S'' fui del primo dubbio difvellito

Per le forrife parolette. 60 brevi,
Dentro a un nuovo più fui 61 irretito
E diffi: Già contento 62 requievi

Di grande ammirazion: ma ora ammiro Com' io trafcenda quefti 63 corpi lievi. 100 Ond' ella, appreffo d'un pio fofpiro.

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Gli occhi drizzò ver me con quel fembiante,
Che madre fa fopra figliuol 64 deliro:
E cominciò.: Le cofe tutte quante

Hann' ordine tra loro; e quefto è 65 forma,
Che univerfo 68 a Dio fa fimigliante.
Quì 67 veggion l' 68 alte creature l'orma
'Dell'eterno valóré, il quale è fine,
Al quale è fatta la 69 toccata norma.
Nell'ordine, ch' io dico, fono 70 accline
Tutte nature per diverfe forti,
Più al principio loro, e men vicine:
Onde fi muovono 71 a diverfi porti

Per lo gran mar dell' effere, e ciafcuna
Con inflinto a lei dato, che la porti.
A 3

i15 Que

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